Google ha iniziato a fare marcia indietro su una delle sue restrizioni più discusse: l’impossibilità di registrare le chiamate sui telefoni Pixel. Per anni la società ha giustificato questa scelta con motivi legali e di privacy, ma ora le cose stanno cambiando, almeno in parte. Le pagine di supporto ufficiali sono state aggiornate e per la prima volta si parla della possibilità di registrare le chiamate sui modelli Pixel 6 e successivi, purché ci si trovi in un Paese che lo consente.
Questa pratica è consentita in alcuni Stati, ma vietato in altri, o comunque è sottoposta a regole precise che richiedono il consenso esplicito degli interlocutori, pertanto è proprio questa complessità normativa ad aver spinto Google, fino a oggi, a non integrare la funzione nei suoi dispositivi. Eppure la domanda degli utenti non è mai mancata.
La novità sembra essere partita dall’India, dove alcuni utenti di Pixel 9a hanno segnalato la comparsa dell’opzione di registrazione direttamente nell’app Telefono. Non tutti la vedono ancora, segno che l’attivazione è in corso in modo graduale e non uniforme. Al momento, invece, non ci sono conferme per il mercato statunitense o europeo, e Google non ha fornito un elenco ufficiale dei Paesi coinvolti.
Va ricordato che non si tratta di una novità assoluta nel mondo Android: altri produttori, soprattutto in Asia, hanno da tempo integrato sistemi di registrazione delle chiamate nei loro telefoni, spesso con avvisi sonori automatici che informano entrambe le parti. Google, invece, si era mostrata particolarmente rigida, lasciando agli sviluppatori di terze parti o a metodi non ufficiali il compito di colmare la lacuna.
Se e quando la funzione arriverà in Europa resta quindi da chiarire, ma l’aggiornamento delle pagine di supporto rappresenta già un indizio importante.
Ma come funziona nel nostro paese? In Italia la registrazione delle chiamate non è vietata, a patto che chi registra sia parte attiva della conversazione. Non serve quindi il consenso esplicito dell’altro interlocutore, ma la registrazione non può essere diffusa liberamente senza rispettare le norme sulla privacy. Per esempio, condividerla in pubblico senza autorizzazione può comportare conseguenze legali.
Diverso è invece registrare telefonate tra terzi, pratica equiparata alle intercettazioni e riservata solo alle autorità giudiziarie. In tribunale, invece, le registrazioni personali possono valere come prova se pertinenti al caso. L’arrivo della funzione nativa su Pixel, quindi, in Italia non troverebbe particolari ostacoli normativi, ma resterebbe legata a un uso responsabile.