Un nuovo tipo di manichino robotico potrebbe presto rivoluzionare il modo in cui l’esercito degli Stati Uniti valuta le sue attrezzature protettive contro minacce chimiche e biologiche. Si chiama Porton Man e il suo scopo è simulare in modo estremamente realistico il corpo e i movimenti dei soldati, offrendo così una piattaforma di test molto più precisa ed efficace rispetto ai metodi attuali.
Questo manichino, ispirato a una versione già impiegata nel Regno Unito, sarà sviluppato grazie a un contratto da 1,7 milioni di dollari (circa 1,57 milioni di euro) stipulato con l'ufficio contrattuale del Dugway Proving Ground nello Utah. Il dispositivo è progettato per replicare le dimensioni e la postura dei militari statunitensi, basandosi sull’Anthropometric Survey of Military Personnel, un ampio studio delle misure corporee del personale militare americano.
Ma ciò che rende Porton Man davvero speciale non è solo la sua anatomia robotica, bensì la sua mobilità e la ricca dotazione di sensori. Può camminare, correre, inginocchiarsi, salire scale, sollevare le braccia come se stesse impugnando un’arma. Grazie a più di 100 sensori sparsi sul corpo, raccoglie dati in tempo reale durante i test, offrendo una panoramica molto dettagliata su come si comportano le attrezzature protettive in situazioni operative.
In un’ottica di miglioramento continuo dell’interazione tra soldati e tecnologie autonome, il progetto è stato anche al centro della Settimana Nazionale della Robotica, svoltasi tra il 5 e il 13 aprile. Durante l’evento, i ricercatori dell’esercito USA hanno presentato diverse innovazioni nel campo della robotica e dell’AI, mostrando l’importanza crescente delle soluzioni automatizzate nelle operazioni militari.
Il manichino verrà utilizzato principalmente presso il West Desert Test Center e la Divisione Chimica del Dugway Proving Ground. Una volta operativo, permetterà test completi degli indumenti protettivi in ambienti contaminati da agenti chimici, esaminando non solo singoli componenti – come maschere, guanti o stivali – ma l’intero equipaggiamento contemporaneamente. Sarà possibile simulare diverse condizioni climatiche, come temperature elevate o alta umidità, per verificare la reale efficacia dei dispositivi protettivi.
Attualmente, l’unico sistema simile è presente nel Regno Unito, ma l’elevata richiesta e l’invecchiamento della struttura hanno spinto il Dipartimento per la Difesa statunitense ad attivarsi per una propria soluzione interna. La JPEO-CBRND (Joint Program Executive Office for Chemical, Biological, Radiological and Nuclear Defense) ha quindi deciso di dotarsi di una piattaforma indipendente che possa rispondere meglio alle esigenze operative future.
Anche le infrastrutture statunitensi sono già in fase di adattamento: la Multiple Chemical Agent Chamber in acciaio inox del Dugway Proving Ground sta subendo interventi di aggiornamento per ospitare il nuovo robot. Una volta completata l’integrazione, Porton Man sarà un elemento chiave per test più affidabili e completi.