Primo collegamento laser aereo-satellite: 1 Gbps senza radio

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HDblog.it Sep 09, 2025 · 2 mins read
Primo collegamento laser aereo-satellite: 1 Gbps senza radio
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General Atomics e la canadese Kepler Communications hanno portato a termine un test di comunicazione a lunga distanza, basato su una tecnologia collaudata ma in un contesto più complesso del solito: per la prima volta, un aereo ha stabilito un collegamento laser diretto con un satellite in orbita terrestre bassa, raggiungendo una velocità di trasmissione dati fino a 1 gigabit al secondo. L’esperimento, effettuato con un velivolo De Havilland Canada DHC-6 Twin Otter equipaggiato con il sistema OCT (Optical Communication Terminal), ha dimostrato la fattibilità di un sistema alternativo alle classiche trasmissioni radio, più rapido e meno soggetto a interferenze.

A rendere possibile tutto ciò è un laser da 10 watt con una portata teorica di 5.500 chilometri e capace di toccare i 2,5 Gbps di velocità massima. Nel test appena condotto, il collegamento è avvenuto a distanze molto inferiori, ma con la stabilità necessaria per trasferire dati in tempo reale, mantenendo puntamento e aggancio su un satellite compatibile con il programma Tranche-0 della Space Development Agency statunitense.

La difficoltà principale di questo tipo di comunicazioni non è tanto la trasmissione di dati via laser, ormai consolidata in fibra ottica e già sperimentata in sistemi terrestri come il progetto Taara di Google, ma la gestione del collegamento tra due piattaforme in movimento: un aereo all’interno dell’atmosfera e un satellite che viaggia nello spazio a velocità elevata. Il successo del test dimostra che l’operazione è possibile e che potrà essere ulteriormente potenziata nei prossimi anni.

Scott Forney, presidente di General Atomics Electromagnetic Systems, ha sottolineato come l’OCT sia stato progettato per colmare un vuoto nelle comunicazioni tattiche e operative, offrendo un trasferimento dati sicuro e robusto in contesti militari e civili. Robert Conrad, presidente di Kepler US, ha invece evidenziato la portata commerciale di questa collaborazione, spiegando che la possibilità di integrazione tra sistemi aeronautici e spaziali apre scenari interessanti non solo per la difesa ma anche per la connettività globale.

Un elemento importante del test riguarda l’interoperabilità: sistemi di fornitori diversi hanno dialogato con successo utilizzando lo stesso standard ottico, una condizione essenziale per garantire la scalabilità della tecnologia. Non è un dettaglio da poco, visto che uno dei limiti storici delle comunicazioni spaziali è proprio la frammentazione degli standard tra agenzie e operatori.

Il prossimo passo sarà l’impiego di due nuovi terminali OCT su piattaforme spaziali GA-75, previsto per il 2026, con l’obiettivo di dimostrare collegamenti laser ancora più stabili e veloci con i satelliti della costellazione Tranche-1 della SDA.