Primo trapianto di cuore robotico portato a termine: non serve aprire il torace

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HDblog.it Jun 23, 2025 · 2 mins read
Primo trapianto di cuore robotico portato a termine: non serve aprire il torace
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Un uomo di 45 anni ha ricevuto un cuore nuovo senza che i chirurghi gli aprissero il torace. Un intervento pionieristico negli Stati Uniti apre prospettive fino a oggi impensabili per la cardiochirurgia, promettendo recuperi più rapidi e meno rischi per i pazienti.

Immaginate di dover subire uno degli interventi più complessi e delicati, un trapianto di cuore, ma senza la necessità di subire la tradizionale e invasiva apertura dello sterno. Per un uomo di 45 anni, ricoverato da mesi con una grave insufficienza cardiaca, questa non è stata fantasia, ma la realtà di un'operazione che segna una pietra miliare nella medicina statunitense. All'inizio di marzo, presso il Baylor St. Luke’s Medical Center di Houston, un'équipe chirurgica ha eseguito con successo il primo trapianto di cuore completamente robotico del paese.

A guidare l'intervento è stato il dottor Kenneth Liao, un nome già noto nel campo della cardiochirurgia robotica. Invece di ricorrere a seghe per ossa e a un'ampia incisione toracica, i chirurghi hanno praticato solo delle piccole aperture, attraverso le quali gli strumenti robotici di precisione hanno potuto navigare fino al cuore malato. L'organo è stato rimosso e il nuovo cuore, proveniente da un donatore, è stato impiantato senza mai tagliare lo sterno. Questo approccio, definito minimamente invasivo, rappresenta un cambio di paradigma significativo.

Il paziente, la cui vita era appesa a molteplici dispositivi di supporto meccanico da novembre 2024, è stato dimesso circa un mese dopo l'operazione, senza aver riportato complicazioni. Questo risultato eccezionale non è solo una vittoria per lui, ma anche la dimostrazione tangibile dei vantaggi di questa tecnica innovativa. Il dottor Liao ha spiegato come la procedura tradizionale, con l'apertura della gabbia toracica, possa comportare traumi significativi, ritardare la guarigione e la riabilitazione, specialmente in pazienti che devono assumere farmaci immunosoppressori per evitare il rigetto dell'organo.

Preservare l'integrità della parete toracica, come reso possibile dall'uso del robot, si traduce in un minor rischio di infezioni, una migliore funzionalità respiratoria nel post-operatorio e una mobilità recuperata più in fretta. La precisione millimetrica del sistema robotico, controllato a distanza dal chirurgo, permette di operare in spazi ristretti con una sicurezza e un'accuratezza impensabili per la mano umana. Inoltre, questa metodica riduce la perdita di sangue e la necessità di trasfusioni, diminuendo così il rischio che il paziente sviluppi anticorpi che potrebbero attaccare il nuovo cuore.

A proposito di innovazione in cambo medico, sul finire dello scorso anno è stato messo a punto di un cuore artificiale perfettamente funzionante, anche a lungo termine. L'azienda francese Carmat, pioniera in questo settore, ha annunciato l'avvio dei primi impianti sperimentali di cuori artificiali permanenti entro il 2025.