La sonda Psyche della NASA, diretta verso l’asteroide metallico omonimo, ha rivolto i suoi strumenti verso casa e ha immortalato la Terra e la Luna da una distanza di circa 290 milioni di chilometri. Le immagini, scattate a luglio durante una fase di calibrazione, mostrano i due corpi celesti come piccoli punti luminosi in mezzo a un campo stellato nella costellazione dell’Ariete.
Per distinguerli meglio, la NASA ha pubblicato anche un ingrandimento in cui il nostro pianeta appare come un faro brillante, accompagnato da un minuscolo puntino, la Luna.
Queste prove di calibrazione sono fondamentali per il viaggio della missione, che culminerà nel 2029 con l’ingresso in orbita attorno all'asteroide Psyche. L’imager multispettrale della sonda è dotato di due telecamere identiche con filtri e lenti telescopiche, progettate per catturare la superficie dell’asteroide in diverse lunghezze d’onda. Analizzare come la luce viene riflessa permette agli scienziati di dedurre la composizione di un corpo celeste: dettagli preziosi per studiare non solo Psyche, ma anche l’evoluzione dei pianeti rocciosi con nucleo metallico, come la Terra.
Durante i test, gli ingegneri scelgono come bersagli oggetti ben noti e illuminati dal Sole, così da confrontare i dati di Psyche con osservazioni già disponibili. Non è la prima volta che la sonda guarda altrove nel Sistema solare: nei mesi scorsi aveva puntato i suoi sensori verso Marte e Giove, anch’essi utili per verificare la precisione dello strumento. In futuro, Saturno e Vesta potrebbero entrare nella lista dei candidati per nuovi test, come ha anticipato Jim Bell, responsabile scientifico dell’imager presso l’Arizona State University.
Il percorso della missione è tutt’altro che lineare: Psyche segue una traiettoria a spirale che prevede un’importante fionda gravitazionale attorno a Marte nel 2026. Questo passaggio fornirà l’accelerazione necessaria per raggiungere l’asteroide, dopo aver percorso oltre 1,6 miliardi di chilometri dalla partenza nell’ottobre 2023 da Cape Canaveral.
Non solo l’imager è stato messo alla prova: a fine luglio anche il magnetometro e lo spettrometro gamma e neutronico hanno superato una serie di test funzionali, routine che viene ripetuta ogni sei mesi. «Siamo pienamente operativi e tutto procede secondo i piani» ha dichiarato Bob Mase, project manager della missione al Jet Propulsion Laboratory.
La tappa del 2026 segnerà l’inizio della seconda fase del viaggio. Solo dopo quel passaggio la sonda sarà instradata verso l’appuntamento finale con l’asteroide Psyche, previsto nel 2029, quando inizierà a svelarne la composizione e la storia.
Chiudiamo con una curiosità: lo sapevate che Psyche utilizza degli innovativi propulsori ionici "a effetto hall"? Rappresenta una tecnologia innovativa per la NASA, anche se va ricordato che i primi test risalenti addirittura al 1964. A differenza dei motori tradizionali, i propulsori ionici non hanno parti in movimento, generando spinta attraverso l'eccitazione di particelle di xenon. Questa tecnologia offre numerosi vantaggi, come quelli a seguire.
- Durata: L'assenza di parti in movimento rende i propulsori ionici estremamente resistenti all'usura.
- Efficienza: Consentono un notevole risparmio di carburante, permettendo missioni spaziali più lunghe.
- Versatilità: Sono adatti a navicelle spaziali di diverse dimensioni.
- Silenziosità: Funzionano in modo silenzioso, eliminando il rumore tipico dei motori tradizionali.
Nonostante la loro inefficacia nel lancio di razzi dalla Terra, i propulsori ionici raggiungono velocità molto elevate nel tempo. Psyche, ad esempio, viaggia attualmente a 37 chilometri al secondo, con un obiettivo finale di 200.000 chilometri orari.