Punti quantici, la chimica cambia con il 99% di energia in meno

https://www.hdblog.it/tecnologia/articoli/n624686/punti-quantici-chimica-verde/

HDblog.it Jul 09, 2025 · 2 mins read
Punti quantici, la chimica cambia con il 99% di energia in meno
Share this

Nel mondo della chimica, molte trasformazioni richiedono un enorme dispendio di energia o l'impiego di sostanze chimiche aggressive e potenzialmente tossiche. Si tratta di una sfida che da tempo impegna gli scienziati nella ricerca di alternative più sostenibili ed efficienti. Una risposta promettente e decisamente innovativa arriva oggi da un gruppo di chimici della Hong Kong University of Science and Technology (HKUST), che hanno trovato un modo per sfruttare la luce in maniera straordinariamente efficace. Il loro lavoro si concentra su particelle incredibilmente piccole, migliaia di volte più piccole di un granello di sabbia, conosciute come punti quantici. Questi nanocristalli di semiconduttori sono ora al centro di un sistema fotocatalitico in grado di innescare reazioni complesse con una frazione dell'energia richiesta dai metodi tradizionali.

La chiave di questa svolta risiede nella capacità di generare e controllare i cosiddetti "elettroni caldi", particelle subatomiche dotate di un'energia eccezionalmente alta. Sebbene il potenziale dei punti quantici come fotocatalizzatori fosse noto, la loro efficienza pratica è sempre stata limitata dalla difficoltà di produrre questi elettroni in modo controllato e in condizioni blande. Il team di Hong Kong ha superato questo ostacolo sviluppando un sistema basato su punti quantici di CdS/ZnS drogati con manganese. Sfruttando un particolare effetto quantistico, noto come processo Auger di scambio di spin a due fotoni, i ricercatori sono riusciti a far sì che i punti quantici assorbano due fotoni di luce a bassa energia per poi emettere un singolo elettrone "caldo" ultra-energetico. In parole povere, hanno trasformato queste nanoparticelle in minuscoli moltiplicatori di energia, capaci di convertire una luce debole in una forza sufficiente a spezzare legami chimici molto resistenti.

I risultati pubblicati sulla rivista Nature Communications sono notevoli. Il sistema si è dimostrato in grado di pilotare reazioni notoriamente ostiche come la riduzione di Birch, che normalmente necessita di ammoniaca liquida e metalli alcalini. È riuscito a rompere un'ampia varietà di legami chimici, tra cui C–Cl, C–Br, C–I, C–O, C–C e persino N–S, operando su molecole con potenziali di riduzione estremamente negativi, fino a -3,4 volt, considerate finora inaccessibili per i sistemi fotochimici.

Tutto questo è stato ottenuto utilizzando appena l'uno per cento dell'energia luminosa richiesta dai metodi convenzionali, un balzo in avanti del 99% in termini di efficienza. Inoltre, il sistema offre un controllo senza precedenti: è possibile avviare o interrompere la reazione semplicemente modulando l'intensità della luce, aprendo la porta a future sequenze di reazioni programmabili, quasi come un computer chimico.

Le implicazioni di questa scoperta sono vaste e potrebbero avere un impatto significativo su settori industriali come quello farmaceutico e della produzione di materie plastiche. L'adozione di un approccio basato sulla luce potrebbe ridurre la dipendenza da reagenti chimici aggressivi, abbattere i consumi energetici e diminuire la produzione di scarti, allineandosi ai principi della "chimica verde". Naturalmente, la strada verso l'applicazione su larga scala presenta ancora delle sfide.

Sarà necessario testare il sistema su una gamma più ampia di reazioni, valutarne la stabilità a lungo termine e ottimizzare i costi di produzione di questi punti quantici specializzati. I ricercatori sono già al lavoro per affinare ulteriormente questa tecnologia, esplorando il suo potenziale per guidare trasformazioni chimiche ancora più complesse.