La lunga disputa legale tra Qualcomm e Arm sulla validità dei contratti di licenza si è conclusa, almeno per ora, con una vittoria completa per la società californiana. Un giudice del tribunale distrettuale del Delaware ha respinto le ultime richieste avanzate da Arm e ha confermato il verdetto emesso a dicembre 2024, che già aveva sancito l'assenza di violazioni da parte di Qualcomm e della sua controllata Nuvia.
Il caso nasceva dall'accusa di Arm secondo cui Nuvia avrebbe infranto i termini dell'Architecture License Agreement (ALA) stipulato con l'azienda britannica, trasferendo in Qualcomm tecnologie senza autorizzazione. La giuria, però, aveva stabilito all'unanimità che i core CPU sviluppati dopo l'acquisizione di Nuvia rientravano pienamente nelle licenze architetturali già in possesso di Qualcomm. La decisione del tribunale, con la conferma di quel verdetto e il rigetto della richiesta di un nuovo processo, rappresenta il giudizio finale a favore di Qualcomm.
In una nota ufficiale, Ann Chaplin, General Counsel e Corporate Secretary di Qualcomm, ha dichiarato:
"Con la decisione di oggi, Qualcomm e la sua controllata Nuvia hanno ottenuto una vittoria completa. Questo esito segue il verdetto della giuria del dicembre 2024 e rappresenta una sentenza definitiva a nostro favore. Il nostro diritto a innovare è stato riconosciuto e speriamo che Arm torni a pratiche eque e competitive all'interno del proprio ecosistema".
Arm, dal canto suo, non intende fermarsi. In un comunicato diffuso martedì, la società ha annunciato l'immediata volontà di presentare appello, ribadendo di essere "fiduciosa nella propria posizione" e di voler ottenere un ribaltamento della sentenza. Arm fornisce tecnologie fondamentali non solo a Qualcomm, ma anche a giganti come Apple e MediaTek, e considera la disputa una questione centrale per la gestione dei rapporti di licenza.
Il pronunciamento del tribunale rafforza la posizione di Qualcomm, che da tempo sostiene la legittimità delle proprie licenze architetturali e rivendica la possibilità di sviluppare CPU personalizzate senza violare gli accordi con Arm. La società di San Diego mantiene inoltre aperta un'azione separata contro Arm, accusandola di violazione contrattuale, interferenze con i rapporti commerciali e pratiche volte a ostacolare l'innovazione per favorire i propri prodotti. Questo procedimento dovrebbe arrivare a processo nel marzo 2026.
La vicenda conferma dunque un punto fermo: almeno per il tribunale del Delaware, Qualcomm ha operato nel rispetto degli accordi, consolidando la propria libertà di innovazione nel settore dei semiconduttori, mentre Arm si prepara a una nuova battaglia legale in appello.