Con il lancio di iPhone 16e, Apple ha cominciato a portare in commercio la sua prima soluzione casalinga anche per quanto riguarda il settore dei modem, con il suo Apple C1 che si è rivelato essere una gradita sorpresa su più fronti. La scelta di Apple di adottare tale soluzione su uno smartphone non di punta ha sicuramente a che fare con la volontà di testare sul campo il suo modem senza rischiare ripercussioni potenzialmente devastanti sulla serie principale, tuttavia così non è stato.
Appurato quindi che in questo caso è possibile dire buona la prima, ora sorge un problema non da poco per il principale fornitore di modem per Apple, ovvero Qualcomm, il quale vede sempre più lontana la possibilità di un rinnovo dell'accordo di fornitura attualmente in scadenza nel 2026, almeno non alle condizioni attuali.
Il chip maker di San Diego ha quindi scelto di ribadire la superiorità delle sue soluzioni in maniera alternativa; invece che svolgere un classico confronto per dimostrare che i suoi modem sono ancora avanti a quelli (quello) di Apple, Qualcomm ha commissionato uno studio ad un ente terzo, ovvero Cellular Insights, in modo da stabilire scientificamente la bontà delle sue soluzioni.
Lo studio di Cellular Insights - lo trovate linkato in Fonte - ha preso in esame il già citato iPhone 16e e lo ha messo a confronto con due smartphone Android (curiosamente non è stato fatto il confronto con gli altri iPhone dotati di modem Qualcomm) rilasciati a gennaio 2024 e gennaio 2025, rispettivamente equipaggiati con i modem Snapdragon X75 5G e Snapdragon X80 5G.
I test sono stati svolti a New York sotto rete T-Mobile sub6 GHz e in diverse località all'interno della città. Per farla breve (trovate un riassunto dello studio nel link nel Via), Cellular Insights ha rilevato che i dispositivi Android testati sono stati in grado di raggiungere velocità di download superiori del 34,3-35,2%, mentre per l'upload il divario cresce e si arriva ad un +81,4-90% rispetto a quanto registrato su iPhone 16e.
I dati riportati entrano in conflitto con quanto rilevato lo scorso marzo da Ookla, il quale aveva invece certificato un vantaggio di Apple C1 rispetto ai modem Qualcomm, tuttavia in questo caso il confronto era stato fatto utilizzando un dispositivo Apple dotato del modem della casa di San Diego, ovvero iPhone 16.
Lo studio di Ookla aveva anche incluso i dati provenienti dai tre principali operatori statunitensi, mentre nel caso di Cellular Insights è stato preso in esame solo uno dei tre. A voler pensare male sembrerebbe proprio che, tra la scelta di adottare smartphone con design completamente diversi anche sotto il profilo delle antenne e la metodologia adottata nel test per la selezione dell'operatore, Qualcomm potrebbe aver in qualche modo pilotato il risultato dello studio, in modo da ottenere un risultato vero in termini assoluti, ma fortemente influenzato dal contesto.
Oltre a ciò, è curioso il fatto che l'ultima pubblicazione di Cellular Insights risalga a marzo 2017 (un'analisi della rete gigabit di Telstra); dopo ben 8 anni di silenzio (e un solo anno di attività, visto che esiste dal 2016) è quanto meno sospetto che la pubblicazione torni in azione con un test così controverso.