Lo sapevate che quando un razzo parte verso lo spazio, la stragrande maggioranza della sua massa non è costituita dal satellite che trasporta, ma dal propellente necessario per vincere la gravità terrestre? Come ha spiegato Winnie Lai, fondatrice e CEO di Auriga Space, "meno del 2% della massa del razzo è ciò che arriva nello spazio".
È proprio da questa sconcertante inefficienza che nasce l'ambizioso progetto della sua azienda statunitense: un sistema di lancio che promette di cambiare le regole del gioco. L'idea è quella di utilizzare una rampa a levitazione magnetica (maglev) per accelerare un veicolo di lancio fino a una velocità sbalorditiva, pari a sei volte quella del suono, prima ancora che accenda i suoi motori.
Il concetto alla base della tecnologia di Auriga Space prevede che, invece di affidarsi a enormi e costosi primi stadi a propellente, il sistema utilizza una lunga pista dotata di potentissimi magneti alimentati elettricamente. Questi accelerano il veicolo lungo un tracciato che termina con una rampa estremamente ripida, proiettandolo verso il cielo a velocità ipersonica. Solo a quel punto, quando gran parte del lavoro "sporco" è già stato fatto dall'elettricità a terra, il veicolo accenderà il proprio motore per la spinta finale necessaria a raggiungere l'orbita. Questo approccio non solo ridurrebbe drasticamente la quantità di carburante necessario, ma renderebbe anche l'infrastruttura di lancio rapidamente riutilizzabile, abbattendo tempi e costi.
Questa visione ha già convinto diversi investitori. Auriga Space ha recentemente raccolto finanziamenti per un totale di 6 milioni di dollari, equivalenti a circa 5,9 milioni di euro. La cifra include un round di finanziamento iniziale da 4,6 milioni di dollari guidato dalla società europea OTB Ventures e ulteriori 1,4 milioni provenienti da contratti con AFWERX e SpaceWERX, programmi di innovazione dell'aeronautica e della forza spaziale statunitensi. Questi fondi supporteranno lo sviluppo concreto della tecnologia. Il piano prevede per il prossimo anno la realizzazione di un tracciato da laboratorio al coperto, chiamato Prometheus, e di un acceleratore all'aperto per test ipersonici su vasta scala, battezzato Thor. Il sistema di lancio orbitale completo, che arriverà in un secondo momento, porterà il nome di Zeus.
Auriga Space non è l'unica azienda a esplorare alternative ai lanci tradizionali. Si inserisce in un filone di innovazione che vede protagoniste anche realtà come SpinLaunch, con la sua enorme centrifuga per "lanciare" satelliti, o Green Launch, che sperimenta un cannone spaziale. Tuttavia, ogni tecnologia presenta sfide uniche. Così come SpinLaunch ha dovuto affrontare problemi legati alle intense accelerazioni subite dai carichi utili, anche Auriga Space dovrà calibrare finemente la velocità di lancio per non danneggiare i delicati strumenti a bordo.
Inizialmente, l'azienda si concentrerà sul mercato dei test ipersonici, offrendo ai clienti la possibilità di eseguire prove multiple su uno stesso carico a un costo inferiore rispetto alle alternative attuali, per poi puntare alla vera frontiera: i lanci orbitali "responsivi", ovvero la capacità di mettere in orbita un satellite con un preavviso minimo, un'esigenza strategica sempre più sentita da agenzie come la US Space Force.