Recensione AirPods Pro 3, migliorano in tutto senza strafare | Video

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HDblog.it Oct 05, 2025 · 18 mins read
Recensione AirPods Pro 3, migliorano in tutto senza strafare | Video
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Uso AirPods da anni, nel mio zaino, alternate con delle Technics EAH-AZ100, ci sono le AirPods Pro 2, che preferisco alle Technics quando devo viaggiare e voglio una cancellazione del rumore più efficace. Le ho sempre considerate delle cuffiette in-ear di fascia alta che, pur rimanendo aderenti ad un target consumer, eccellono in molti dei parametri di giudizio. Al punto che mi sembrava difficile che questa nuova versione, semplicemente AirPods Pro 3, potesse differire molto in termini di ergonomia, ANC, autonomia e anche qualità del suono. E invece Apple mi ha stupito e queste nuove auricolari, specie in alcune situazioni, sono nettamente superiori alle precedenti, anche dove sembrava molto difficile poter fare meglio. Ma vi racconto tutto nelle prossime righe.

INDICEDESIGN, MATERIALI E ERGONOMIA

A prima vista, le nuove AirPods Pro 3 potrebbero sembrare una riproposizione quasi identica della generazione precedente. Ma come spesso accade con Apple, il diavolo è nei dettagli — e nel caso di questi auricolari, quei dettagli fanno davvero la differenza. Apple non ha stravolto la forma iconica delle AirPods Pro, mantenendo la classica estetica a tronco conico con stanghetta corta e curva. Tuttavia, la scocca dell’auricolare è stata ri-progettata con un’inclinazione più naturale che aderisce meglio al canale uditivo e alla parete dell'orecchio. Il risultato è una vestibilità ancora più stabile, che migliora l’ergonomia soprattutto nei padiglioni auricolari più piccoli o sensibili.

Questa nuova angolazione fa sì che il fusto degli auricolari sia leggermente più inclinato in avanti rispetto alle Pro 2, migliorando il bilanciamento e riducendo il rischio che l’auricolare si sposti o si disallinei durante i movimenti della mandibola — ad esempio quando si parla, si sorride o si mastica. Insomma, la nuova forma, seppur molto simile alla precedente, le rende comunque più comode, al punto che quasi ci si dimentica di averle addosso.

Sul piano dei materiali, Apple ha scelto di rimanere fedele alla formula collaudata: plastica lucida per auricolari e custodia, con dettagli scuri e inserti metallici nella parte inferiore per i microfoni. È una soluzione che garantisce durabilità e facilità di pulizia, ma che resta suscettibile a graffi e ditate. Chi sperava in una finitura più premium, magari opaca o satinata, dovrà attendere ancora.

La vera novità in termini di materiali, però, è nei nuovi gommini ibridi in schiuma e silicone. Apple ha sviluppato un sistema a doppio strato in cui l’anima in schiuma viscoelastica si adatta al condotto uditivo, mentre il rivestimento esterno in silicone morbido ne preserva l’integrità nel tempo, proteggendolo da sudore e sporcizia. È una soluzione che tenta di unire il meglio dei due mondi: la malleabilità e l’isolamento della schiuma, con la durabilità e l’igiene del silicone.

In pratica, la vestibilità migliora sensibilmente per la maggior parte degli utenti, pur senza essere di fronte a chissà quale miracolo. Inoltre, grazie alla schiuma, l'isolamento migliora. Sì, non siamo ancora al livello di gommini in memory foam (io in passato mi sono trovato molto bene con i Comply TrueGrip Max), ma rispetto ai vecchi modelli il passo in avanti c'è. Inoltre Apple ora include cinque misure di copriauricolari nella confezione: XXS, XS, S, M e L, con la taglia media come predefinita. È un upgrade importante rispetto alle tre misure inizialmente previste con le prime AirPods Pro, e anche un segnale di attenzione verso chi ha sempre avuto difficoltà di adattamento.

La custodia di ricarica mantiene le linee minimaliste e compatte tipiche di Apple, ma presenta alcuni ritocchi funzionali. È leggermente più alta per ospitare la nuova geometria degli auricolari, e integra un nuovo tasto capacitivo al posto del classico pulsante meccanico, nascosto sotto il bordo del coperchio. Una scelta interessante, che però può risultare meno intuitiva nelle prime interazioni, soprattutto quando si deve effettuare il reset o il pairing manuale. Il rivestimento esterno resta anche qui in plastica lucida, e continua a soffrire di una marcata predisposizione ai micrograffi, soprattutto se tenuta in tasca con chiavi o monete.

CANCELLAZIONE DEL RUMORE E TRASPARENZA

La cancellazione attiva del rumore (ANC) è da sempre uno dei punti forti delle AirPods Pro, e con la terza generazione Apple alza ulteriormente l’asticella. La promessa ufficiale parla di una cancellazione del rumore due volte più efficace rispetto alla generazione precedente. Un’affermazione audace, e sempre da prendere con le pinze, ma nella realtà dei fatti posso dirvi che la differenza c'è e si sente, nonostante le AirPods Pro 2 fossero già molto efficaci in questo. Ora, difficile dire se il livello di isolamento sia davvero raddoppiato ma certo le prestazioni di questo nuovo modello sono sorprendenti.

Il cuore dell’ANC delle AirPods Pro 3 resta il chip H2, lo stesso introdotto con le Pro 2, ma in questa nuova iterazione è supportato da un affinamento sia hardware (nuovi microfoni più sensibili, migliore isolamento passivo) sia software (algoritmi più veloci e reattivi). Il risultato è una riduzione del rumore percepito fino al 98%, a seconda della situazione ambientale e della qualità del fit. Durante le mie tre settimane di prova, gli auricolari hanno gestito con estrema efficacia rumori di fondo complessi e variabili, come: aspirapolvere a distanza ravvicinata, rumori urbani intensi (traffico, metropolitana), ambienti affollati come bar o aeroporti e altri rumori intensi come quello dei motori dell'aereo.

In ciascuno di questi scenari, le AirPods Pro 3 si sono dimostrate all’altezza, e a volte anche migliori, di alcune cuffie over ear di fascia alta. Parte del merito, come già detto, va anche ai nuovi gommini ibridi, che migliorano il sigillo acustico e quindi anche l’efficacia dell’ANC. Ma in generale è tutto il complesso che funziona al meglio e che consente una cancellazione di livello assoluto.

Un dettaglio da non trascurare: l’ANC si disattiva automaticamente se l’auricolare rileva di non essere inserito correttamente nell’orecchio. Questo evita il classico “effetto fischio” o la percezione di suoni artefatti, garantendo un’esperienza sempre coerente.

Ma una delle funzionalità più intelligenti introdotte con iOS 17 e perfettamente sfruttata dalle AirPods Pro 3 è la modalità Adattiva. Si tratta di un sistema che fonde in tempo reale ANC e Trasparenza, adattandosi dinamicamente all’ambiente circostante. In pratica: se siete in metropolitana e uscite sulla strada, il sistema modula il livello di isolamento acustico per permettervi di percepire i segnali ambientali essenziali senza dover toccare nulla. Allo stesso modo, se entrate in un ufficio silenzioso, l’ANC si riattiva in modo più aggressivo per favorire la concentrazione. È un comportamento che ricorda molto il funzionamento di alcune cuffie over-ear top di gamma, ma raramente visto in auricolari true wireless con questa naturalezza. Funziona bene e solitamente è anche molto preciso; ho notato solamente qualche incertezza e un adattamento più lento nelle situazioni "a metà strada".

La modalità Trasparenza delle AirPods Pro 3 resta poi una delle più avanzate del settore. Il suono ambientale viene catturato dai microfoni beamforming e riprodotto con estrema naturalezza, al punto da dimenticare di avere auricolari nelle orecchie. In ambienti chiusi, come uffici o negozi, è perfettamente possibile sostenere una conversazione senza mai togliere gli auricolari. Persino i suoni più tenui, come fruscii, passi o voci lontane, vengono percepiti senza alterazioni evidenti.

Da segnalare anche la funzione di Rilevamento Conversazione, che rileva automaticamente quando chi le indossa inizia a parlare, abbassando la musica, e attivando la modalità trasparenza per favorire la conversazione. È una funzione utile e discreta, anche se può richiedere un leggero periodo di adattamento. Ne ho notato l'efficacia quando ho dovuto chiedere un bicchiere d'acqua alla hostess sull'aereo; un'operazione per cui solitamente si deve "smanettare" con l'auricolare. o direttamente toglierla dall'orecchio.

Nel complesso, le AirPods Pro 3 migliorano sensibilmente rispetto alla generazione precedente e si pongono come nuovo punto di riferimento tra gli auricolari con ANC. L’unica vera condizione per ottenere risultati eccellenti è quella di assicurarsi una vestibilità ottimale — un aspetto sul quale Apple ha comunque investito con decisione, sia nella forma degli auricolari sia nella varietà di gommini inclusi.

QUALITÀ DEL SUONO

Quando si parla di qualità audio, il terreno è sempre delicato: ogni orecchio ha le sue preferenze, e ogni genere musicale può enfatizzare pregi o limiti di un prodotto. Ma una cosa è certa: con le AirPods Pro 3, Apple ha fatto un ulteriore passo avanti verso una resa sonora più ricca, spaziale e immersiva, pur restando fedele alla filosofia che ha sempre contraddistinto la linea, equilibrio, accessibilità e trasversalità, in una parola: ruffiane.

Il primo elemento che salta all’orecchio è la presenza decisa dei bassi. Le AirPods Pro 3 presentano una curva EQ di tipo “V”, con enfasi sia sulle frequenze basse che su quelle alte. Questo si traduce in un suono coinvolgente e dinamico, particolarmente adatto alla musica pop, elettronica, hip-hop e in generale a quei brani che puntano su profondità e impatto.

Nei brani con sub-bass marcati, come “Angels” dei Massive Attack, il suono è avvolgente, potente e tridimensionale. Le basse frequenze non risultano mai distorte, anche ad alto volume, ma possono essere eccessive o affaticanti nei lunghi ascolti per chi preferisce una resa più neutra. Apple, infatti, non consente ancora un controllo diretto dell’EQ tramite app: le uniche regolazioni disponibili sono nascoste nelle impostazioni di accessibilità di iOS, e non sono certo pensate per l’audiofilo. Questa mancanza di un equalizzatore personalizzabile è probabilmente il più grande limite strutturale del prodotto dal punto di vista audio, soprattutto considerando che concorrenti come Sony e Technics offrono un tuning fine via app anche su modelli di fascia inferiore.

La gamma media è ben rappresentata: voci maschili e femminili suonano ricche, immediate e ben posizionate nel mix. Nei brani acustici o vocali, come “Young and Beautiful” di Lana del Rey, le AirPods Pro 3 restituiscono un timbro naturale e realistico, con strumenti ben separati e una buona definizione nei transienti. Gli alti sono limpidi ma non invadenti, con una brillantezza che riesce a valorizzare i dettagli senza mai risultare tagliente o affaticante. Le sibilanti sono gestite con discrezione, e anche nei passaggi più complessi l’immagine sonora rimane coesa e intelligibile. Sparatevi nelle orecchie Superstition di Steve Wonder e state attenti alla pacata nitidezza del suono dei piatti.

Nel complesso, la resa sonora è ottimizzata per piacere al grande pubblico, non per offrire un suono monitor o analitico. Ed è esattamente questo il punto: le AirPods Pro 3 non sono pensate per l’audiofilo da divano, ma per l’utente Apple che vuole una qualità audio di alto livello da adattare ad ogni contesto, dal podcast al film, dalla playlist da palestra alla conference call; tutto senza preoccuparsi di dove mettere mano ad un equalizzatore.

Ma se c’è un ambito in cui le AirPods Pro 3 brillano davvero, è l’esperienza di ascolto spaziale. Grazie alla funzione Audio Spaziale personalizzato con head tracking, Apple riesce a simulare con efficacia una scena sonora tridimensionale che va ben oltre la semplice stereofonia. Nei film e nelle serie compatibili (Dolby Atmos incluso), la sensazione è quella di trovarsi in mezzo alla scena, con voci, effetti e musica che si muovono nello spazio in risposta ai movimenti della testa. Il soundstage, pur non essendo paragonabile a quello di cuffie over-ear di fascia alta, è ampio e credibile, e rende l’ascolto molto più coinvolgente.

Anche nella musica, l’effetto di apertura e immersione è enfatizzato da questa modalità di ascolto, soprattutto nei brani con una produzione ricca di riverberi o layering complesso. Tuttavia, resto del parere che non si tratti della funzione migliore per l'ascolto musicale, pur restando perfetta per i contenuti cinematografici. Detto questo, se non siete audiofili puristi, le AirPods Pro 3 vi daranno soddisfazioni su tutta la linea. Suonano bene in ogni contesto, hanno un tuning coinvolgente e raffinato, e l’audio spaziale le rende semplicemente uniche nel panorama TWS.

CONNETTIVITÀ E BATTITO CARDIACO

Quando si tratta di connessione, Apple continua a seguire una strategia chiara e coerente: ottimizzazione assoluta per i dispositivi della mela, con funzionalità avanzate, prestazioni fluide e integrazione profonda con iOS, macOS, iPadOS e watchOS. Ma al di fuori del giardino di Cupertino, il discorso cambia sensibilmente. Le AirPods Pro 3 utilizzano Bluetooth 5.3, uno standard efficiente sul piano energetico e stabile nella trasmissione, ma Apple ha deciso, ancora una volta, di non adottare codec audio ad alta risoluzione. La compatibilità resta limitata ai codec AAC e SBC, escludendo completamente opzioni come LDAC, aptX Adaptive o LC3, ormai disponibili anche su prodotti di fascia media di altri brand.

Questo significa che, nonostante l’elevata qualità sonora percepita, la trasmissione resta compressa, e la riproduzione lossless di Apple Music non è realmente lossless, anche su iPhone. È un limite tecnico evidente, soprattutto se confrontato con alcune proposte concorrenti, che già offrono una trasmissione ad alta definizione via Bluetooth.

Il vero cuore dell’esperienza wireless è però il chip Apple H2, già visto sulle AirPods Pro 2 ma ulteriormente valorizzato grazie a miglioramenti software e nuove feature di iOS. Questo chip gestisce non solo l’audio, ma anche l’ANC, l’audio spaziale, la connessione rapida e stabile tra i dispositivi Apple e la transizione fluida da un device all’altro. Grazie all’H2, le AirPods Pro 3 si connettono quasi istantaneamente a iPhone, iPad o Mac associati allo stesso Apple ID, senza bisogno di pairing manuale. La commutazione automatica tra dispositivi è fluida nella maggior parte dei casi, anche se talvolt, in scenari affollati o con più device apert, può risultare meno reattiva.

La custodia delle AirPods Pro 3 integra poi il chip U2, evoluzione dell’Ultra Wideband introdotto su AirTag. Questo chip consente un tracciamento estremamente preciso tramite l’app Dov’è, con una navigazione direzionale stile radar per individuare la custodia smarrita. Inoltre, la custodia è dotata di un altoparlante integrato, utile non solo per l’identificazione sonora, ma anche per confermare ricariche o connessioni.

Se utilizzate uno smartphone Android, le AirPods Pro 3 funzionano come qualsiasi altro paio di auricolari Bluetooth, ma perdete praticamente tutte le funzionalità avanzate: niente ANC adattivo, niente audio spaziale, niente personalizzazione dei controlli, niente aggiornamenti firmware. Nemmeno un’app ufficiale Apple per Android è disponibile per gestire le impostazioni. In altre parole, su Android le AirPods Pro 3 diventano auricolari premium ma castrati, senza alcuna reale giustificazione per il prezzo, a meno che non le utilizziate parallelamente con un dispositivo Apple.

BATTITO CARDIACO

Con le AirPods Pro 3, Apple introduce per la prima volta nella linea AirPods una funzione che fino a poco tempo fa era riservata a smartwatch e dispositivi indossabili dedicati: il monitoraggio della frequenza cardiaca in tempo reale. È una novità che cambia il ruolo di questi auricolari, trasformandoli in dispositivi biometrici veri e propri, al pari di un Apple Watch.

Il sistema di rilevamento integrato nelle AirPods Pro 3 è basato su un sensore PPG (fotopletismografia), completamente inedito e progettato su misura per il form factor delle cuffiette, a differenza del sensore ottico a LED verde utilizzato nei Powerbeats Pro 2. In questo caso, Apple ha optato per un emettitore a infrarossi invisibile, capace di emettere luce fino a 256 impulsi al secondo, con un consumo energetico estremamente contenuto. Il vantaggio di questa scelta è duplice: da un lato, massima discrezione, il sensore è totalmente invisibile durante l’uso, e dall’altro, una misurazione più frequente e fluida, che si integra perfettamente con l’ecosistema Apple Health e con l’app Fitness.

Da notare che, al momento, non è possibile misurare la frequenza cardiaca con il sensore delle cuffiette in qualsiasi momento. Il rilevamento funziona solo con l'app fitness dopo aver avviato un'attività.

Durante i test, i dati rilevati dalle AirPods Pro 3 si sono dimostrati coerenti con quelli raccolti da uno smartwatch con lettore da polso, almeno nelle attività a bassa intensità. In sessioni di camminata veloce, la frequenza cardiaca registrata era praticamente identica a quella dell’orologio, con uno scarto inferiore a 2-3 bpm. In generale l’efficacia del sensore dipende in gran parte dalla stabilità degli auricolari nell’orecchio. Se le cuffiette iniziano a muoversi, anche leggermente, il contatto con la pelle si perde e i dati diventano meno affidabili. In questi casi l’algoritmo di Apple Fitness combinerà le letture delle AirPods e dell’Apple Watch, scegliendo quella più accurata in base al tipo di esercizio.

È interessante notare che, proprio in situazioni dove l’Apple Watch può avere difficoltà, ad esempio per chi ha tatuaggi sul polso o durante esercizi con movimenti intensi del braccio, le AirPods Pro 3 possono diventare un’alternativa valida, offrendo un punto di rilevamento completamente diverso, nella zona auricolare, spesso più stabile e meno soggetta a interferenze.

AUTONOMIA

L’autonomia è uno di quegli aspetti che, per quanto tecnicamente meno affascinanti rispetto a suono o intelligenza artificiale, fa la differenza tra un buon prodotto e uno eccellente nell’esperienza d’uso quotidiana. Con le AirPods Pro 3, Apple ha ribilanciato il consumo energetico introducendo miglioramenti importanti sul fronte degli auricolari, ma anche un piccolo compromesso sul fronte della custodia.

Apple dichiara fino a 8 ore di ascolto continuo con la cancellazione attiva del rumore (ANC), contro le 6 ore delle AirPods Pro 2. Nei test reali, questo dato è stato non solo confermato, ma in alcuni casi persino superato, con sessioni di ascolto che sono andate leggermente oltre le 8 ore dichiarate, con volume medio e condizioni d’uso miste (musica, podcast, chiamate). Si tratta di un miglioramento notevole, che permette finalmente di affrontare una giornata lavorativa o un lungo volo intercontinentale senza dover ricaricare le cuffiette nel mezzo. È un traguardo importante, soprattutto se consideriamo la quantità di funzioni attive in background (ANC, head tracking, sensori biometrici, connessione continua).

Il compromesso è nella custodia di ricarica. Se da un lato gli auricolari durano di più, dall’altro la capacità della custodia è stata ridotta: si passa dalle 24 ore extra delle Pro 2 alle 16 ore nelle Pro 3, per un totale complessivo di circa 24 ore di ascolto combinato, contro le 30 ore precedenti. Apple ha motivato questa scelta con la necessità di ospitare la nuova geometria degli auricolari e il sensore capacitivo, oltre che per integrare il chip U2 per il tracciamento avanzato. Il risultato è una custodia più alta e sottile, ma con una batteria meno capiente. Resta il fatto che, grazie alla ricarica rapida, bastano 5 minuti nella custodia per ottenere circa un’ora di ascolto, un dato che salva molte situazioni d’emergenza.

CONSIDERAZIONI

Le AirPods Pro 3 rappresentano, a tutti gli effetti, la maturità assoluta della visione di Apple nel mondo dell’audio personale. Non siamo più di fronte a semplici auricolari true wireless, ma a un companion intelligente e multisensoriale, capace di coniugare prestazioni audio, benessere, accessibilità e connettività in un pacchetto piccolo, raffinato e incredibilmente integrato. Se c’è una parola che riassume l’esperienza AirPods Pro 3, è integrazione. Ogni funzione, dalla cancellazione del rumore alla traduzione simultanea, dal rilevamento del battito alla connessione multi-devic, è pensata per funzionare in simbiosi con iOS, iPadOS, macOS e Apple Watch. Chi è già immerso in questo ecosistema percepirà le Pro 3 non come un semplice accessorio, ma come un’estensione naturale dei propri dispositivi.

La semplicità con cui si accoppiano, si sincronizzano e si adattano al contesto d’uso è ancora oggi senza rivali nel panorama degli auricolari true wireless. Nessun brand terzo, per quanto blasonato, è in grado di offrire la stessa profondità di integrazione. Ma proprio questa forza, per alcuni, può trasformarsi in debolezza. Fuori dall’ecosistema Apple, infatti, le AirPods Pro 3 perdono gran parte del loro valore. L’assenza di un’app per Android, la mancanza di un equalizzatore personalizzabile, l’impossibilità di aggiornare il firmware o usare le funzioni avanzate, rendono queste cuffiette sproporzionate rispetto al prezzo se usate con dispositivi non Apple.

Il prezzo di listino, infine, è di 249 euro. Una cifra che colloca le AirPods Pro 3 nella fascia alta del mercato, senza però risultare fuori scala. Considerando le funzionalità offerte, e in particolare la combinazione unica di audio spaziale avanzato, cancellazione del rumore leader di settore, monitoraggio biometrico e (quando arriverà anche da noi) traduzione simultanea, il valore complessivo è elevato. Insomma, dovremo sicuramente tornarci quando anche le nuove funzioni intelligenti saranno disponibili in Italiano, ma anche così queste AirPods Pro 3 ci hanno convinto.

PRO E CONTRO Vestibilità ottima ANC ai vertici della categoria Modalità trasparenza da riferimento Rilevamento del battito preciso Manca un equalizzatore personalizzabile La custodia ha meno batteria di prima Niente audio Lossless VIDEO