Recensione Arctic P9 Plus: un'ottima ventola da 92 mm per SFF e non solo

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HDblog.it Sep 07, 2025 · 7 mins read
Recensione Arctic P9 Plus: un'ottima ventola da 92 mm per SFF e non solo
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Nel mondo dei PC desktop di oggi due formati di ventola dominano in modo pressoché incontrastato: le 120 mm sono lo standard de facto, e le 140 mm sono quel “qualcosa in più” sfizioso e un po’ più elitario. Negli ultimissimi tempi abbiamo visto qualche primissimo passo da parte dei produttori nel mondo delle 160 mm, ma è difficile in questo momento capire se diventeranno un trend significativo o se rimarranno relegate in una nicchia ai margini della scena.

Possiamo dire che i produttori cercano di aumentare sempre di più i diametri delle loro ventole, e con ottime ragioni: più grosse sono le pale, più aria muovono, e quindi possono girare più lentamente, a tutto vantaggio del rumore. È un po’ la ragione per cui le build migliori includono un gran numero di ventole nel case: certo che ne basterebbero due per ottenere le stesse temperature, ma sarebbero molto più rumorose e di conseguenza fastidiose.

Eppure in determinati settori sta tornando in auge un formato che ormai si dava per spacciato, almeno nel mondo consumer: quello delle 92 mm, che fino a forse una decina d’anni fa era lo standard sia per i case sia per i dissipatori di CPU e GPU, oggi sono appannaggio solo di ambienti server e datacenter. Come dicevamo, ormai i 120 mm dominano, ma in alcuni scenari questo formato più compatto si sta rivelando molto utile e apprezzato.

È il caso in particolare dei sistemi SFF, o Small Form Factor - case generalmente molto compatti, basati su motherboard mini-ITX, che però permettono di realizzare build di fascia altissima grazie a un uso intelligente dello spazio e di tutte le più recenti tecnologie di dissipazione del calore, in particolare il liquido. Una RTX 5090 e un processore top di gamma in un case da 20 litri o poco più? Si può fare, e senza throttling!

Non è difficile capire perché su sistemi del genere una ventola un pochino più compatta sia molto ambita; il problema è che la scelta, al giorno d’oggi, non è particolarmente ampia come una volta, almeno in ambito desktop. Questo formato è ancora super popolare e lo standard de facto nel mondo server, ma è evidente che sistemi del genere hanno esigenze di raffreddamento ben diverse - per contro alcune feature che potrebbero fare gola nel settore consumer qui sono superflue, se non controproducenti.

In questo contesto si inserisce la gamma P9 di Arctic, lanciata qualche mese fa e articolata in tre modelli - le P9 PWM PST, le P9 Max e le P9 Silent, oggetto di questa recensione. Hanno un look piuttosto tradizionale e pochi fronzoli (leggasi: niente LED RGB), ma costano poco e sono di ottima qualità, come da tradizione per il marchio. Come vedremo, sono un’ottima scelta, e non solo per sistemi SFF.

Prima di addentrarci nella recensione, una breve carrellata dei modelli della gamma.

  • Le P9 Silent sono quelle che muovono meno aria, e anche le più economiche: costano 10€, e hanno un CFM di 23,96, o 40,7 metri cubi all’ora. La velocità massima è di 1.900 giri al minuto, e non sono regolate da PWM. Il costo è di 11€ a ventola.
  • Le P9 PWM PST sono le intermedie: il CFM sale a 38,83 o 65,97 metri cubi all’ora e la velocità massima è di 3.000 giri al minuto.
  • Le P9 Max sono le più potenti: CFM di 58,25, o 98,97 metri cubi all’ora, e velocità massima di 4.300 giri al minuto, anche qui controllate via PWM. Queste ventole costano 13€ l’una.

Tutte e tre le ventole si basano su cuscinetti fluidodinamici, sono spesse 2,5 cm, pesano un centinaio abbondante di grammi e hanno una garanzia di 6 anni.

Quando abbiamo ricevuto le P9 Silent, ad aprile, avevamo un problema: un NAS piuttosto rumoroso. Soluzione ormai superata, dite voi? Noi invece riteniamo che più passa il tempo più facile sia abbandonare il cloud, tra data breach e costi degli abbonamenti sempre più alti, soprattutto quando si parla di backup dei propri dati personali, registrazioni degli impianti di sorveglianza e documenti di lavoro.

Storage 23 Gen

Fatto sta che sul Synology DS224+ che avevamo testato l’anno scorso avevamo un problema di ventola, come dicevamo. Beh, forse “problema” è eccessivo: diciamo che in una stanza silenziosa la si sentiva girare piuttosto chiaramente. Così ci siamo chiesti se il passaggio a questa nuova Arctic P9 Silent avrebbe potuto migliorare la situazione. E così abbiamo proceduto alla sostituzione.

L’operazione è molto semplice: la ventola montata da Synology ha dimensioni esattamente identiche (del resto sono uno standard) e lo stesso connettore a 3 pin. Smontare il NAS è questione di qualche minuto (c’è la guida ufficiale, per chi ne avesse bisogno), con un paio di cacciavite e un attrezzo di plastica per fare leva si fa tutto quanto. Non c'è niente da configurare: la ventola originale è a 3 pin come questa Arctic, dal punto di vista del NAS tutto continua a funzionare esattamente come prima.

Una volta rimontato tutto e avviato il NAS, la differenza si è immediatamente percepita anche a orecchio, senza bisogno di tirare fuori il fonometro. In fase di avvio, dove generalmente si tende a “spingere” un po’ di più, la si sente appena, ma viene immediatamente oscurata dagli HDD quando iniziano a fare i loro test di avvio. Durante la normale operatività serve davvero il silenzio assoluto, quasi da camera anecoica, per sentire il benché minimo movimento.

Usando strumenti un po’ più precisi possiamo dire di aver riscontrato una riduzione della rumorosità quantificabile tra i 2,8 e i 3,3 dB (misurati a 1 m di distanza) rispetto alla ventola stock del NAS. È un valore davvero elevato, ma è soprattutto il tono a fare la differenza: con questa Arctic rimane piuttosto corposo e asciutto, si percepisce meno il ronzio elettrico del motore e rimane una sorta di fruscio che è più accomodante. Al tempo stesso, ma questa è una misurazione piuttosto empirica e approssimativa, sembra che l’aria mossa dalla nuova ventola sia più intensa rispetto alla precedente, a parità di RPM. Più concreto l'indicatore della temperatura integrato nel NAS, che indica valori leggermente inferiori sia in idle sia durante operazioni più impegnative: due o tre gradi, niente di trascendentale, ma intanto la differenza c'è.

Arctic usa lo stesso design a cinque pale ricurve e bombate già visto su ventole di altre dimensioni, per esempio le P12. È un sistema che garantisce una buona movimentazione di aria. La soluzione fluidodinamica è notoriamente quella con una longevità non proprio lunghissima, ma Arctic sembra piuttosto sicura del fatto proprio con ben sei anni di garanzia.

Da quello che abbiamo potuto constatare, Arctic ha portato sul mercato un altro prodotto in linea con la sua filosofia: costi contenuti, qualità senza compromessi, ma forse un po’ spartana. L’assenza del controllo PWM preclude l’operatività “0 RPM”, che può fare comodo se si cerca di realizzare un sistema che fa rumore solo quando è necessario. Visto che a livello tecnico si tratta della stessa ventola, il suggerimento se state realizzando una build SFF è di orientarvi più verso gli altri due modelli. Ma se avete bisogno di una ventola silenziosa, economica e pensata per girare anche a basso regime 24/7, questa P9 Silent fa decisamente al caso vostro.

Se potessimo proporre ad Arctic un upgrade per il futuro, ci piacerebbe vedere i fori di montaggio rivestiti in gomma, per ridurre ulteriormente le vibrazioni - e poi magari una variante di colore bianco, che è un colore sempre più in voga nel mondo del PC building. Variante RGB? Perché no, ma dubitiamo che negli SFF abbia granché senso.