Nell'ultimo mese e mezzo, precisamente dal 16 giugno, io e Davide ci siamo cimentati in una sfida: sostituire le nostre AirPods e Technics con degli auricolari super economici. Il tutto è iniziato con una promozione LIDL che proponeva degli auricolari Silvercrest TWS Bluetooth con addirittura l'ANC, ovvero la Cancellazione Attiva dei Rumori, all'assurdo prezzo di 9,99 euro. L'unica condizione per averli? Andarli ad acquistare in negozio, costringendoti a vagare per le corsie del discount e magari acquistare anche altro.
Questa strategia ha un nome: si chiama "loss leader" o "prodotto civetta" in italiano. Parliamo di un bene venduto a basso prezzo, addirittura in perdita, con lo scopo di attirare i clienti fisicamente nel punto vendita. L'obiettivo principale, come avrete ben capito, non è guadagnare su quel prodotto specifico, ma aumentare il traffico in negozio, stimolare acquisti d'impulso su beni con margini molto più alti e fidelizzare il cliente.
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Tutto ciò si lega al marketing esperienziale: il dover cercare l'offerta in negozio stimola curiosità e coinvolgimento, trasformando l'acquisto in una sorta di "caccia al tesoro".
Se quanto vi sto raccontando vi sembra folle, non lo è. Mio padre è l'esempio più lampante: iscritto a gruppi Facebook come "LIDL Offerte ROMA 🇮🇹🇪🇺" e simili, dove le persone segnalano gli store con disponibilità dei prodotti in offerta, si fanno recensioni di ciò che si acquista e via dicendo.
Quando esce qualche nuova offerta, si scatena una vera e propria caccia al tesoro, che si esaurisce in una gioia immensaper chi riesce a trovare e acquistare il bene e magari fregiarsi di ciò su qualche gruppo Facebook.
Incuriosito da tutto ciò, ho deciso di partecipare a una di queste "cacce al tesoro" e mi sono procurato gli auricolari Silvercrest a 9,99 euro, con addirittura l'ANC, una caratteristica esclusiva di auricolari che spesso superano i 50 o 100 euro.
Sarò onesto, non ho avuto grande soddisfazione nell'acquisto, se non per il fatto che mi sembrava di star acquistando un bene di lusso, tenuto sotto teca con tre lucchetti a protezione. Era il primo giorno di promozione e ho avuto anche la fortuna di poter scegliere il colore: bianco o nero.
Davide, incuriosito come me, si è messo subito all'opera per procurarsi degli auricolari di "marchi noti" a un prezzo piuttosto simile. Il suo obiettivo era dimostrare che, spendendo poco di più, si può avere sempre, senza attendere promozioni, un bene di pari valore, e magari anche di un marchio più blasonato. Il suo acquisto finale? Le Redmi Buds 6 Play a 12,99 euro. Tre euro in più sono pochi? Beh, è il 30% in più, una bella differenza.
IL CASE E I MATERIALI UTILIZZATILe Silvercrest "E1 B2", questo il loro nome in codice, sono realizzate in una plastica molto spartana ma rigida e resistente. Esternamente c'è un trattamento opaco che fa un po' di grip e aiuta ad avere una percezione degna al tatto, che spesso appartiene ad auricolari dieci volte più costosi.
Le dimensioni del case sono 60 x 28,4 x 50,5 mm, mentre gli auricolari sono circa 21,3 x 25,4 x 35,9 mm. Mi scuserete se queste misure non sono totalmente accurate, ma online non esiste la minima informazione e scheda tecnica, quindi è tutto misurato manualmente. All'interno del case troviamo una batteria Li-Ion da 3,7V, 400mAh, 1,48Wh. Tale batteria permette di ottenere circa 3 cicli di carica completi in caso di auricolari totalmente scarichi. In breve, abbiamo 4 cariche a disposizione, partendo con auricolari e case al 100%.
Il coperchio si apre piuttosto facilmente ed è un po' ballerino, non ha una resistenza che gli permette di rimanere chiuso. Basta davvero il minimo scuotimento per far richiudere il coperchietto. Estrarre gli auricolari è piuttosto semplice dal momento che fuoriescono molto. Sia sul case che sui due auricolari c'è un LED di stato bianco/rosso/blu. Il primo pairing è piuttosto semplice e immediato dal momento che non ci sono particolari tasti da cliccare.
Sulla custodia, infatti, non c'è altro che una USB-C per la ricarica, che tra l'altro risulta piuttosto lenta, poco meno di 2 ore. Anche gli auricolari si ricaricano molto lentamente e questo è un aspetto piuttosto critico, soprattutto se si utilizzano per lunghi spostamenti.
In ogni caso, LIDL deve essere molto sicura della qualità di assemblaggio ed elettronica utilizzata, dal momento che garantisce ben 3 anni questi auricolari, uno oltre il classico range di garanzia.
L'ESPERIENZA DI DAVIDE
Le Redmi Buds 6 Play di Davide hanno un case nero e i segni del tempo di questo mese e mezzo si vedono tutti. Anche qui parliamo di una custodia opaca e, magari con meno accortezza nel trasporto, si vedono tutti i segni "del tempo". Lui, rispetto a me, li ha portati anche in spiaggia.
Il case è quasi più compatto, anche per il form factor con apertura dall'alto, e permette di avere una batteria più grande pari a 600mAh. Anche la ricarica della custodia e degli auricolari è più rapida. Parliamo di auricolari senza il gambo, che occupano quindi molto meno spazio.
VESTIBILITÀ E TENUTA NELL'ORECCHIOSe estrarre gli auricolari è molto semplice, lo stesso si può dire per la vestibilità e l'ergonomia: gli auricolari si inseriscono molto bene all'interno del nostro orecchio e il gambo permette tra l'altro di avere una buona tenuta poiché, nel mio caso, quasi "spinge" contro la zona del condilo mandibolare.
L'effetto finale è un ottimo grip, dovuto anche al fatto che parliamo di auricolari "in-ear", con gommino, che quindi difficilmente si muovono dalla loro posizione originale. In confezione, tra l'altro, ci sono due taglie di ricambio di gommini.
Non ci sono gesture touch, che rischiano di scomporre l'auricolare, ma comandiamo il tutto con due pulsanti fisici posti ai lati posteriori dei due gambi. Il clic è semplice e richiama varie gesture, come anche l'assistente vocale, l'attivazione dell'ANC o della modalità trasparenza.
L'ESPERIENZA DI DAVIDE
Rispetto alle mie Silvercrest, Davide ha avuto un'esperienza differente. Ovviamente parliamo di auricolari a pillolina, che stanno benissimo all'interno del padiglione auricolare se riescono ad adagiarsi a dovere. Pesando 3,6g, non ci sono particolari problemi e sono molto ferme in posizione. Attenzione solo con l'attività fisica, perché potrebbero essere meno stabili.
Qui ci sono controlli soft touch, più graditi a molti, ma non ci sono particolari funzioni in più rispetto alle Silvercrest. Qui non c'è l'ANC, e di conseguenza neanche la modalità trasparenza.
QUALITA' DI ASCOLTONel mio quotidiano utilizzo le AirPods 4 con ANC: auricolari con troppe ottimizzazioni tra qualità di ascolto, audio spaziale, microfoni, autonomia e compatibilità che mi risulta davvero difficile abbandonarle. Quando ho bisogno di qualcosa con più grip, poiché con le AirPods 4 mi è quasi impossibile fare una corsetta senza aggiustarle ogni due minuti, utilizzo le Nothing Ear di terza generazione, che trovo semplicemente fantastiche.
Le Nothing Ear sono memorabili per l'equalizzatore e il software a loro disposizione, a differenza delle AirPods dove le impostazioni si toccano raramente. Sulle Silvercrest E1 B2, anche non si tocca nulla, ma perché non esistono app e impostazioni a supporto.
Una volta indossate, l'unica cosa che possiamo fare è gestire il volume e la modalità ANC, e basta. Quindi, com'è la qualità di ascolto? Poco sotto il livello di CMF Buds 2 Plus o OnePlus Nord Buds 4.
Questo non mi stupisce, dal momento che ormai lato hardware può cambiare davvero poco su dimensioni così piccole. Si cerca sempre di tirar fuori driver con materiali innovativi, incastrare doppi driver più piccoli e via dicendo, ma le differenze non sono clamorose.
Qui, nel concreto, possiamo ascoltare il basso meno presente, meno corposo, quasi di sottofondo, quando presente nelle canzoni. Il vocale è sempre chiaro, non troppo caldo e né troppo freddo. Si vede che c'è un'equalizzazione fatta per adeguarsi a ogni genere musicale. I bassi vengono riprodotti bene, ma non sono totalizzanti. Il volume è alto: diciamo che il 100% delle Silvercrest è sull'85-90% delle CMF Buds 2 Plus o OnePlus Nord Buds 4.
L'ESPERIENZA DI DAVIDE
Le Redmi Buds 6 Play di Davide si caratterizzano per la possibilità di sfruttare un'applicazione che, tra le svariate funzioni, permette di usare cinque profili di equalizzatore predefiniti. Rispetto agli auricolari della LIDL, quindi, puoi tarare meglio l'ascolto in base al tuo gusto o ai generi musicali che ascolti. Il suono risulta un po' più aperto e con dei bassi più corposi. Un suono del 30% migliore? Difficile dirlo, ma sicuramente migliore. Qui, poi, abbiamo un Bluetooth 5.4 rispetto al 5.3 delle Silvercrest.
BATTERIE A CONFRONTO
Su questo fronte, non c'è storia: le Redmi Buds 6 Play sono imbattibili. Parliamo di 7,5 ore di ascolto a volume mediocontro le sole 4 ore senza ANC delle Silvercrest. Con l'ANC attivo, l'autonomia delle Silvercrest scende drasticamente a circa 2 ore.
A questo punto, la domanda da porsi è: l'ANC delle Silvercrest fa davvero la differenza? Permette di annullare o mitigare in modo significativo i rumori di un viaggio in aereo? La risposta è no. I suoni vengono leggermente attenuati e non sono più eccessivamente fastidiosi, ma se vi ritrovate con un bimbo che grida qualche fila dietro di voi, l'effetto è quasi nullo. Anche la modalità trasparenza amplifica poco. Dal mio punto di vista, non c'è un reale motivo per rinunciare a tutta quell'autonomia per un beneficio così limitato. Molto meglio l'autonomia delle Redmi Buds 6 Play.
PREZZI E CONCLUSIONIAlla fine della fiera, quindi, ha senso spendere il 30% in più? E, a prescindere da ciò, ha senso spendere 10 euro per degli auricolari Bluetooth true wireless della LIDL? Onestamente, sì, come ha senso spenderne 13 per quelli di Xiaomi se i loro benefici o la loro forma valgono per te quel 30% in più.
Questi due mesi ci hanno fatto sicuramente rendere conto di una cosa: spendere di più è spesso davvero un "capriccio personale" e auricolari del genere, per la stragrande maggioranza delle persone, vanno più che bene.
Inoltre, essendo prodotti di "estremo consumo" (considerando che sono praticamente impossibili da riparare e che, ad esempio, sostituire le AirPods in garanzia costa quanto comprarle nuove), qui almeno a ogni cambio non sei costretto a spendere di nuovo cifre elevate.
Anche se hai già degli auricolari costosi, ha senso magari metterne un paio simili nel cassetto, da portare al mare come ha fatto Davide o in viaggio come ho fatto io. Per chi queste cuffiette non sono quasi mai consigliabili? Per chi fa molte chiamate, poiché i microfoni ci sono ma non sono niente di che, soprattutto se paragonati a prodotti specializzati come le Huawei FreeBuds, le Nothing Ear o le AirPods.
L'ANC ci aveva stuzzicato, ma alla fine dei conti non è risultato rivoluzionario come ad esempio su delle CMF Buds 2 Pro. Quindi, 10 e 13 euro ben spesi? Assolutamente sì.
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