Recensione Google Pixel 10: perfetto per alcuni, migliorabile per altri | Video

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HDblog.it Sep 09, 2025 · 26 mins read
Recensione Google Pixel 10: perfetto per alcuni, migliorabile per altri | Video
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È passato quasi un mese da quando ho messo le mani sul Google Pixel 10 e ho volutamente atteso per monitorare la situazione, poiché, come anticipato nella recensione del Pro XL, c'erano diversi aspetti da valutare nel tempo.

Questa nuova generazione migliora la precedente, ma è chiaramente un punto di partenza, non di arrivo. Il nuovo SoC, il Tensor G5, ha un enorme potenziale ancora non sfruttato. La GPU è una novità assoluta nel panorama smartphone, e di conseguenza pochissimi giochi e applicazioni hanno driver ottimizzati.

La TPU, il cuore dell'intelligenza artificiale, è migliorata del 60%, ma questo balzo in avanti si vede soltanto con l'IA di Google nelle app di Google. Se si utilizzano app e LLM di terze parti, come Llama 3, le prestazioni sono paradossalmente peggiori di quelle del vecchio Tensor G4.

Tempi di elaborazione LLAMA 3.2 3B (testo da 500 parole)

La Google Camera si è aggiornata proprio in queste settimane e, in effetti, sia il Pixel 10 Pro che il Pixel 10 hanno sistemato alcune problematiche iniziali, con risultati fotografici che ora sono sorprendenti per molti versi.

Tuttavia, come sul modello Pro XL, anche qui mancano all'appello tutte le funzioni software e le esclusive sulla connettività satellitare disponibili in America. Questo, per un utente italiano, rende i nuovi Pixel 10 un po' "monchi" e fin troppo simili alla generazione precedente.

È successa una cosa curiosa durante un mio recente viaggio a Berlino: sul Pixel 10 sono comparse dal nulla le app "Pixel Studio" e "Pixel Screenshot". La beffa? Entrambe hanno un'interfaccia tradotta in italiano, ma mostrano un bizzarro popup che segnala come l'applicazione, di fatto, non supporti la lingua italiana.

Android 05 Set

Android 27 Ago

Tornando ora strettamente al Google Pixel 10, oggetto della nostra recensione odierna, parliamo di uno smartphone da 899 euro di listino (per la versione da 128GB) che, in questa generazione, appartiene più alla fascia media che a quella alta.

È vero, ora ha tre fotocamere, includendo uno zoom ottico 5X come i modelli Pro. Tuttavia, il sensore periscopico utilizzato non è lo stesso dei modelli Pro, ma una versione più piccola (quella del Pixel 9 Pro Fold). Non solo: per far spazio a questa novità, si è fatto un deciso passo indietro sulle altre due fotocamere.

Mentre Pixel 9 e 9 Pro condividevano lo stesso ottimo hardware principale, ora la situazione si è ribaltata. Paradossalmente, il "vecchio" Pixel 9 ha fotocamere più simili a quelle del nuovo Pixel 10 Pro. Il nuovo Pixel 10 base, invece, eredita i sensori grandangolare e ultra-grandangolare dal Google Pixel 9a, un dispositivo di fascia decisamente più bassa.

Chi ha acquistato i "vecchi" Pixel 9, specialmente con un computer in bundle per pochi euro in più, ha fatto senza dubbio un grande affare. I Google Pixel, tra l'altro, sono gli unici smartphone di fascia "top" presenti in questa classifica, seppur venduti a un prezzo da medio di gamma.

In fondo alla classifica, con percentuali intorno al 3%, trovavamo i veri top del 2025, come S25 Ultra e iPhone 16 Pro. Nessun top di gamma cinese e nessun pieghevole, a conferma della difficoltà di questi segmenti nel nostro mercato.

I Google Pixel, quindi, iniziano a essere sempre più diffusi e apprezzati, soprattutto quando vengono venduti al "giusto prezzo". E con i nuovi Pixel 10, che lato marketing sono molto più appetibili (il modello base sembra a tutti gli effetti un Pro), mi aspetto, con i prossimi cali di prezzo, dei dati di vendita davvero entusiasmanti.

E tu, cosa ne pensi? Sarà effettivamente così? Preferiresti un Pixel 9 a 500 euro o un Pixel 10 a 800 euro? Fammelo sapere qui sotto nei commenti!

7.9 Hardware 6 Qualità Prezzo

Google Pixel 10

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Se quindi per un "super nerd" da scheda tecnica, come il sottoscritto, questo Google Pixel 10 può sembrare un passo indietro — considerando anche il Wi-Fi declassato al 6E via software — per il grande pubblico, invece, sembrerà un eccellente smartphone, quasi identico ai modelli Pro.

Se ancora oggi la massa ignora i 60Hz del display dell'iPhone base, che rimane uno dei telefoni più venduti al mondo, figuriamoci se si farà problemi per un pannello AMOLED non LTPO, ulteriore mancanza di questo Pixel 10.

Insomma, lato marketing è un prodotto fantastico; se siete dei puristi della scheda tecnica, un po' meno. Iniziamo quindi questa recensione con un'analisi imparziale, anche se, da fan di lunga data dei Pixel, sono portato a criticarli proprio perché vorrei vederli sempre al loro meglio. Vi prometto, però, che lascerò le mie critiche più personali per la fine.

INDICEESTETICA E DESIGN: SEMPRE PIU' PRO

Il Google Pixel 10 affina l'estetica e il design del Google Pixel 9: il blocco fotocamere è simile, ma ora nasconde tre sensori. Il retro e il frontale sono sempre protetti da Gorilla Glass Victus, mentre il frame è in metallo con un trattamento opaco, quasi spazzolato. Questa soluzione, per alcuni, potrebbe risultare persino più "premium" rispetto al metallo lucido dei modelli Pro.

Come sui fratelli maggiori, anche qui troviamo il carrellino della SIM spostato in alto e lo speaker inferiore riposizionato per evitare di coprirlo con le dita. Un piccolo dettaglio che lo differenzia dai Pro, però, c'è: mancano le nuove griglie metalliche a protezione di altoparlante e microfoni.

Bene la porta USB-C 3.2, che viene confermata e permette di sfruttare la famosa modalità desktop che avevamo visto in anteprima su Android 16. Al momento rimane una funzione per sviluppatori, ma il suo arrivo in versione stabile è previsto entro il 2026.

Lo smartphone, inoltre, supporta ora gli accessori che si collegano magneticamente alla scocca posteriore, in stile MagSafe. Qui la tecnologia si chiama Pixelsnap, si basa sullo standard Qi2 e abilita anche la ricarica wireless magnetica. Noi l'abbiamo utilizzata spessissimo in viaggio con un powerbank con stand integrato: una comodità eccezionale.

Anche le cover ufficiali ora supportano il Pixelsnap e sono ancora più rifinite. Attenzione però a due fattori: non c'è più la ricarica wireless inversa e lo smartphone è, di conseguenza, un po' più pesante: passiamo dai 198 grammi del predecessore ai 204 grammi attuali.

Lo smartphone si tiene bene in mano, ma un iPhone, che pesa circa 30 grammi in meno, risulta più comodo nelle lunghe sessioni. Questo peso è comunque racchiuso in dimensioni piuttosto compatte, se pensiamo al display da 6.3" e all'altezza di 152.8 mm.

Lo spessore di 8.6mm non è da record, ma sinceramente poco importa, considerando la batteria da quasi 5000mAhall'interno: un vero record per uno smartphone di queste dimensioni. Soltanto i produttori cinesi riescono a fare di meglio, grazie alle loro più avanzate batterie al carbonio-silicio.

LE TRE FOTOCAMERE: PASSO AVANTI O PASSO INDIETRO?

Una risposta valida per tutti, quindi, non c'è. Per molti sarà un passo avanti: il nuovo software e il "Pixel ISP" elaborano le foto in modo nettamente migliore, e ora c'è una terza lunghezza focale che è un'ottima aggiunta.

Per altri, però, è un passo indietro. È vero, il software compensa molto, ma ci sono proprietà ottiche, come il bokeh naturale, che non sono replicabili via software se non con un ritaglio dei soggetti posticcio e mal fatto. E soprattutto, se il nuovo software migliora queste fotocammere "peggiori", è anche vero che avrebbe potuto rendere le "vecchie" fotocamere, qualitativamente superiori, ancora migliori.

Qui dipende tutto dal punto di vista. È un po' come quando sentiamo dire che le batterie piccole di certi smartphone sono "super ottimizzate dal software" e rendono quasi come quelle più grandi. Cosa significa? Che se l'ottimizzazione è software, può essere applicata anche a una batteria più grande, per un'autonomia ancora maggiore. Non nascondiamoci dietro a un dito.

Nonostante i compromessi, quello che ci resta tra le mani è un Google Pixel 10 che scatta effettivamente ottime foto. Il sensore principale è ora l'Isocell GN8 da 50 megapixel, con dimensioni di 1/1.95" e un'apertura focale di f/1.7. Effettuando un piccolo crop per la stabilizzazione, si sfrutta una porzione effettiva del sensore di circa 1/2".

Il problema? Il sensore del Pixel 9 aveva dimensioni di 1/1.3", quasi il doppio.

Per fare un paragone che, sebbene ottimistico, sta in piedi, sarebbe come confrontare il sensore Full Frame di una Nikon con quello Micro Quattro Terzi di una Lumix. Certo, il sensore non è tutto, ma a livello puramente fisico qui abbiamo una superficie quasi tre volte più piccola, che quindi, sulla carta, cattura "tre volte meno luce".

Capite bene che, per compensare questo rimpicciolimento del sensore, il software deve fare un vero e proprio miracolo, e in questo l'IA locale è di grande aiuto. Se però nelle foto si riesce a compensare egregiamente, eliminando il rumore e migliorando i dettagli, nei video non si può fare nulla di tutto ciò, ed è lì che si notano tutti i limiti e i passi indietro di questa scelta.

Anche la fotocamera ultra-grandangolare si rimpicciolisce: per capirci, è la stessa del Pixel 7a, di un paio di anni fa, con "soli" 13 megapixel. Non si producono quasi più sensori di questo tipo. Trattandosi, però, di una fotocamera ausiliaria e non molto sfruttata dalla maggior parte degli utenti, il compromesso ci può stare.

Meno entusiasmante, invece, è la resa del teleobiettivo 5X. Il sensore da 10.8 megapixel è piccolo (1/3.1" contro 1/2.55" del Pixel 10 Pro) e l'apertura focale di f/3.1 è piuttosto buia, rappresentando un passo indietro rispetto all'ottica f/2.8 del modello Pro.

Nell'uso pratico, la differenza tra uno zoom digitale 4.9X (fatto con la fotocamera principale) e lo zoom ottico 5X non è così astronomica come ci si potrebbe aspettare. Certo, con l'ottica dedicata c'è una migliore profondità di campo, ma di notte il risultato non è sempre preferibile in termini di dettaglio.

Anzi, lo zoom 5X digitale del "vecchio" Pixel 9, in notturna, risulta quasi sempre migliore, sebbene appaia più artefatto. Questo dimostra i limiti di un sensore teleobiettivo di qualità non eccelsa.

Nei video arriva però l'amara sorpresa: in 4K a 60fps non è possibile utilizzare né la fotocamera ultra-grandangolare né il nuovo teleobiettivo. Per sfruttare tutti e tre i sensori, bisogna scendere al 4K a 30fps. Mancando il "Video Boost", è anche impossibile registrare in 4K/60fps con HDR.

Inoltre, nei video il software non può fare miracoli come nelle foto, e si nota come, appena la luce cala e gli ISO salgono, emerga molto più rumore digitale rispetto alla generazione precedente, che già non brillava in questo.

Per 900 euro, chi come me ha provato tutti i top di gamma recenti, rimane onestamente un po' deluso. Se però questo è il vostro primo smartphone di fascia alta, non avrete questa sensazione. Anzi, l'audio catturato è ottimo e, in alcuni Reel e TikTok che ho pubblicato, diversi follower hanno preferito i video di questo Pixel a quelli di un iPhone 16 Pro.

Questo dimostra che, sebbene tecnicamente il modello precedente fosse superiore in alcuni aspetti, il livello qualitativo generale rimane molto alto.

Per fortuna, la selfie camera è rimasta invariata: un sensore da 10.5 megapixel con un autofocus di ottimo livello e un'apertura focale f/2.2, che ne garantisce una buona usabilità anche in notturna.

I video registrati con la fotocamera frontale, tuttavia, si fermano sempre al 4K/30fps; i 60fps rimangono un'esclusiva della fotocamera posteriore principale.

LE FOTOCAMERE COME ESTENSIONE DEI NOSTRI OCCHI.. CON L'IA!

Da quanto abbiamo analizzato, emergono chiaramente le due anime di questo Google Pixel 10. Da un lato, le foto, pesantemente elaborate, sono eccellenti (vi sfido a distinguerle, a un primo sguardo, da quelle del nuovo iPhone 17 Pro). Dall'altro, i video, dove non può esistere la stessa "magia" software, soffrono molto di più a causa del sensore più piccolo.

Questa problematica si amplifica in tutte le app di terze parti, dove la qualità degrada ulteriormente. E non mi riferisco al banale esempio delle storie di Instagram, che vengono spesso registrate con l'app nativa per sfruttarne i filtri. Il problema è più profondo e riguarda l'accesso limitato all'hardware da parte di qualsiasi app che non sia la Google Camera.

Oggi, però, sfruttiamo le fotocamere come se fossero i nostri occhi, ad esempio per interagire con Google Gemini Live. L'ultima versione, infatti, è in grado di "mettere a fuoco" ciò che chiediamo: se inquadrate degli ingredienti, l'IA vi evidenzierà direttamente sullo schermo quelli utili per la ricetta.

Questa funzione è incredibile, e capite bene come avere fotocamere di alta qualità faccia tutta la differenza. Il mio Pixel Tablet, con il suo vecchio sensore da 8 megapixel, ormai fa fatica: l'immagine è sgranata e sia io che l'IA abbiamo difficoltà a distinguere gli oggetti.

Avere ottime fotocamere, quindi, significa avere un'ottima esperienza in tutte quelle app la cui utilità si basa sulla qualità di foto e video. Un esempio banale: dovete fare la scansione di un documento? Con una fotocamera migliore che cattura più luce, l'operazione è semplice in ogni condizione, persino di notte (cosa che, vi assicuro per esperienza personale, non è scontata).

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: COSA ARRIVA, FORSE, E COSA NO.

Il Google Pixel 10 è lo smartphone più evoluto e "smart" che si possa desiderare, a patto di acquistarlo e utilizzarlo in America. Da noi, purtroppo, l'esperienza è quasi identica a quella dell'anno scorso, con giusto qualche piccola miglioria.

Manca, ad esempio, "Magic Cue", una funzione che permette all'IA di "vivere" nel telefono, analizzando email, foto e messaggi per anticipare le nostre necessità. State per chiamare Trenitalia per un problema con una prenotazione? Ecco che nella schermata di chiamata appariranno automaticamente tutti i riferimenti del vostro ordine, senza che dobbiate cercarli nelle email.

Un vostro amico vi chiede l'indirizzo del ristorante che avete prenotato? Il telefono lo capisce e, in una frazione of secondo, vi suggerisce un messaggio precompilato con l'indirizzo cliccabile e i dettagli della prenotazione. È questo il tipo di intelligenza artificiale che fa davvero la differenza nel quotidiano.

Da noi non arriva neanche la possibilità di modificare una foto, come quella della mia bassotta, semplicemente parlando con l'IA. Mentre noi dobbiamo selezionare manualmente gli elementi e scrivere le modifiche, in America basta chiedere a voce cosa si vuole ottenere, un metodo molto più comodo e rapido.

Anche il dialer telefonico statunitense è ricco di funzioni IA, mentre da noi sta arrivando giusto ora la traduzione delle chiamate in tempo reale. L'abbiamo provata in anteprima a Parigi e sembra funzionare in modo eccellente: non solo traduce istantaneamente, ma non altera la nostra voce. Il nostro interlocutore ci sentirà parlare in un'altra lingua, ma con il nostro timbro vocale originale. Impressionante.

Arrivano anche funzioni come il "Camera Coach", che abbiamo già approfondito: un'ottima guida per chi è alle prime armi con la fotografia o cerca ispirazione per i propri scatti.

Dopo il mio viaggio in Germania, sul telefono si sono "sbloccate" anche Pixel Studio e Pixel Screenshot, due funzioni che sarebbero dovute arrivare in Italia da quasi un anno e che non sono mai state rilasciate ufficialmente. E qui ho notato una cosa a dir poco bizzarra: le app sono tradotte in italiano, ma non permettono di interagire in italiano.

Volete generare un'immagine con l'IA? Dovete scrivere il comando in inglese. Possibile che Google, l'azienda che ha inventato Google Translate, non riesca a inserire una funzione di traduzione automatica nei suoi stessi chatbot?

ANDROID 16 ED EXPRESSIVE DESIGN

Chiaramente ci sono anche tante cose che funzionano bene, come la nuova grafica (seppur da perfezionare) e tutte le classiche, utili funzioni a cui i Pixel ci hanno abituato. Allo stesso modo, però, permangono le solite lacune storiche, come le icone a tema ancora non uniformi e una gestione della modalità landscape non ottimale.

L'aspetto chiave, e più deludente, è che le funzioni di Intelligenza Artificiale realmente disponibili in Italia sono quelle più comuni, che ormai troviamo su ogni altro smartphone che sfrutta la tecnologia di Google.

Il paradosso? Un Samsung, con la sua Galaxy AI, offre un'esperienza "smart" più ricca e completa di quella che Google stessa offre sui suoi Pixel nel nostro mercato.

SETTE ANNI DI AGGIORNAMENTO.. MA OCCHIO ALLA BATTERIA!

Google dichiara sette anni di aggiornamenti per questo Pixel 10, proprio come per i modelli Pro. Personalmente, reputo questo supporto ideale e adeguato al prezzo, ma non lo considero una "funzione chiave". Non vi consiglierei mai di acquistare uno smartphone solo perché offre sette anni di aggiornamenti, a discapito di uno che ne offre "solo" cinque.

Questo è particolarmente vero nel caso di questo Pixel, che ha un'ottima batteria da 4935 mAh che permette sempre di arrivare a sera senza ansie. Durante le mie giornate all'IFA, sono riuscito ad arrivare dalle 6 del mattino alle 18 di sera con ancora il 10-20% di autonomia residua, dopo aver consumato oltre 16GB di dati in roaming e aver usato il telefono come hotspot per l'iPhone. Una situazione "folle" che, però, ha gestito egregiamente.

Sull'autonomia e la capacità della batteria di questo Pixel non ho davvero nulla da recriminare. Certo, la ricarica a 30W non è fulminea, e ancor meno quella wireless a 15W: per un ciclo completo serve circa 1 ora e 30 minuti.

La vera attenzione, però, va posta sulla durata a lungo termine. Sappiamo che Apple limita le prestazioni quando la salute della batteria scende sotto l'80%. Google ha intrapreso un percorso simile, ma diverso e più aggressivo.

Con il Pixel 10, a partire da soli 200 cicli di ricarica, il software inizierà a diminuire progressivamente la tensione e, di conseguenza, le performance della batteria. In termini pratici, questo significa che dopo soli 6-7 mesi di utilizzo costante, potreste iniziare a notare un calo dell'autonomia, imposto da Google per preservarne la salute chimica nel lunghissimo periodo

Se quindi Apple effettua un taglio netto delle prestazioni solo quando la batteria scende sotto l'80% di capacità, Google decide invece di applicare un controllo costante e progressivo del degrado.

C'è sicuramente chi preferirà un metodo o l'altro, ma l'aspetto più critico della nuova politica di Google è uno solo: 200 cicli sono davvero, davvero pochi.

Per darvi un'idea, l'iPhone 16 Pro che utilizziamo come videocamera durante i nostri viaggi ha 184 cicli di ricarica e una capacità della batteria ancora al 100%. Soltanto al raggiungimento dei 1000-1300 cicli previsti da Apple dovremmo iniziare ad avvicinarci alla soglia dell'80% e al conseguente taglio delle prestazioni. La differenza è abissale.

Con questo nuovo sistema, i Google Pixel nel tempo dovrebbero subire solo un degrado della velocità di ricarica e dell'autonomia, e non delle prestazioni, ma ci saremmo comunque aspettati che questo "degrado controllato" iniziasse almeno dopo 400-500 cicli, non dopo appena 200, che per molti significano meno di un anno di utilizzo.

Nel 2023 ho usato per sette mesi uno Xiaomi 13 Pro, ricaricandolo ogni giorno a 120W, e dopo quel periodo la batteria era ancora al 100% di capacità. Mi aspetto che brand come Samsung, Apple e Google inseguano questo livello di qualità.

Perché ad oggi, la tecnologia delle batterie – per velocità di ricarica e longevità – è forse l'unico, vero aspetto che c'è ancora da invidiare agli smartphone cinesi.

IL DISPLAY AMOLED E LO SBLOCCO

Chiaramente ci sono anche tante cose che funzionano bene, come la nuova grafica (seppur da perfezionare) e tutte le classiche, utili funzioni a cui i Pixel ci hanno abituato. Allo stesso modo, però, permangono le solite lacune storiche, come le icone a tema ancora non uniformi e una gestione della modalità landscape non ottimale.

L'aspetto chiave, e più deludente, è che le funzioni di Intelligenza Artificiale realmente disponibili in Italia sono quelle più comuni, che ormai troviamo su ogni altro smartphone che sfrutta la tecnologia di Google.

Il paradosso? Un Samsung, con la sua Galaxy AI, offre un'esperienza "smart" più ricca e completa di quella che Google stessa offre sui suoi Pixel nel nostro mercato.

Molto bene lo sblocco tramite l'impronta, con un sensore a ultrasuoni posto sotto al display, ma ancora meglio lo sblocco con il volto, reso "sicuro" dal chip Titan integrato nel processore. Grazie a questo ulteriore livello di sicurezza, possiamo utilizzare il riconoscimento facciale anche per autorizzare pagamenti bancari o accedere a servizi come lo SPID.

Chiaramente, rimane uno sblocco di tipo 2D, basato sulla fotocamera: questo significa che al buio non funzionerà, o funzionerà molto male, a differenza dei sistemi 3D a infrarossi.

SCHEDA TECNICA
  • display: Actua display OLED 6,3" 1080x2424, 422ppi, 20:9, Smooth Display 60-120Hz, fino 2.000nit HDR e 3.000nit picco, contrasto superiore a 2.000.000:1, HDR, profondità colore 24-bit, Corning Gorilla Glass Victus 2
  • processore: Google Tensor G5 con co-processore di sicurezza Titan M2
  • memoria:
    • 12GB di RAM
    • 128/256GB interna
  • OS: Android 16, 7 anni di major update e patch/Pixel Drop
  • autenticazione: sblocco con sensore impronte digitali integrato nel display, Face Unlock, sequenza, PIN, password
  • resistenza e materiali: cover Corning Gorilla Glass Victus 2, frame in alluminio, IP68, almeno 32% di materiale riciclato
  • dual SIM: nano SIM + eSIM
  • connettività: 5G, WiFi 6E, Bluetooth 6, NFC, Google Cast, USB-C 3.2, GPS
  • audio: speaker stereo, 3 microfoni, soppressione del rumore, Spatial Audio
  • fotocamere:
    • anteriore: 10,5MP Dual PD, AF, f/2,2, FOV 95°
    • posteriori:
      • 48MP principale Quad PD con Macro Focus, f/1,7, FOV 82°, sensore 1/2", OIS+EIS
      • 13MP ultra grandangolare Quad PD, f/2,2, FOV 120°, sensore 1/3,1"
      • 10,8MP tele Dual PD con zoom ottico 5x, OIS+EIS, f/3,1, FOV 23°, sensore 1/3,2"
      • Super Res Zoom fino 20x, qualità ottica a 0,6x, 1x, 5x e 10x, sensore LDAF multi-zona, sensore spettrale e anti sfarfallio
      • Camera Coach, Add Me, Macro Focus, Night Sight, Astrofotografia, modalità ritratto, Face Unblur, Auto Unblur, Lunga Esposizione, Action Pan, Real Tone, Panorama, Auto Best Take, Frequent Faces, Top Shot
      • Edit con Ask Photos, Pixel Studio, Auto frame, Reimagine, Sky styles, Resize&move, Portrait blur, Gomma Magica, Best Take, Photo Unblur, Zoom Enhance, Portrait Light
      • video fotocamera frontale: 4K a 30/60fps
      • video fotocamera posteriore: 4K a 24/30/60fps, 1080p a 24/30/60fps, doppia esposizione sulla fotocamera wide, video zoom digitale fino a 20x
      • funzioni video: Audio Magic Eraser, Macro Focus Video, 10-bit HDR video, Cinematic Blur, Cinematic Pan, Slo-mo fino 240fps, 4K timelapse con stabilizzazione, timelapse astrophotography, timelapse Night Sight, OIS, stabilizzazione video Fused, stabilizzazione video Cinematic Pan (4K, 1080p), stabilizzazione video Locked (4K, 1080p), stabilizzazione video Active (1080p)
      • audio: registrazione stereo, miglioramento del parlato, riduzione rumore del vento, audio zoom
  • batteria: 4.970mAh
    • autonomia: oltre 30 ore, fino a 100 ore con Extreme Battery Saver
    • ricarica: 0-55% in 30 minuti con caricatore 30W USB-C PPS, ricarica wireless Pixelsnap Qi2 fino a 15W
  • dimensioni e peso: 152,8x72x8,6mm per 204g
  • colori: Indigo, Frost, Lemongrass, Obsidian
PRESTAZIONI ED OTTIMIZZAZIONI

Non mi dilungherò molto sul capitolo prestazioni, dal momento che la situazione è la stessa già analizzata due settimane fa nella recensione del Google Pixel 10 Pro XL.

Il nuovo Tensor G5 prodotto da TSMC è una grande novità, soprattutto perché è realizzato sul nuovissimo nodo N3P a 3nm, ed è praticamente l'unico a utilizzarlo al momento. Rispetto alla generazione precedente, prodotta da Samsung, abbiamo temperature tenute molto più sotto controllo e consumi in standby a dir poco ridicoli per quanto sono bassi.

Sulla carta la struttura del chip non è cambiata molto e, nel concreto, l'aumento di potenza si attesta intorno a un 20% in più. Non tantissimo, ma il vero guadagno è nell'efficienza.

Da menzione: le memorie UFS 3.1 se si acquista la variante 128GB ma passiamo alle UFS 4.0 dai 256GB.

Si è discusso molto invece sulla GPU di Imagination, una PowerVR che ad oggi risulta poco ottimizzata e supportata dagli sviluppatori terzi. Quasi in nessun gioco troviamo driver adatti e sviluppati ad hoc per questa GPU che all'effettivo viene montata soltanto sui Google Pixel.

Ad oggi non si videogioca molto bene e le performance grafiche non sono stellari, ma tra qualche mese appena inizieranno ad essere meglio supportate queste PowerVR la situazione sarà ribaltata e Pixel 10 sarà effettivamente migliore di Pixel 9.

La TPU, la parte del SoC che gestisce l'IA, sulla carta migliora con performance del 60% migliori, sulla carta. Questa miglioria nella gestione dell'intelligenza artificiale difatti la possiamo notare solo quando sfruttiamo quella di Google in applicazioni Google.

Tempi di elaborazione LLAMA 3.2 3B (testo da 500 parole)

Se utilizzate un'applicazione che sfrutta un'IA locale, o se ne scaricate una voi stessi come Llama 3.2B, ecco che il banco salta. Quel 60% di performance in più si trasforma in un 25% di performance in meno rispetto al Pixel 9 con Tensor G4.

La TPU è sfruttabile al 100% soltanto da Google stessa; gli sviluppatori terzi, paradossalmente, ottengono un comportamento peggiore, e non di poco. Nel nostro test standard di scrivere 500 parole su un bassotto arlecchino, il Pixel 10 impiega ben 3 minuti e 18 secondi, mentre uno Snapdragon 8 Elite o un Apple A18 Pro completano il task in meno di un minuto.

Tutto ciò è frustrante, perché il potenziale è enorme ma, come accade da qualche generazione, non viene sfruttato appieno. E così, il tanto decantato "AI Phone" di Google, alla fine, risulta peggiore dell'iPhone nella gestione di un'IA locale di terze parti.

PREZZO E CONCLUSIONI

Nelle conclusioni, vi confermo che speaker, vibrazione e ricezione rimangono praticamente invariati rispetto al buon livello del Pixel 9. Se vi trovavate bene con il modello precedente, sarà lo stesso anche con questo Pixel 10.

Il prezzo non lievita, ma parliamo comunque di 899 euro di listino per la variante da 128GB. Certo, dando in permuta un iPhone 16 si può arrivare a pagarlo circa 280 euro, ma quell'iPhone ha comunque un valore. Le offerte di permuta con supervalutazione hanno senso perché evitano la noia di rivendere il telefono privatamente (e spesso a meno), ma non vi stanno facendo "l'affare della vita".

I competitor sulla carta sono molti: da Xiaomi 15 e Galaxy S25 fino a iPhone 16 (e tra poco 17). Il Pixel 10 si difende bene, ma la scelta dipenderà, come sempre, dalle vostre priorità e dal prezzo a cui riuscirete a trovarlo.

72 x 152.8 x 8.6 mm
6.3 pollici - 2424x1080 px 71.2 x 152.3 x 8.08 mm
6.36 pollici - 2670x1200 px 71.6 x 147.6 x 7.8 mm
6.1 pollici - 2556x1179 px 70.5 x 146.9 x 7.2 mm
6.2 pollici - 2340x1080 px 71.76 x 150.83 x 7.99 mm
6.31 pollici - 2640x1216 px

La realtà dei fatti è che Google ha nel suo mirino soltanto Apple e gli iPhone. Il percorso da seguire è quello, e in America, dove non c'è la stessa vasta scelta di smartphone cinesi presenti in Europa, la battaglia è molto più serrata e "occidentale".

Seguendo questo filone, reputo il Google Pixel 10 un prodotto eccezionale, confezionato benissimo lato marketing. Agli occhi di una persona qualunque, sembra un modello Pro e, utilizzandolo, si ha proprio la sensazione di avere tra le mani uno smartphone di fascia superiore.

A questo si aggiungono una miriade di funzioni AI che, in America, fanno la gioia degli utenti, proprio mentre iPhone, con la sua Apple Intelligence, sta ancora faticando a ingranare e a offrire lo stesso livello di proattività.

Dall'altro lato, però, ci sarà sempre una parte di pubblico e di stampa molto attenta al lato "tecnico", ed è impossibile non notare come in molti casi si sia fatto un passo indietro: a volte sull'hardware, come per le fotocamere, e a volte sul software, come per il Wi-Fi limitato, i driver della GPU da ottimizzare o la TPU che funziona al meglio solo con l'ecosistema Google.

In tutta onestà, se oggi trovaste un Google Pixel 9 a buon prezzo, avrebbe ancora senso acquistarlo, soprattutto se non vi interessano il "MagSafe" o la fotocamera 5X. Purtroppo, quelle offerte sono ormai introvabili e chi ne ha approfittato un mese fa ha fatto sicuramente l'affare della vita.

Il tempo, comunque, è tutto dalla parte dei Pixel 10. Con i primi cali di prezzo, diventeranno un osso duro da battere anche per chi fa delle specifiche il suo unico punto di forza. Lo stiamo vedendo nelle nostre classifiche di vendita: pur non avendo sempre l'hardware migliore, i Google Pixel vendono sempre di più perché Google è un'azienda percepita come grande e affidabile, con una buona rete di assistenza.

I produttori cinesi hanno sicuramente specifiche superiori, ma non ispirano ancora la stessa fiducia nella fascia alta. E allora, nel bene e nel male, insieme a Samsung, i Google Pixel rimangono l'unica, vera e valida alternativa all'iPhonenel mondo Android.

ORA ABBIAMO LO ZOOM 5X.. MEMORIE UFS 4.0.. BATTERIA CONVINCENTE.. IL TENSOR G5 HA POTENZIALE.. DISPLAY ANCOR PIU LUMINOSO SETTE ANNI DI AGGIORNAMENTO SEMBRA UN MODELLO PRO OTTIMA VIBRAZIONE E SPEAKER ..MA LE ALTRE FOTOCAMERE PEGGIORANO! ..MA SOLO DAI 256GB! ..MA DOPO 200 CICLI INIZIA AD ESSERE LIMITATA DAL SOFTWARE .. MA AL MOMENTO NON VIENE SFRUTTATO MANCANO TANTE FUNZIONI DI IA E SATELLITARI VIDEO