Per LG, la serie OLED “Gallery” rappresenta da sempre la sintesi tra design, innovazioni e prestazioni e con la nuova gamma il costruttore coreano punta ad alzare ulteriormente l’asticella introducendo un nuovo pannello dall’architettura del tutto inedita e che ambisce a nuovi traguardi di efficienza e resa in HDR.
I nuovi modelli G5 da 55, 65, 77 e 83 pollici utilizzano, infatti, nuovi pannelli OLED White RGB 4K Ultra HD 10 bit nativi, che abbandonano la tecnologia MLA con miliardi di microlenti, a favore della soluzione “Primary RGB Tandem” con un “sandwich” emissivo a quattro strati che consente di ottenere subpixel bianchi grazie a 2 strati blu “super efficienti”, uno strato rosso e uno verde, poi filtrati per ottenere i primari rosso, verde e blu che andranno a comporre le immagini a schermo. Nuovi pannelli capaci di un refresh rate che sale fino a 165Hz in ambito gaming, il tutto controllato e gestito dal rinnovato processore Alpha 11 di seconda generazione ancora più potente e ricco di funzionalità d’intelligenza artificiale.
Naturalmente, non mancano neppure la lastra di dissipazione del calore e l’ottimo rivestimento anti-riflesso introdotto per la prima volta sulla serie G3, per un mix di caratteristiche hardware e di elaborazioni e algoritmi software che LG definisce come “EVO Brightness Booster Ultimate”, che promettono picchi HDR fino a 3000 nit, un sensibile incremento della luminosità anche a pieno schermo e colori ancora più brillanti.
Il mega G5 da 97 pollici, così come l’inedito 48 pollici, utilizzano pannelli più “tradizionali”, si fermano rispettivamente a 120 e a 144Hz di refresh, mentre integrano il rivestimento anti-riflesso e lo stesso processore Alpha 11 Gen 2 dei fratelli.
I prezzi di listino partono dai 1.599 Euro del 48 pollici, fino ad arrivare ai 24.999 Euro del mega 97 pollici, mentre il 65 pollici - oggetto della recensione - ha un prezzo ufficiale di 3.299 Euro, con lo street-price già sceso intorno ai 2.600 Euro.
SOMMARIOCARATTERISTICHE TECNICHE E DOTAZIONEEsteticamente, nessuna rivoluzione. Il G5 rimane del tutto simile al G4 del 2024 e caratterizzato dal design “One Wall” pensato per un’installazione a parete. Ma c’è anche un’alternativa. Se, fino al 2023, le serie “Gallery” includevano nell’imballo esclusivamente la speciale staffa da parete “Zero Gap Wall Mount”, i nuovi G5 da 55 e 65 pollici possono essere acquistati anche in versione con stand da tavolo. Come per la serie G4 del 2024, anche i modelli G5 di qualsiasi dimensione siglati con una W finale prevedono la staffa da parete e solo i 55 e 65 pollici siglati con la S finale prevedono il piedistallo da tavolo (e solo quello: non troverete la proprietaria staffa da parete in confezione).
Come sempre, e a differenza delle altre serie OLED di LG, i modelli “Gallery” presentano un posteriore dallo spessore uniforme (non ultra-sottile e complessivamente di 2,4 cm) per poter racchiudere al meglio tutta l’elettronica, lo strato dissipatore, il sistema di diffusione audio, nonché tutte le porte di connessione in maniera ergonomica.
Ricche connessioni che non hanno subito variazioni e ritroviamo, quindi, quattro ingressi HDMI tutti in versione 2.1 da 48 Gbps, con pieno supporto gaming fino a 120Hz anche in Dolby Vision e ora anche con opzione, da abilitare nel menù, fino a 165Hz, Variable Refresh Rate anche nei formati proprietari Nvidia G-Sync (anch’esso, volendo, ora fino a 165Hz) e AMD FreeSync Premium, Auto Low Latency Mode e gaming HDR con supporto al tone-mapping HGiG (demandato direttamente alle console) pensato proprio per i videogiochi.
Non mancano neppure il supporto eARC di trasmissione segnali audio sulla porta HDMI 2 e la compatibilità con la funzionalità HDMI 2.1 Quick Media Switching che, in presenza di sorgenti compatibili, permette di agganciare la corretta cadenza di visualizzazione (24, 25, 30, 60 fotogrammi al secondo, ad esempio) senza la comparsa della fastidiosa schermata nera di cosiddetto “hand shaking”. In HDR, come sempre, oltre al supporto HDR10 e Dolby Vision (anche in modalità IQ per sfruttare il sensore di luminosità ambientale e con elaborazione “Precision Detail”), il G5 supporta anche l’HLG di broadcasting televisivo (usato da Rai 4K, Sky 4K e, recentemente, anche da DAZN per le partite del Mondiale di Calcio per Club). Continua quindi a mancare il supporto al formato HDR10+.
A completare la dotazione abbiamo poi tre porte USB 2.0, una porta Ethernet (100 Mbps) e connettività Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.3 per connettere cuffie wireless, ma anche il proprio game pad per giocare senza console sfruttando le funzionalità cloud gaming integrate nativamente nel sistema operativo webOS 25: ora anche con supporto Xbox Game Pass. Connettività wireless e Ethernet che consentono anche trasmissioni Miracast, AirPlay 2 e Chromecast. Scontata, infine, la presenza dei connettori d’antenna digitale terrestre (DVB-T/T2) e satellitare (DVB-S/S2) con pieno supporto interattività web HbbTV di ultima generazione e relativo slot per eventuale modulo CAM.
Nessuna particolare novità per quanto riguarda il telecomando “Magic Remote” con puntatore disponibile in Italia. Stesso layout con tastierino numerico e rotellina centrale: è ancora privo di retroilluminazione, rimane sempre Bluetooth, ma il tasto microfono è stato ora sostituito dal tasto AI e quello di selezione degli ingressi da quello per accedere all’Home Hub (una volta dentro potrete a quel punto anche selezionare gli eventuali ingressi HDMI). Il microfono integrato consente di attivare ricerche e assistenti vocali (Google Assistant e Amazon Alexa), ma anche di completare la calibrazione ambientale degli altoparlanti TV in configurazione 4.2 canali con una potenza massima di 60W.
Oltre al nuovo pannello OLED “RGB Primary Tandem”, ciò che distingue poi il G5 dalle serie minori, come la C5 o B5, è la presenza del processore Alpha 11 giunto ora alla seconda generazione, con un ulteriore boost nelle prestazioni, particolarmente utile con le tante funzionalità di Intelligenza Artificiale e relativo deep learning - con possibilità di personalizzarne l’intervento grazie all’”AI Picture Wizard”.
Che sia l’upscaling, il tone-mapping HDR, la gestione del moto o il riconoscimento del genere, l’Alpha 11 Gen 2 riesce ad effettuare analisi più veloci e accurate, per una migliore efficacia delle elaborazioni, ma spesso anche meno invasive. Questo perché non è sempre detto che un’elaborazione di IA possa effettivamente risultare migliorativa, quindi l’Alpha 11 ne valuterà in tempo reale l’impatto e l’attivazione in funzione delle immagini.
Maggiore potenza di calcolo utile anche in ambito audio, con i nuovi algoritmi di upmix capaci di elaborare i suoni fino a 11.1.2 canali, particolarmente apprezzabile attivando la funzione WOW Orchestra, anche in modalità totalmente wireless grazie al WOWCAST, che permette di abbinare una soundbar di LG compatibile per combinare l’uso degli altoparlanti soundbar con quelli del televisore e ampliare così l’impatto sonoro.
Tramite HDMI e via eARC vengono riconosciute anche le tracce lossless Dolby TrueHD (anche Atmos), ma quest’anno i nuovi TV LG (quindi su tutte le serie) riperdono nuovamente il supporto alle codifiche DTS: un vero peccato. Il TV è anche compatibile con lo standard di trasmissione audio wireless senza perdita WiSA fino a 2.1 canali (richiede però sistemi di altoparlanti compatibili da acquistare a parte e solitamente non proprio economici) e, infine, tramite Bluetooth è possibile sincronizzare cuffie wireless regolandone il volume d’ascolto in maniera indipendente rispetto a quello degli altoparlanti del TV (che possono anche essere silenziati). Oltretutto, la nuova gamma TV 2025 di LG (quindi anche tutti gli OLED, inclusi i C5, B5 e M5) supporta anche Auracast, che sfrutta la connettività Bluetooth LE per trasmettere uno “stream broadcast” verso qualsiasi cuffia o sistema audio compatibile, espandendo così notevolmente il numero di cuffie wireless abbinabili.
Ma tornando all’IA, con l’”AI Object Remastering”, l’Alpha 11 Gen 2 vi farà dimenticare le difficoltà nel capire i dialoghi. È infatti capace di isolare ed enfatizzare le voci, mantenendo comunque una resa equilibrata di tutti gli altri suoni. Chi volesse poi migliorare e personalizzare la resa sonora gestita dagli algoritmi di IA potrà configurarne l’intervento grazie al nuovo “AI Sound Wizard” (dall’impatto significativo, come leggerete più avanti nella prova d’uso).
La smart TV webOS 25 è praticamente identica alla già piacevole e fluida versione precedente, ma integra ora in bella evidenza l’App per accedere ai canali TV via antenna. Rimangono anche attive un bel po’ di pubblicità (in buona parte disattivabili via sotto menù), ma è soprattutto nell’integrazione dell’intelligenza artificiale che si celano le principali novità: il TV è in grado di riconoscere a voce il nostro profilo utente e relative personalizzazioni “Home Screen”, è ancora presente il “Chatbot” di assistenza sull’utilizzo del televisore, ma è stato ora aggiunto anche Copilot di Microsoft per ricerche più generiche. Ma in Europa (a differenza di Corea del Sud e Stati Uniti) dobbiamo per ora accontentarci di un assistente basato sul “linguaggio naturale” e non LLM, che ne penalizza in buona parte l’efficacia e l’utilità di interazione e ricerche.
Ci sono davvero tutte le App di entertainment e sport richieste per il mercato italiano, diverse funzionalità per lo Smart Working (con accesso alle principali applicazioni di Microsoft e Google, nonché la possibilità di accedere anche a un PC Windows o Mac da remoto) e una sezione dedicata al gaming e alle piattaforme di cloud gaming come GeForce Now, Amazon Luna e ora anche Xbox Game Pass. Sul fronte gestione dispositivi Smart Home / domatica, webOS 25 è anche compatibile Matter e integrato nell’ecosistema LG ThinQ proprietario. Vi ricordo, poi, che LG garantisce per il suo sistema operativo 5 anni di aggiornamenti.
Una volta collegata una console videogiochi o un gaming PC si attiva la modalità “Gioco” e la relativa interfaccia “Game Optimizer” che raggruppa tutte le funzionalità in grado di soddisfare le aspettative dei videogiocatori più esigenti. Si va da una serie di preset di visione ottimizzati per il tipo di gioco, controlli su alte e basse luci, gestione del VRR, ottimizzazione dell’input lag e anche opzioni Multi View per riprodurre in split screen la vostra sessione gaming, affiancata a un video Youtube di aiuto, ad esempio.
Durante l’uso delle principali applicazioni come Netflix, Amazon Prime Video, Rai Play, Disney+ o Apple TV+ è sempre possibile sfruttarne tutte le potenzialità audio-video, incluse quindi riproduzioni in 4K Ultra HD, HDR / Dolby Vision / HLG e audio Dolby Digital+ / Dolby Atmos (anche tramite canale di ritorno audio eARC). L’interfaccia prevede anche un media-player integrato in grado di riprodurre contenuti multimediali sia da HDD esterni USB, che da eventuale NAS su rete locale DLNA / UPnP. Lo scraping è risultato sempre veloce e privo di impuntamenti e non ha evidenziato problemi nel riprodurre una molteplicità di formati video a qualsiasi risoluzione o da qualunque codec (anche AV1), container e anche in HDR10 e Dolby Vision. Per l’audio, invece, tutto ok con le tracce Dolby (anche Atmos), ma tutto rimarrà muto con eventuali tracce DTS.
LE MISURE E I CONSIGLI PER REGOLARE LA TVVenendo all’uso, il G5 è da questo punto di vista del tutto simile al C5 che abbiamo recensito qualche settimana fa, con la prima installazione che risulta facile e un filo più veloce (merito del processore Alpha 11 Gen 2 leggermente più potente) e, superate le ormai inevitabili approvazioni legate alla privacy, l’interfaccia vi proporrà subito una personalizzazione delle impostazioni di visione, che verranno poi associate al preset basato sugli algoritmi di intelligenza artificiale. Completata la procedura ed entrati nelle impostazioni, ritroverete comunque i soliti numerosi preset e un’ampia versatilità di regolazioni.
La navigazione del menu principale mantiene sempre la stessa grafica (uguale a quella del C5 che, a sua volta, si rifà a quella delle serie OLED 2024) e all’interno di “Immagine” ritroviamo ancora le modalità “Vivace”, “Standard”, “Risparmio Energetico”, “Cinema”, “Sport”, “Game Optimizer”, “Filmmaker Mode”, “ISF Esperto (Stanza luminosa)” e “ISF Esperto (Stanza buia)” in SDR; “Vivace”, “Standard”, “Home Cinema”, “Cinema”, “Game Optimizer” e “Filmmaker Mode” in HDR10; in Dolby Vision rimangono le stesse modalità previste per l’HDR10, ad eccezione di “Cinema” sostituita semplicemente da “Filmmaker Mode” (a garanzia di una riproduzione senza alcuna elaborazione, anche in Dolby Vision).
A proposito di Filmmaker Mode, ricordiamo come da quest’anno anche questo preset sia in grado di sfruttare il sensore di luminosità del televisore per adattare i parametri di luminanza, temperatura colore e gamma alle varie situazioni di luminosità ambientale (diurne e serali): non dovrete far altro che abilitare l’opzione “Filmmaker Mode Ambient Light” all’interno del menù “Luminosità” delle “Impostazioni Avanzate”.
Per i meno esperti, di fabbrica vengono abilitate le elaborazioni di intelligenza artificiale, seppur dalla resa personalizzata tramite l’iniziale guida “AI Picture Wizard”. IA che interviene su quasi tutti gli aspetti delle immagini, inclusa la luminanza in funzione della quantità di luce in ambiente e il risparmio energetico. Possono indubbiamente tornare utili durante l’uso televisivo quotidiano, ma andranno invece disattivati nel caso voleste riprendere il controllo delle regolazioni e raggiungere una qualità di visione ottimale e corretta. In particolare, consiglio di disattivare il “Risparmio Energetico” posto all’interno del menu “Generale” e “Impostazioni AI Brightness” presente nel menu “Servizio AI”.
Come sempre, vi esorto a fare a meno dei preset “Vivace” e “Sport”, entrambi troppo saturi, freddi e abbondantemente scorretti. Anche “Standard” e “Risparmio Energetico” sono lontani dalla qualità richiesta alla riproduzione di contenuti “cinematografici” ma possono comunque risultare validi per la visione dei canali televisivi intervenendo sulle impostazioni di temperatura colore (rendendola più “calda”), del gamma e dello spazio colore, modificando la regolazione da “nativo” a “automatico”.
Se invece vi apprestate a vedere film o serie TV dalle App di streaming o, ancora meglio, da sorgenti di qualità come un lettore Blu-ray o Ultra HD Blu-ray, a quel punto le modalità d’immagine più corrette risultano essere “Cinema”, “Filmmaker Mode” e i due preset “ISF Esperto”. Tra l’altro su Amazon Prime Video e Apple TV+, sarà il TV stesso a proporvi di passare al “Filmmaker Mode” tramite un pop-up.
Come sempre, ritroviamo già di fabbrica questi quattro preset SDR piuttosto ben calibrati, seppur leggermente meno rigorosi rispetto al G4 dello scorso anno e allo stesso C5 del 2025. Nulla da dire in merito al bilanciamento del bianco, solo leggermente più “caldo” del dovuto, mentre è l’impostazione del gamma a risultare un po’ più basso del dovuto. Gli scostamenti dal riferimento sono comunque assolutamente contenuti e davvero difficili da cogliere a occhio nudo, ma sorprende rilevare come i due preset pensati per la riproduzione in stanza buia (“ISF Stanza Buia” e “Filmmaker Mode”) siano impostati con un gamma medio di 2.2, invece dei soliti 2.4. Con “Cinema” e “ISF Stanza Luminosa” per la visione diurna impostati con gamma 2.0, invece dei soliti 2.2 e una luminanza a schermo giustamente più elevata rispetto ai due preset precedenti.
Nulla, comunque, di particolarmente significativo e probabilmente da imputare semplicemente al nostro esemplare in prova, con la resa sui colori in ogni caso eccellente sia in termini di coperture gamut REC709 che di saturazioni intermedie. Alla luce di questi risultati (ripeto: molto buoni), chi non volesse calibrare il televisore, non dovrà far altro che scegliere uno tra i preset “ISF Stanza Buia” o “Filmmaker Mode” per la visione notturna dei film e uno tra i preset “Cinema” o “ISF stanza luminosa” per la visione cinematografica diurna o stanza illuminata. Se scegliete la modalità Filmmaker, abilitate l’opzione “Ambient Light” e ci penserà direttamente l’elettronica del televisore ad adattare le immagini in maniera ottimale in funzione della luminosità ambientale.
In HDR, i migliori preset sono senza alcun dubbio “Cinema” e “Filmmaker Mode” che riescono a centrare perfettamente l’ideale cinematografico, soprattutto per quanto riguarda l’eccellente bilanciamento del bianco e una resa cromatica che vede il gamut DCI-P3 raggiungere il 100% della copertura e quello BT-2020 salire quest’anno all’81%, con ulteriori vantaggi apportati anche dall’aumentata luminanza. In termini di picchi HDR, il nostro esemplare ha raggiunto i 2000 nit in finestre che vanno dall’1 al 10%, per poi calare progressivamente fino ad arrivare a quasi 320 nit con schermata bianca a pieno schermo. Molto buono anche il tracking della curva di tone-mapping EOTF, seppur con un roll-off leggermente più “conservativo” del solito.
Numeri eccellenti e che vedono le prestazioni aumentate in media di oltre 30% rispetto a quanto avevamo misurato lo scorso anno sul G4, ma che risultano leggermente inferiori rispetto a quanto riscontrato da altri colleghi sui “loro” G5, nonché rispetto al Panasonic Z95B che utilizza lo stesso pannello “Primary RGB Tandem” (ma con una logica di funzionamento dell’elettronica in HDR che è stata cambiata rispetto al passato). La nostra prova è stata effettuata con l’ultimo firmware 33.11.35 e ho come l’impressione che gli ingegneri possano aver optato per un approccio un po’ meno “esuberante” per contenere alcuni difetti emersi con i firmware iniziali (e riscontrati proprio in HDR).
In termini di picchi assoluti, il G5 riesce a spingersi fino a 2800 nit (in finestra all’1%) in modalità “Vivace”, a conferma del potenziale di efficienza del pannello (e in questo caso siamo perfettamente allineati alle prestazioni di picco assoluto dello stesso Panasonic Z95B). Preset “Vivace”, come di consueto, da evitare in quanto totalmente “freddo” e scorretto.
L’aumento generale di luminanza si apprezza, inoltre, moltissimo anche in SDR durante eventuali visioni diurne, con il G5 capace di spingersi fino a 900 nit di picco (in finestra al 10%) e a oltre 480 nit a pieno schermo. Un notevole passo avanti rispetto alle precedenti generazioni “top di gamma” e anche una significativa distanza rispetto al “fascia media” C5.
Nonostante la scelta di roll-off un po’ più “morbida” (che vi restituirà comunque migliori sfumature sulle porzioni più luminose dell’immagine), l’ottimo tracking di tone-mapping EOTF e l’ampia riserva dinamica del pannello consentono di poter quasi del tutto rinunciare all’utilizzo dell’algoritmo di tone-mapping dinamico (l’opzione “Mappatura Dinamica dei Toni” che trovate nel menu “Immagine” -> “Luminosità”). Solo per eventuali contenuti in HDR10 con grading oltre i 4000 nit l’elaborazione può tornare utile per preservare una dinamica ottimale sia alle alte che alle basse luci (anche fino a 10.000 nit).
In SDR, la facile calibrazione mi ha consentito di limare le leggere incertezze già solo intervenendo sulla luminanza (abbassando il valore di “Luce OLED” per un’ottimale visione in stanza buia) e sulle regolazioni del bilanciamento del bianco a 2 punti (alte e basse luci). Già così la temperatura colore e il gamma si sono allineati quasi perfettamente, con un deltaE medio sceso ad appena 0,7, ma grazie ai controlli a 10 punti ho ottenuto il rigore assoluto con un deltaE medio sceso ad appena 0,1 e conseguenti ulteriori (minimi) benefici in termini di resa colori.
Anche in modalità gaming, le regolazioni di fabbrica sono discrete, con una prevalenza di impostazione “fredda” (tipica degli OLED di LG, sia SDR che in HDR) che si adatta comunque piuttosto bene alle sessioni ludiche. Non mancano, comunque, ampi margini per ottimizzare la visione in funzione delle necessità del gioco e del vostro gusto “ludico”.
L’elettronica prevede, ovviamente, anche elaborazioni “TruMotion” dedicate alla gestione del moto, con algoritmi di interpolazione dei fotogrammi e anche la possibilità di attivare il BFI (Black Frame Insertion – inserimento dei fotogrammi neri). Se da un lato l’interpolazione prevede sia dei preset, sia la possibilità di regolare manualmente la “Fluidità” (De-Judder) e l’”Effetto mosso” (De-Blur), l’inserimento dei fotogrammi neri dell’”OLED Motion” opera esclusivamente a 60Hz.
Il vantaggio in termini di risoluzione in movimento, contrasta però con una consistente perdita di luminosità (quasi dimezzata in HDR) e l’insorgenza di un fastidioso “flickering” che rende, ancora una volta, inutile la funzione. Con la sola interpolazione attiva, gli interventi sono sicuramente apprezzabili (specie con il “Movimento Cinematico” dedicato alla visione dei film), a patto però di non esagerare, pena la comparsa di artefatti.
LA PROVA DI VISIONE E CONCLUSIONIMa come va il nuovo LG G5, specie se confrontato con il precedente G4? È davvero un salto generazionale? Sì, senza dubbio alcuno. Il maggior apporto luminoso del nuovo pannello “Primary RGB Tandem”, in combinazione con gli algoritmi di “incremento luminosità” del rinnovato processore Alpha 11, si apprezza sulle porzioni più piccole ma molto luminose delle immagini HDR (i classici punti luce notturni, ad esempio), ma soprattutto a pieno schermo, rendendo l’ABL (il sistema che attenua la luminosità del pannello per preservarne il buon funzionamento) ancor meno invasivo. Ne guadagna anche la luminosità dei colori e, più in generale, la resa in HDR, tanto da non richiedere quasi più l’attivazione dell’elaborazione di tone-mapping dinamico, visto che con contenuti HDR10 fino a 4000 nit se la cava perfettamente già con la gestione statica.
In SDR, il nuovo G5 rimane un’assoluta conferma in ambienti bui e serali, ma acquisisce ora un sensibile vantaggio nelle situazioni diurne, grazie a prestazioni a pieno schermo da ben oltre 400 nit. Oltretutto, per la visione della televisione di tutti giorni, con i preset “Standard”, ma anche con quello affidato all’Intelligenza Artificiale si possono raggiungere i 900 nit di picco, garantendo quindi una discreta riserva luminosa anche in ambienti piuttosto soleggiati. Il processore Alpha 11 Gen 2 garantisce un ottimo upscaling e i suoi algoritmi di nitidezza aiutano a rendere le immagini più dettagliate e “compatte”. Da questo punto di vista si comporta in maniera assolutamente simile alle elaborazioni dell’Alpha 11 di prima generazione e vi suggerisco di non esagerare con le impostazioni, pena interventi fin troppo marcati con “effetti lifting” sui visi e un “iper dettaglio” innaturale.
Ritroviamo anche l’utile funzionalità di “Gradazione cromatica” pensata per ridurre l’eventuale insorgenza di banding (specie in SDR a 8 bit, ma a volte anche in HDR 10 bit). La gestione con l’impostazione al minimo è già piuttosto efficace, mentre all’aumentare dell’intervento si riduce anche il dettaglio. Ho apprezzato anche gli affinamenti nella gestione dei primi step della scala dei grigi molto compressi (specie con alcuni contenuti in streaming) che si traduce in una più efficace riproduzione delle porzioni d’immagine più buie, seppur non ancora del tutto esenti da difetti. Ecco, da questo punto di vista, specie in HDR, il Panasonic Z95B offre migliori sfumature.
A proposito di HDR, la resa delle immagini in HDR10 e Dolby Vision è superlativa. I 2000 nit picco di cui è capace il nuovo G5 nei corretti preset “Filmmaker” e “Cinema” si apprezzano sulle porzioni più luminose delle immagini, ma è soprattutto in termini di riproduzione delle sfumature colore e la loro intensità che il nuovo pannello “Meta 3.0” (unito anche alla lastra di dissipazione) riesce a fare ancora di più la differenza.
L’ampia riserva dinamica restituisce immagini sempre ricche del giusto contrasto e dettaglio e saranno davvero rari i casi in cui potreste sentire il bisogno di ricorrere all’algoritmo di “Mappatura Dinamica dei Toni” (che non vi consiglio quindi di attivare a meno che non vogliate ottenere una resa più “pompata” sui toni medi, ma meno corretta e rigorosa).
Niente da ridire sulla gestione dei materiali cinematografici con cadenza a 24 fotogrammi al secondo e chi volesse ridurre leggermente i microscatti nei panning (insiti in questo tipo di materiale) e, al contempo, aumentare leggermente il dettaglio in movimento, potrà attivare la modalità “Movimento Cinematico” del TruMotion, capace di un intervento migliorativo privo di “esasperazioni” e dalla resa che mantiene comunque l’effetto “cinema like”. La stessa interpolazione è presente anche sul C5 ma, grazie al processore Alpha 11, sul G5 l’elaborazione è anche supportata da analisi di intelligenza artificiale per valutarne in tempo reale il livello d’intervento. Che dire, funziona molto bene! E ve lo dice uno che solitamente non sopporta la benché minima interpolazione durante i film o le serie TV.
In ambito gaming, LG conferma ancora una volta l’ampio supporto e, soprattutto, l’attenzione alle personalizzazioni all’interno della sua Game Bar. Vengono agganciati senza problemi sia i 120Hz che la modalità Variable Refresh Rate (anche proprietarie Nvidia G-Sync e AMD FreeSync), anche se permangono ancora - come per qualsiasi OLED - alcune circostanze di flickering nelle zone più scure delle immagini. Grazie all’Auto Low Latency Mode, l’input lag può scendere fino a poco più di 5ms a 120 Hz, con il lag che dovrebbe scendere ulteriormente a 165 Hz (ma, ad onor del vero, non abbiamo avuto modo di misurare il valore effettivo).
Anche le sessioni in HDR sono largamente personalizzabili e il G5 garantisce, come sempre, anche la compatibilità Dolby Vision a 120Hz. A proposito di personalizzazioni, il nuovo top di gamma LG mantiene la possibilità di regolare manualmente il punto di roll-off dei metadati statici HDR per bypassarne il tone-mapping. Trattasi di una funzionalità che può tornare molto utile proprio con i videogiochi in HDR e o per chi volesse cimentarsi con la color correction HDR delle proprie riprese. E non a caso viene definita come un’impostazione “Professionale”.
Grazie all’adozione del nuovo pannello “RGB Primary Tandem”, l’angolo di visione è ulteriormente migliorato, anche se permangono ancora dei leggeri viraggi al marrone / magenta nelle posizioni più decentrate. Il filtro anti-riflessi rimane sempre molto efficace e, in qualsiasi circostanza, riesce a garantire la profondità dei neri tipici degli OLED. In piena luce diretta i riflessi ci sono, ma in misura più che accettabile.
Infine, possiamo definire il sistema audio integrato in configurazione 4.2 canali un “Giano Bifronte”. Mi ha lasciato perplesso e deluso “out of the box”: è sostanzialmente piatto e inscatolato. Mi ha, invece, incredibilmente sorpreso una volta applicata l’IA, fatta la calibrazione ambientale tramite il microfono del telecomando e, soprattutto, completata la procedura di personalizzazione di equalizzazione “AI Sound Wizard”. Oltre a garantire una resa decisamente più ampia e coerente (specie con le tracce in Dolby Atmos), diventa capace anche di un insospettabile impatto sui bassi. Dovrebbe essere settato così già di fabbrica!
Il nuovo G5 alza nettamente l’asticella delle prestazioni degli OLED White RGB. Ha di fatto quasi del tutto colmato il gap che lo separava dai migliori TV con pannello QD-OLED, è diventato ancora più versatile anche in contesti diurni e comincia anche ad insidiare le prestazioni di picco HDR degli LCD MiniLED. Il tutto unito a un comparto gaming sempre al vertice e a una smart TV webOS sempre più matura e funzionale che continuerà, oltretutto, ad essere supportata con aggiornamenti fino al 2030.
PRO E CONTRO Pannello OLED Primary RGB Tandem Supporto e funzionalità gaming Elaborazioni processore Alpha 11 Gen 2 Aggiornamenti webOS per 5 anni Mancanza supporto HDR10+ e tracce DTS Resa audio out of the box Telecomando privo di retroilluminazione VIDEO