Recensione Nintendo Switch 2, molto più di un aggiornamento!

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HDblog.it Jun 13, 2025 · 17 mins read
Recensione Nintendo Switch 2, molto più di un aggiornamento!
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Dopo ben otto anni e un paio di anteprime e prove più approfondite, eccola finalmente qui tra le nostre mani nella sua versione definitiva. Sto ovviamente parlando della Nintendo Switch 2, una console che non rivoluziona, ma che migliora sotto ogni aspetto tutto ciò che ha reso iconico il primo modello. Una nuova costruzione, un nuovo display, Joy-Con di un altro livello, prestazioni adeguate e una serie numerosissima di altri dettagli che portano la nuova soluzione Nintendo in una nuova dimensione spazio-temporale; o più semplicemente al 2025. E dopo diversi giorni di utilizzo, posso dirlo: era esattamente quello che serviva.

INDICEDESIGN E COSTRUZIONE

Guardando a queste nuova Switch 2 è evidente come Nintendo abbia scelto la via della continuità, e, a mio parere, si tratta di una decisione vincente. Guardando la Switch 2, si capisce subito che si tratta di una Switch; un dettaglio non da poco e che farà felici tutti gli appassionati e i super fan di Nintendo e di questa console. Basta poi tenerla in mano qualche minuto per accorgersi, invece, di quanto sia cambiata se scaviamo un po' sotto la sola apparenza.

Le dimensioni crescono leggermente: il corpo della console misura ora 27,2 x 11,4 cm, e lo spessore resta molto contenuto. Il peso sale a circa 535 grammi con Joy-Con agganciati, un incremento di poco più di 100 grammi rispetto alla Switch OLED. A livello pratico, la differenza si sente soprattutto durante le sessioni prolungate in modalità portatile: la console è più pesante, sì, ma anche molto più solida e rigida, e trasmette una sensazione di qualità premium che la prima Switch non aveva mai raggiunto. Ci si affatica giocandoci per molti minuti consecutivamente? Ho sentito pareri discordanti a riguardo, io posso dirvi che una volta trovata una posizione comoda non mi sono sentito particolarmente affaticato.

Il retro è completamente ridisegnato: la plastica lucida lascia il posto a una finitura opaca nera leggermente ruvida, che aiuta il grip e trattiene meno le impronte, anzi, quasi non le trattiene del tutto; raramente si trovano finitura così efficaci nell'evitare le impronte. Il nuovo kickstand a tutta larghezza è una delle novità più visibili e importanti. Non solo è molto più robusto, ma consente un’inclinazione continua e personalizzabile, un po' come da anni accade su Surface Pro. È perfetto per il gioco in modalità tavolo, anche grazie alla seconda porta USB-C, posizionata nella parte alta della scocca, che finalmente permette la ricarica durante l’uso. Un altra caratteristica non trascurabile, e anzi da sottolineare, è la cura dei materiali e degli accoppiamenti: la console non scricchiola, non flette, non cede sotto pressione. Si percepisce un salto di categoria netto, anche se, lo ammetto, le versioni "di sviluppo" provate in precedenza con il back in lega metallica enfatizzavano ulteriormente questo aspetto.

Anche il dock è stato completamente riprogettato. Esteticamente è più sobrio, più curvo e meno spigoloso. Scompare la doppia porta USB-A laterale del primo modello, sostituita da due USB-C. Il retro è chiuso da un pannello removibile magnetico che nasconde i cavi, il connettore USB-C per l’alimentazione, una porta LAN e l’HDMI. In termini di praticità, l’inserimento della console nel dock è ora più fluido, ma il blocco risulta più saldo: una combinazione perfetta per evitare problemi, specie se vi capita spesso di passare da una modalità di gioco all'altra.

All’interno è presente anche una ventola di raffreddamento attiva che aiuta a mantenere prestazioni costanti in modalità docked, utile soprattutto durante sessioni prolungate in 4K. È silenziosa, praticamente inudibile in ambienti normali, ma contribuisce a dissipare meglio il calore rispetto al passato.

JOY-CON 2: LODE AI MAGNETI

Uno degli elementi più iconici della prima Switch era il suo sistema di controller modulari. Purtroppo però è anche quello che più mostrava i segni del tempo, tra agganci poco stabili, problemi di drift (risolti?) e un’ergonomia limitata. Con la Switch 2, Nintendo ha finalmente ripensato i Joy-Con da cima a fondo, mantenendo il concetto ma introducendo soluzioni più moderne, robuste ed efficaci.

La vera rivoluzione sta nel sistema di fissaggio. I nuovi Joy-Con si agganciano magneticamente al corpo della console grazie a una due potenti magneti interni per ognuno dei controlli, che garantiscono una tenuta solida, precisa e sicura. Non c’è più il classico scorrimento su rotaia – una delle principali cause di gioco meccanico e usura nel tempo – ma un incastro molto più preciso e all'apparenza durevole.

Il risultato è doppio: da un lato nessun rischio di sgancio involontario, dall’altro una maneggevolezza aumentata. Per rimuoverli basta tirare la piccola levetta vicino ai dorsali: il sistema allontana meccanicamente i magneti e consente lo sgancio anche con una sola mano. Un gesto semplice, intuitivo e, cosa non scontata, soddisfacente. La culla in cui si inseriscono è poi molto precisa nella forma, caratteristica che evita che i Joy-Con 2 possano muoversi lateralmente durante l'uso.

Anche la forma dei Joy-Con è stata leggermente modificata. Ora sono più alti e leggermente più larghi, con un’impugnatura che riempie meglio il palmo e distribuisce il peso in maniera più equilibrata. Non siamo ancora ai livelli delle console con impugnature scolpite come Steam Deck o ROG Ally, ma è un passo avanti concreto. La nuova curvatura inferiore naturalmente formata dai tasti dorsali aiuta le dita a trovare un appoggio naturale, soprattutto in modalità portatile.

L’unico vero limite rimane nella modalità orizzontale: i Joy-Con usati singolarmente per il multiplayer locale (ad esempio in Mario Kart) sono ancora un po’ troppo stretti e sacrificati, soprattutto per chi ha mani grandi. Tuttavia, i nuovi pulsanti SL e SR sono più grandi e meglio posizionati, si trovano meglio "alla cieca" e danno l'idea di essere anche più robusti.

I thumbstick sono stati completamente ridisegnati: ora sono più larghi, con una gomma di maggiore qualità e un movimento più fluido, privo di attriti ai bordi. La sensazione al tatto è più morbida ma precisa, e la corsa leggermente più lunga consente un controllo migliore nei giochi che richiedono movimenti progressivi o rapidi cambi di direzione.

Come ben sappiamo la prima generazione di Switch soffriva di un problema di drifting abbastanza diffuso; sarà stato risolto del tutto? Potrei affidarmi alla speranza e alle rassicurazioni di Nintendo e dirvi di sì, ma la realtà è che con la mia unità un episodio di drifting si è verificato. Allo stesso modo vi dico però che è bastato ricalibrare lo stick per risolvere il problema, che non si è più ri-presentato. Anche i pulsanti frontali sono cresciuti: hanno una corsa leggermente più lunga, un feedback più deciso e soprattutto una disposizione più ergonomica. Il tutto contribuisce a un uso più confortevole sia in portatile che in modalità controller singolo.

Forse la novità più inaspettata è l’introduzione della modalità mouse: sotto ogni Joy-Con è stato inserito un sensore ottico simile a quello di un mouse da scrivania, che permette di usare il controller su una superficie piana per muovere un cursore o controllare giochi compatibili.

In confezione troviamo anche due piccoli piedini per migliorare la scorrevolezza. E, incredibilmente, funziona bene. In giochi come Fortnite, Cyberpunk 2077 o nei minigiochi di Welcome Tour, il sistema è preciso, stabile e reattivo. Certo, dopo 15-20 minuti si fa sentire la mancanza di una vera forma ergonomica e del supporto per il palmo, ma per sessioni veloci o per esperienze alternative è una feature assolutamente riuscita.

DISPLAY

Il display è uno degli elementi centrali di ogni console portatile, e nel caso di Nintendo Switch 2 rappresenta un salto netto rispetto alle generazioni precedenti, almeno per risoluzione e frequenza di aggiornamento. Abbandonato il vecchio 720p a 60Hz, ora ci troviamo di fronte a un pannello LCD IPS da 7.9 pollici, con risoluzione Full HD (1920x1080 pixel) e refresh rate a 120Hz. Un aggiornamento atteso, che porta la console nel 2025 in maniera finalmente competitiva.

Il passaggio a 1080p in modalità handheld era semplicemente necessario. Su un pannello di quasi 8 pollici, il vecchio 720p mostrava evidenti limiti di definizione, soprattutto con interfacce complesse o testi piccoli. Ora invece i contenuti sono più nitidi, i dettagli delle texture sono apprezzabili anche in movimento, e le scritte risultano sempre leggibili. Dal punto di vista della qualità cromatica, il pannello IPS scelto da Nintendo restituisce colori vivaci, naturali e ben bilanciati. Non raggiunge i picchi di contrasto e la saturazione profonda degli OLED (come quello della Switch OLED), ma ha comunque una resa molto piacevole e coerente, con un’ottima calibrazione di fabbrica. Anche l’uniformità della retroilluminazione è sorprendentemente buona, senza vistosi aloni o dominanti.

Se c’è un elemento che davvero cambia l’esperienza d’uso quotidiana, è il refresh rate a 120Hz. Non solo nei giochi – dove la fluidità è immediatamente percepibile – ma anche nel semplice scorrimento dei menu, nell’interfaccia e nella navigazione nello shop. La reattività percepita è molto più alta rispetto a prima. Nei giochi che supportano i 120 fps (al momento sono pochi, ma il numero è destinato a crescere), il salto è enorme: movimenti più precisi, animazioni più naturali, e una minore sensazione di “input lag” visivo. Nei titoli frenetici come FPS o racing è una differenza che si sente eccome. E anche nei giochi a 60fps, lo schermo a 120Hz riduce il tearing e migliora la percezione di fluidità.

La luminosità massima dichiarata è di circa 450 nits, che nella pratica si traducono in un uso comodo in ambienti interni e sufficiente sotto la luce diretta solo a patto di aumentare al massimo la retroilluminazione e disattivare l'impostazione automatica. L'ideale sarebbe stato avere anche una finitura opaca o comunque anti-riflesso. Sotto la luce diretta del sole, infatti, la situazione si fa critica soprattutto per via della fintura lucida del pannello. Il pannello di Switch 2 supporta poi anche il formato HDR10, e alcuni giochi (tra cui Zelda e Cyberpunk) offrono modalità HDR specifiche. Quando attivo l'HDR offre una buona resa; su console la differenza rispetto all'SDR e meno evidente per via della luminosità di picco non elevatissima. Al contrario, se la colleghiamo a una TV da oltre 1000 nit ecco che l'esperienza risulta decisamente più appagante e differente.

HARDWARE E PRESTAZIONI

Le prestazioni sono forse il salto in avanti più significativo che Nintendo Switch 2 compie rispetto alla generazione precedente. Per anni abbiamo apprezzato la versatilità e l’unicità del formato ibrido, ma è sempre stato evidente come il cuore hardware della console fosse inadeguato rispetto agli standard contemporanei. Con questa nuova iterazione, Nintendo cambia registro, e lo fa affidandosi ancora una volta a una stretta collaborazione con NVIDIA.

Sotto la scocca, infatti, troviamo una nuova piattaforma personalizzata, basata su architettura NVIDIA Ampere, in grado di gestire senza fatica titoli complessi e moderni. Entrando nello specifico si tratta di un Tegra T239 che, se in origine era basato sul nodo di fonderia Samsung a 8nm, è stato ottimizzato per Switch 2 e portato a 5nm EUV. Il chip presenta una CPU ibrida a 3 livelli con un core Arm Cortex X1 HP, tre core Cortex A78 P e quattro core Cortex A55 E. La GPU “Ampere” integrata include un totale di 1.536 core CUDA. C'è ovviamente il supporto al DLSS, la tecnologia di upscaling intelligente di NVIDIA, che consente alla console di raggiungere il 4K quando collegata al dock, senza sovraccaricare troppo la GPU. Sulla carta c'è il Ray Tracing, ma è in una forma ancora estremamente acerba.

Ma al di là delle specifiche, è l’esperienza d’uso quotidiana a fare la differenza. I caricamenti sono sensibilmente più rapidi, l’interfaccia è reattiva, l’eShop si apre senza esitazioni e i giochi si avviano con una velocità che fino a ieri sembrava impensabile su una macchina Nintendo. I 12 GB di RAM LPDDR5x, in due moduli da 6, fanno la loro parte nel garantire una fluidità costante anche in multitasking, e lo storage interno da 256 GB offre uno spazio finalmente adeguato, anche se espandibile solo tramite microSD Express, più costose delle classiche. Giusto segnalare anche che alla prima accensione i GB disponibili sono circa 230.

Durante le mie prove con alcuni dei titoli più esigenti disponibili al lancio, il salto qualitativo è stato evidente. Hogwarts Legacy gira sorprendentemente bene: i compromessi visivi sono inevitabili, ma l’esperienza nel complesso è fluida, stabile e giocabile senza frustrazioni. Street Fighter regala scontri intensi e reattivi, anche online, con un framerate che resta sempre stabile. Ma la vera trasformazione si percepisce nei giochi già noti: Zelda Tears of the Kingdom, nella versione ottimizzata per Switch 2, si muove con una scioltezza e un dettaglio che finalmente gli rendono giustizia. Ma lo stesso Mario Kart World, per quanto graficamente meno complesso offre prestazioni solide in ogni situazione, anche nella modalità "open world" che permette di girovagare senza limiti all'interno dell'intera mappa.

La gestione termica, altro elemento molto importante, si è dimostrata all’altezza delle prestazioni. Anche dopo sessioni prolungate, la console resta sorprendentemente silenziosa, con le ventole che si attivano gradualmente, senza mai diventare fastidiose, e mantengono sempre temperature sotto controllo. In modalità docked la musica cambia e Switch 2 si scalda decisamente di più, ma considerando che non dobbiamo toccarla resta un problema relativo; che ci tocca solo nel caso in cui si debba passare al volo alla modalità handheld.

GAMECHAT E GAMESHARE

Per anni Nintendo ha mostrato è sempre stata un pochino restia nell’abbracciare la componente online in modo concreto e al passo con i tempi. Le funzioni social delle precedenti console erano limitate, spesso relegate ad app esterne o sistemi macchinosi che mal si adattavano alla fluidità delle esperienze contemporanee. Con Switch 2, però, le cose cambiano sensibilmente, grazie all’introduzione di GameChat e GameShare, due funzionalità pensate per rendere il gioco condiviso più immediato, accessibile e – soprattutto – nativamente integrato.

GameChat è probabilmente la novità più tangibile. Si tratta di un vero e proprio sistema di videochiamata integrata, pensato per accompagnare le sessioni di gioco. Basta premere il nuovo tasto “C” presente sui Joy-Con per aprire l’interfaccia di comunicazione e unirsi a una stanza esistente, o crearne una nuova, dove è possibile parlare, vedere gli amici o semplicemente ascoltare. Non serve un microfono esterno: Switch 2 è dotata di un microfono integrato ad alta sensibilità, posizionato sulla scocca, che riesce a catturare la voce in modo chiaro anche a distanza, con una resa decisamente pulita.

Una volta aperta la stanza non è fondamentale essere impegnati a giocare allo stesso titolo o addirittura dentro la stessa partita. Certo quella è l'esperienza più divertente, ma potete conitnuare a vedervi e comunicare anche se state giocando a due giochi differenti. È un’esperienza nuova, diversa, che restituisce in parte quella sensazione di “divano condiviso” che si era persa nel passaggio al gioco online. La qualità video della Nintendo Camera non è eccelsa, la risoluzione è ridotta e c'è qualche piccolo artefatto nei movimenti, ma la funzionalità è stabile e soprattutto immediata. Si può cambiare layout, attivare solo l’audio, usare la trascrizione vocale o oscurare lo sfondo. È una funzione ovviamente pensata più per lo svago e la compagnia, che per lo streaming o l’uso professionale, e in questo funziona egregiamente.

Accanto a GameChat c’è poi GameShare, un sistema che consente a un utente dotato di Switch 2 di invitare amici – anche con la vecchia Switch – a provare un gioco che non possiedono. Non serve scaricare il titolo né acquistarlo: basta un invito e si accede a una sessione condivisa, in locale o online. GameShare al momento funziona solo con una selezione limitata di giochi, tra cui alcuni titoli storici e quelli ottimizzati per Switch 2, ma rappresenta una direzione molto promettente. È la risposta Nintendo al “Share Play” di Sony, ma con un approccio più semplice, pensato per le famiglie e i gruppi di amici.

AUTONOMIA

Se le prestazioni rappresentano un netto passo avanti, l'autonomia è un punto su cui Nintendo Switch 2 mostra qualche compromesso, comprensibile ma da tenere in considerazione. Dopotutto, offrire una console ibrida potente, con display ad alta risoluzione e frame rate elevati, significa anche dover gestire in modo intelligente i consumi.

Partiamo dalla batteria. La Switch 2 monta un modulo da 5220 mAh, una capacità che, sulla carta, appare generosa e in linea con altri dispositivi portatili moderni. Nella pratica, l’autonomia varia sensibilmente in base all’utilizzo, tanto che la stessa nintendo dichiara una durata che può variare tra le 2 e le 6,5 ore. Durante i miei test, ho rilevato valori compresi tra le tre e le sei ore di utilizzo, con una media di circa tre ore e mezza su titoli graficamente impegnativi come Mario Kart World, Zelda o Hogwarts Legacy. Durata che potrebbe anche diminuire se utilizziamo la console in esterna con una luminosità del pannello più elevata. Le prestazioni migliorano ovviamente con giochi più leggeri o con l’uso di impostazioni conservative; in questi casi si può arrivare a superare tranquillamente le 5 ore.

In modalità docked il problema ovviamente scompare, ma in mobilità è importante valutare l’acquisto di un power bank USB-C compatibile con il PD (Power Delivery), specie per chi prevede di giocare spesso in treno, in viaggio o in assenza di prese a portata di mano. Vi segnalo poi anche che la ricarica è generalmente lenta, parliamo di circa 3 ore per passare da zero a 100% in modalità sleep.

CONCLUSIONI

Ed eccomi al momento di ricapitolare un attimo quanto detto; Nintendo Switch 2 non è una rivoluzione nel senso più stretto del termine. Non cambia la formula, non stravolge l’esperienza e non riscrive da zero l’identità della console ibrida. Ma proprio per questo, funziona alla perfezione. È un aggiornamento maturo, consapevole e centrato, che prende tutto ciò che ha reso la prima Switch un successo mondiale – la versatilità, l’approccio accessibile, la libreria unica – e lo potenzia sotto ogni punto di vista. Il nuovo design è più robusto, più ergonomico e qualitativamente superiore. I Joy-Con, finalmente, abbandonano le criticità del passato per offrire un’esperienza d’uso più stabile. Il display è uno dei migliori mai visti su una portatile Nintendo e le prestazioni sono il vero punto di svolta.

Anche sul fronte software, Nintendo dimostra di aver capito cosa mancava: GameChat e GameShare portano finalmente una dimensione sociale che va oltre il multiplayer tradizionale. La batteria poteva essere più generosa? Sì, ma a nel quadro generale, rimane un’esperienza complessivamente solida e soddisfacente. Il prezzo di 469 euro (509 con Mario Kart) è alto? Probabilmente si, ma dopo averla provata mi spaventa molto meno. Rimango invece un po' interdetto vedendo il prezzo di alcuni titoli: 89 euro per Mario Kart World sono oggettivamente tanti, e i 79 dei due Zelda non sono poi tanti meno. Switch 2 è la console ideale per chi ha amato la prima, ma anche per chi cerca una macchina da gioco versatile, solida e accessibile. Fatemi sapere cosa ne pensate!

PRO E CONTRO Nuova costruzione più solida Sistema di aggancio dei Joy-Con 2 più comodo Prestazioni solide a prescindere dai titoli Esperienza generale riportata al passo con i tempi Autonomia migliorabile Ci vorrebbe una ricarica più rapida Il prezzo di alcuni titoli spaventa un po' VIDEO