Qualche tempo fa vi ho parlato di Poco F7 Ultra come di un prodotto che è probabilmente, ad oggi, uno degli esempi più nitidi di quello che potrebbe essere un flagship killer. Scheda tecnica da top di gamma e prestazioni ottime ad un prezzo sensibilmente inferiore alle proposte che offrono un corredo simile. Ecco, la famiglia F7 è popolata però anche da F7 Pro, e soprattutto F7 "liscio", che ho provato per circa una settimana e che è proprio l'oggetto della nostra analisi di oggi. Un prodotto che ricalca in tutto e per tutto le orme della versione Ultra ma in riferimento alla fascia media del mercato. Ma ora vi racconto tutto meglio nel dettaglio.
INDICEDESIGN E COSTRUZIONENegli ultimi anni POCO ha saputo ritagliarsi uno spazio ben definito nel panorama smartphone: prestazioni spinte, prezzi aggressivi e un’identità estetica molto riconoscibile. Il POCO F7 prosegue su questa strada, ma introduce una maturità stilistica inedita per questo brand. È ancora un dispositivo pensato per chi ama giocare e spremere al massimo l’hardware, ma non necessariamente, o forse meglio dire non solamente, per chi vuole un telefono "vistoso" o dichiaratamente gamer.
Poco F7 è infatti disponibile in tre varianti cromatiche: nero, bianco e argento. Le prime due condividono un design a doppia finitura sul retro, opaca nella parte superiore, lucida in quella inferiore, divise da una diagonale che conferisce un tocco di dinamismo pur mantenendo una sensazione di sobrietà, con un'attenzione al dettaglio che non è poi così comune in questa fascia di prezzo. La versione argento, invece, cambia completamente registro e strizza decisamente più l'occhio a chi vuole un prodotto che sia espressamente. da gaming: trasparenze simulate, incisioni a rilievo, un vistoso logo Snapdragon, e un look che strizza l’occhio al mondo del modding e della cultura tech anche dal lato estetico. Una scelta che può dividere, ma che racconta molto bene l'intenzione dell'azienda di mantenere vivo l'interesse dei fan della prima ora abbracciando però anche un pubblico più mainstream.
La scocca è realizzata in plastica, ma il frame laterale è in alluminio e dona al telefono un'ottima sensazione di robustezza e rigidità. Il retro, pur non essendo in vetro, simula bene la trasparenza e riflette la luce con discrezione; ma soprattutto, non trattiene troppo le impronte, almeno nella nostra versione chiara, e risulta piacevole al tatto.
Il peso è di 216 grammi: certamente non trascurabile, ma coerente con l’enorme batteria da 6500 mAh. Lo spessore si ferma a 8,2 mm, un risultato eccellente considerando la capacità della batteria appena citata. In mano il telefono appare solido, ben bilanciato, con bordi piatti che favoriscono l’impugnatura. Sì, il retro può risultare un pochino scivoloso, specie se lo impugnamo con una sola mano, motivo per cui vi consiglio caldamente di usare la cover in TPU fornita in confezione.
77.93 x 163.1 x 8.2 mm6.83 pollici - 2772x1280 px 74.95 x 160.26 x 8.12 mm
6.67 pollici - 3200x1440 px 74.95 x 160.26 x 8.39 mm
6.67 pollici - 3200x1440 px
Ecco quindi che entra in gioco la questione dimensioni: il display da 6,83 pollici e la scocca squadrata fanno sì che il F7 non sia proprio un campione di maneggevolezza. Con una sola mano si riesce a usarlo, ma si nota come sia pensato per l’uso in orizzontale a due mani, come accade per gaming e contenuti video, più che per la scrittura rapida o l’uso in mobilità.
Lungo il perimetro della scocca troviamo tutti i soliti tasti, solidi, ben assemblati e posizionati correttamente. Il sensore per il riconoscimento delle impronte, inserito sotto al display, è secondo me posizionato un pochino troppo in basso. Per quella che è l'altezza della mia impugnatura mi costringe ogni vola ad una modifica della posizione della mano. Nulla di così compromettente eh, ma è un aspetto sicuramente da segnalare. Come è da segnalare il fatto che, posizionamento a parte, questo sensore sia comunque molto preciso e rapido nello sblocco.
POCO ha poi dotato questo F7 di una certificazione IP68, il che significa che il dispositivo è protetto contro polvere e immersione a breve termine in acqua. Una feature ancora non così diffusa sotto i 400 euro, che rende ancor di più questo smartphone una scelta interessante anche per chi cerca un telefono affidabile e resistente.
DISPLAY E AUDIOUna delle prime cose che colpiscono quando accendi POCO F7 è senza dubbio il display. Non tanto per la dimensione, ormai i pannelli da quasi 7 pollici sono la norma, ma per la qualità complessiva che questo schermo riesce a offrire. È un AMOLED da 6,83 pollici con risoluzione 1.5K (2772 x 1280 pixel) e refresh rate a 120Hz, con supporto a HDR10+ e Dolby Vision. Ma al di là dei numeri, è proprio l’esperienza d’uso che fa la differenza.
La luminosità di picco raggiunge i 3200 nit, ovviamente solo in HDR e in un pugno di situazioni, ma si tratta comunque di un valore che fino a poco tempo fa era riservato solo ai top di gamma più costosi. I valori di luminosità massima tipica sono poi comunque molto alti, parliamo di circa 800 nit in interna e oltre 1500 con una luce diretta puntata sul display, come quella del sole, valori che garantiscono una visibilità eccellente in tutte le situazioni possibili. Ma non è solo una questione di visibilità all’aperto, dove il POCO F7 si comporta egregiamente, ma anche di dinamica nelle scene HDR: guardare un episodio di una serie Netflix o un video su YouTube in HDR10+ significa vedere davvero neri profondi, luci che brillano, e colori che vibrano senza mai risultare troppo saturi.
Il refresh rate a 120Hz è gestito bene: non è un pannello LTPO, quindi le variazioni si limitano a 30-60-90 e 120 Hz, ma lo scorrimento è fluido, le animazioni sono reattive e il touch ha una buona risposta. Non ho mai percepito lag o incertezze, nemmeno nelle fasi più concitate dei giochi o durante lo scrolling veloce sui social. In più, c’è il PWM dimming a 3840Hz, una caratteristica che farà felici chi è sensibile allo sfarfallio degli OLED.
Sul fronte audio, il POCO F7 integra un sistema stereo con due speaker distinti: uno inferiore, accanto alla porta USB-C, e uno superiore che funge anche da capsula auricolare. Il suono è potente, chiaro, e anche ad alti volumi non distorce. Non è un audio perfettamente bilanciato tra i due canali, il diffusore principale è leggermente più corposo, ma l’effetto stereo c’è e si percepisce. Il supporto a Dolby Atmos aggiunge un ulteriore livello di spazialità, soprattutto se si usano cuffie compatibili o si guarda un contenuto multicanale.
E restando in tema audio il giudizio è identico anche per quello che riguarda le chiamate. Che si tratti di audio in capsula o di vivavoce il risultato che otteniamo è sempre molto buono. Merito sicuramente degli altoparlanti ma anche dei microfoni che fanno bene il loro lavoro per quando riguarda il suono in uscita. Dicreta anche la vibrazione, si sente che non è netta e precisa come quella dei top di gamma, anche restando in casa Xiaomi, ma è comunque riconoscibile.
HARDWARE E PRESTAZIONIChi conosce POCO sa che le performance sono da sempre il tratto distintivo del brand. Non a caso, F7 monta uno dei chip più interessanti del momento: lo Snapdragon 8s Gen 4. Nome un po’ criptico, ma risultati chiarissimi. Si tratta di una piattaforma a 4 nm costruita interamente su core “big”, con un’architettura ispirata a quella dei flagship Qualcomm, ma con costi più contenuti. Tradotto in numeri, significa che in benchmark come Geekbench o 3DMark, il POCO F7 è riuscito a superare anche alcuni top di gamma come il Galaxy S24 con Snapdragon 8 Gen 3. Ma i numeri, per quanto utili, dicono poco se non si riflettono nell’esperienza d’uso. E qui POCO F7 brilla davvero.
Nell’uso quotidiano è sempre scattante, fluido, reattivo. Nessun lag, nessun rallentamento, anche con diverse di app aperte in background. E con 12 GB di RAM LPDDR5X e storage UFS 4.1 (da 256 o 512 GB), il multitasking è supportato senza compromessi. La memoria virtuale espandibile (+12 GB) dovrebbe aiutare ulteriormente nelle situazioni più complesse, come editing video o giochi open world, ma se devo essere del tutto sincero non ho mai sentito il bisogno di aumentare quella già presente.
Ma è quando si entra nel mondo del gaming che il POCO F7 mostra il suo ulteriore potenziale. L’ho stressato con titoli come CoD Mobile, Genshin Impact, PUBG Mobile e Fortnite, settando sempre i dettagli al massimo. Il risultato? Una fluidità impeccabile, anche nelle situazioni più caotiche. Con Game Turbo attivo, il telefono riesce a mantenere frame rate alti e stabili, mentre l’interfaccia fornisce strumenti utili per la personalizzare la risposta al tocco, limitare le notifiche o monitorare la temperatura.
E proprio la gestione termica è un altro punto a favore: grazie alla tecnologia LiquidCool 4.0 con IceLoop, il dispositivo resta relativamente fresco anche dopo lunghe sessioni di gioco. Non mancano i classici aumenti di temperatura sul retro, ma la verità è che non sono mai fastidiosi né tali da influire sulle prestazioni. Chi gioca con accessori tipo ventole esterne o controller clamp-on, troverà in POCO F7 un alleato perfetto per le sue sessioni più frenetiche.
Va detto che mancano alcune funzioni avanzate, come la gestione intelligente del frame rate o il Super Resolution. Al momento, infatti, queste stesse restano esclusive dei modelli Pro e Ultra. Una decisione che può far dispiacere ad alcuni utenti ma che comprendo e condivido; se POCO avesse lasciato tutto "sbloccato" i fratelli di questo F7 avrebbero avuto molo meno senso. Resta però un dato di fatto che, per l’utente medio, ma anche per il gamer appassionato, F7 offra comunque tutto il necessario per godersi giochi, anche pesanti, senza compromessi.
Un’ultima nota: l’ottima connettività. C’è supporto al Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4 con AptX Adaptive, GPS dual band e 5G con Dual SIM, soltanto fisica. Tutto ciò garantisce latenza minima e stabilità massima, due aspetti fondamentali in gioco, ma anche nella vita di tutti i giorni. L'ottima ricezione e stabilità del segnale sono infatti aspetti molto importanti nella costruzione di un'esperienza d'uso che rimane quindi assolutamente soddisfacente a 360 gradi. Peccato manchi il supporto alle e-SIM; è vero che non siamo nella fascia alta del mercato ma ormai è diventata una caratteristica di cui tenere conto.
FOTOCAMEREEd eccoci a parlare del comparto foto, ma diciamolo subito: se la fotografia è al centro delle vostre priorità, POCO F7 non è il dispositivo giusto per voi. Non mi fraintendete però, non scatta brutte. foto e anzi, in certe condizioni va anche oltre le aspettative, ma perché si capisce fin da subito che questo comparto non è stata la priorità per POCO nella progettazione di questo dispositivo. E forse proprio per questo motivo, le aspettative vengono in parte superate.
Il sensore principale è un Sony IMX882 da 50 MP con apertura f/1.5, stabilizzazione ottica (OIS) e messa a fuoco PDAF. È un sensore già collaudato su altri dispositivi Xiaomi, capace di restituire immagini dettagliate, con buona gamma dinamica e resa dei colori fedele. Di giorno, con luce abbondante, le foto sono nitide, ben contrastate, e con un bilanciamento del bianco solido. Anche la gestione delle alte luci è convincente: le zone più luminose raramente vanno bruciate, segno che l’elaborazione software è ben calibrata.
Quando la luce cala, la situazione si complica un po’. Entra in gioco l’algoritmo di Night Mode, attivo in automatico, che fa un buon lavoro nel contenere il rumore e migliorare la nitidezza. Non si raggiungono i livelli di un Pixel 9a o di un Galaxy A56, ma siamo comunque sopra la media dei “gaming phone”, dove spesso il comparto fotografico è trascurato del tutto.
La ultra-grandangolare da 8 MP, invece, è il vero anello debole. È una soluzione che va bene per situazioni occasionali come paesaggi o foto di gruppo, ma presenta una resa cromatica diversa rispetto alla principale, dettaglio scarso ai bordi e un calo di qualità complessiva in condizioni di luce intermedia che si fa notare in maniera importante. Meglio averla che non averla, certo, ma resta un sensore che fa il minimo indispensabile. Diciamo che va bene per scattare foto da postare sui social ma non si va oltre.
Lato video, il POCO F7 registra in 4K a 60 fps con la camera principale. La qualità è discreta: i dettagli ci sono, i colori sono fedeli e la stabilizzazione è solida, anche se non ai livelli dei flagship, ma diciamo che non mi sarei aspettato altro. La ultra-wide e la selfie cam sono invece limitate al 1080p a 60 fps, limitazioni dovute all'hardware che palesa i suoi compromessi anche lato resa dell'immagine, soprattutto in condizioni di luce mista.
Il software della fotocamera è essenziale: l’interfaccia è pulita, ma mancano alcune funzioni avanzate che altri Xiaomi offrono, come Dual Video, Vlog Mode o modalità Pro più ricche. I controlli manuali ci sono, ma sono ridotti all’osso. Un po’ scomodo il sistema a scorrimento verticale per accedere alle modalità avanzate, che spezza l’intuitività tipica della MIUI. In compenso, ci sono molte funzioni AI, soprattutto per la post elaborazione, ormai standard per Xiaomi: rimozione oggetti, espansione immagini, miglioramento cieli, riduzione riflessi. Utili per l’editing rapido e il miglioramento post-scatto, soprattutto per chi pubblica direttamente sui social.
AUTONOMIASe dovessi indicare il singolo aspetto che più mi ha stupito del POCO F7, nonostante tutto l’hardware da gaming e il display da urlo, sarebbe però senza dubbio l’autonomia. Perché sì, il processore è potente, il software è fluido e il design riuscito. Ma quando ti ritrovi a fine giornata con ancora il 50% di batteria, inizi a capire che qui POCO ha fatto davvero centro.
Il merito va alla batteria da 6500 mAh, una capacità che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile su uno smartphone così sottile (8,2 mm) e relativamente leggero. Se poi pensiamo che le varianti destinate ad alcuni altri mercati montano addirittura una cellula da 7550 mAh, ecco che ci resta comunque ancora un po' di acquolina. Ma la verità è che, anche “solo” con 6500 mAh, i risultati sono ottimi. Inutile che vi dica che si arriva sempre a cena, quello è scontato, ma la verità è che con, questa capacità e l'ottimizzazione raggiunta dai SoC, è assolutamente normale raggiungere anche i due giorni di utilizzo senza bisogno di attaccarlo alla corrente.
E quando finalmente la batteria si scarica, entra in gioco la ricarica rapida a 90W, supportata nativamente e con alimentatore che non è incluso in confezione ma che vi viene fornito spesso in bundle. In poco più di 40 minuti si torna al 100%, mentre bastano 15 minuti per superare il 50%. È una ricarica “intelligente”, con controllo della temperatura e adattamento automatico per evitare stress eccessivo sulle celle. Non c’è la ricarica wireless, è vero, ma in questa fascia di prezzo si tratta di una mancanza assolutamente accettabile, soprattutto considerando il tipo di utenza a cui il telefono si rivolge: gamer, power user, chi guarda tanti contenuti o semplicemente vuole un telefono che non lo lasci a piedi già a pomeriggio inoltrato.
SOFTWARE E UPDATE GARANTITILato software POCO F7 arriva con Android 15 preinstallato e interfaccia HyperOS 2.0, l'ultima evoluzione dell’ecosistema software Xiaomi. Si tratta di un sistema operativo che mantiene molte delle basi della storica MIUI, ma con una rinfrescata grafica, animazioni più coerenti, e una attenzione alla fluidità e all’ottimizzazione che è cresciuta e si fa sentire subito.
Nel quotidiano, HyperOS gira molto bene su questo hardware: le animazioni sono scattanti, le transizioni fluide, e in due settimane di utilizzo non ho mai riscontrato rallentamenti evidenti. L’esperienza generale è piacevole, anche se resta una UI molto ricca di funzioni, e per alcuni utenti potrebbe risultare inizialmente “troppo”. Ma è anche molto personalizzabile: si possono cambiare temi, icone, disposizione dei toggle, gesti, comportamento delle notifiche… tutto è modificabile fino al minimo dettaglio e senza bisogno di app di terze parti.
La presenza di Android 15 si fa sentire soprattutto nei piccoli miglioramenti dell’accessibilità e nella compatibilità con le nuove funzioni AI di Google, come il cerchia e cerca, le funzioni di traduzione o le gesture di sistema. Ma accanto ai servizi di Google, troviamo anche la suite HyperAI di Xiaomi, una raccolta di strumenti intelligenti sempre più ampia: traduzione in tempo reale, scrittura assistita, riassunti automatici, editing fotografico con rimozione oggetti, espansione delle immagini, miglioramento dei cieli e così via. Alcuni sono più utili di altri, ma nel complesso, se riuscite a farli rientrare in qualche modo nella vostra routine possono dare una spinta in più alla produttività e alla creatività.
Purtroppo, come spesso accade su dispositivi POCO e Redmi, l’esperienza è macchiata e condizionata dalla presenza di una serie ancora piuttosto corposa di bloatware. Parliamo di app preinstallate non essenziali, giochi, tool cinesi o servizi terzi. Nulla di irreversibile – tutto si può disinstallare – ma resta un fastidio iniziale, soprattutto per un utente poco esperto che magari non sa da dove cominciare per “ripulire” il sistema. Anche stando attenti in fase di configurazione a non dare particolari permessi, infatti, ci sono comunque una serie di app che ci ritroviamo senza che nessuno le abbia chieste. Nel 2025 questa cosa resta per me inaccettabile a prescindere dalla fascia di prezzo del dispositivo.
Un punto a favore importantissimo è la politica di aggiornamenti: POCO F7 riceverà quattro major update Android e sei anni di patch di sicurezza, avvicinandosi finalmente alle promesse dei produttori più virtuosi. Una novità assoluta per un medio gamma di POCO, e una scelta che cambia le carte in tavola nella fascia dei 300-400 euro, rendendo il dispositivo non solo potente ma anche mediamente longevo. Ovviamente a patto che gli aggiornamenti arrivino e siano mediamente puntuali; allo stato attuale, infatti, Xiaomi non si è dimostrata così solerte nell'aggiornare i propri prodotti, anche di fronte a promesse di longevità come questa.
CONSIDERAZIONIPOCO F7 è uno di quei telefoni che, già sulla carta, fanno alzare più di un sopracciglio. Perché? Semplice: offre prestazioni e caratteristiche da top di gamma, ma a un prezzo che lo colloca nel cuore del segmento medio. È una strategia che POCO ha già adottato con successo, ma che con questo modello raggiunge un nuovo livello di maturità.
Il listino ufficiale in Italia parte da 449 euro per la versione 12/256 GB, mentre il modello 12/512 GB viene venduto a 499 euro. Ma se guardiamo il prezzo Amazon siamo già a 399 e 449 euro, con alcuni altri store, di cui comunque vi invitiamo sempre a verificare l'affidabilità, che propongono la versione da 256 GB a circa 350 euro. Insomma, diciamo che probabilmente non tarderemo a trovarli anche su canali ufficiali a 350 e 400 euro circa. Prezzi assolutamente concorrenziali, specialmente per un prodotto con queste caratteristiche e prestazioni.
Ecco perché il POCO F7 si pone come una vera minaccia trasversale: per chi cerca uno smartphone completo sotto i 400 euro, è una scelta se non obbligata quantomeno molto allettante. Ma anche chi guarda alla fascia superiore dovrebbe quantomeno prenderlo in considerazione, soprattutto se le fotocamere non sono la priorità assoluta. Tolto questo aspetto, che è l'unico vero compromesso, siamo di fronte ad uno smartphone che, per il resto, ha davvero poco da invidiare a prodotti che costano anche il doppio.
PRO E CONTRO Display super Prestazioni eccellenti Due giorni di autonomia Prezzo concorrenziale Ultra-wide da compitino Software ancora pieno di bloatware 4+6 anni di aggiornamenti, ma arrivano? Niente supporto e-SIMVOTO: 8.0
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