Nel panorama dei dispositivi per la smart home, esistono tantissimi prodotti in grado di facilitare l'utilizzo e l'interconnessione dei nostri apparecchi. Tra le ultimisseme novità uscite, oggi vi presentiamo lo SwitchBot Hub 3, un prodotto che si distingue sicuramente per ambizione: è infatti un hub Matter con sensori ambientali, un telecomando universale IR, un bridge Bluetooth, più una manopola per azioni rapide, il tutto in un’unica unità.
Tante caratteristiche che potrebbero invogliare tanti ma che al tempo stesso potrebbero non essere immediate da utilizzare per tutti, soprattutto per coloro che cercano qualcosa di facile, immediato e pronto all'uso.
Design e CarattersticheIl Hub 3 conserva la silhouette essenziale dei suoi predecessori, ma con dimensioni raddoppiate sul fronte dell’HUB 2 (126 × 94 × 38 mm). Frontalmente, troviamo:
- Display LCD a colori da 2,4 ″, animato da sensori di prossimità che lo attivano al rilevamento del movimento
- Manopola con tasto centrale, + quattro pulsanti fisici (Home, Back, On/Off, “S” SwitchBot)
- Quattro pulsanti capacitivi sotto lo schermo, per scorciatoie personalizzabili
Sul retro, un attacco magnetico consente di montarlo su parete o su supporto da tavolo incluso. Il sistema di alimentazione è semplicemente un cavo USB‑C dotato di sensori per misurare temperatura e umidità, integrati direttamente nel cavo per una lettura più precisa.
A livello di caratteristiche, Hub 3 dispone di:
- Connettività Wi-Fi 2,4 GHz e Bluetooth LE.
- Sensore temperatura/umidità (precisione ±0,1 °C/1 % UR, range -20-80 °C)
- Sensore di movimento PIR.
- Porta USB‑C in ingresso e in uscita (output 5 V/500 mA), utile per ricaricare smartphone/accessori
- Emissione IR fino a 30 m. Perfetta per telecomandare televisori e condizionatori
È dotato di certificazione CSA e pienamente compatibile con lo standard Matter, agendo anche da bridge verso altri dispositivi Bluetooth SwitchBot e non solo.
Facile da configurare: Matter e SwitchBotCome tutti i prodotti dell'azienda, l’aggiunta di Hub 3 all’app SwitchBot per il controllo da smartphone e prima configurazione è molto semplcie e avviene premendo contemporaneamente Home+Back, selezionando Wi‑Fi e assegnando un nome. Con la scansione del codice Matter, il sistema lo riconosce come bridge che fornisce:
- Dati ambientali (Temperatura, Umidità, Movimento)
- Bridge Bluetooth per dispositivi SwitchBot aggiunti.
- Quattro shortcut personalizzabili
- Fino a 30 pulsanti virtuali Matter ospitando fino a 30 sottodispositivi
Tutto questo diventa automaticamente visibile nel proprio hub Matter (Apple Home, Google, Amazon, ecc.).
FunzionalitàCome detto in apertura recensione, Hub 3 offre molte più funzionalità rispetto al modello precedente. Sono talmente tante che potreste perdervi ed in particolare il vero "limite" è la gestione di tutte queste opzioni. Se vi limitate a gestire Hub 3 sfruttando i pulsanti fisici, avrete un prodotto intuitivo ed immediato. Se invece inizierete a configurare anche i tasti virtuali, potreste faticare a trovarli e banalmente a ricordarli tutti visto il numero ampissimo disponibile.
Ovviamente molto dipende dalla vostra Smart home e magari avete una UI di controllo come Home Assistant che vi permette di creare scenari e sistemi molto più user frendly a livello di interazione.
Radiocomando IR universale
Lo Hub 3 include la funzione di telecomando IR:
- Può imparare comandi da altri telecomandi tramite "Smart Matching", con selezione manuale o apprendimento diretto
- Supporta fino a 10 dispositivi IR e 15 dispositivi Bluetooth
Il display e i pulsanti fisici agiscono come un telecomando multimediale: la manopola regola volume o selezione, i tasti attivano funzioni Home/Back/On/Off.
Grazie al bridge Bluetooth, è possibile integrare Apple TV, Amazon Fire TV e dispositivi SwitchBot, con supporto anche via IR e ovviamente tutti i prodotti che permettono accensione e spegnimento da infrarosso.
Pulsanti Matter “virtuali” e funzionalità avanzate
Come detto, con Matter, lo Hub 3 può vantare fino a 30 pulsanti virtuali che hanno le seguenti caratteristiche:
- Appaiono come dispositivi separati nel proprio sistema smart home (Apple Home, ecc.) - solo per i dispositivi SwitchBot, per altri marchi è possibile semplicemente aggiungere la scena pertinente
- Sono singoli click e non supportano doppio tocco o long press
- Si assegnano alle scorciatoie: si scorrono con la manopola e si preme per attivare azioni
- Possono attivare scene che combinano altri dispositivi, persino non-Matter, supportati dalla piattaforma smart utilizzata
In Apple Home, per esempio, si possono lanciare scene (es. apertura/spegnimento tende, accensione playlist Sonos, avvio aspirapolvere robot SwitchBot K10+ Pro e molto altro). Tutto dipende sempre dalla fantasia vostra e dai sistemi domotici che avete.
Esperienza duso: pregi e difettiUtilizzare lo SwitchBot Hub 3 è come avere tra le mani una piccola centrale di controllo per la smart home. Sin da subito si percepisce il potenziale del dispositivo: il fatto che un solo prodotto racchiuda sensori ambientali, telecomando IR universale, bridge Bluetooth, pulsanti fisici, comandi virtuali Matter e perfino un display, o rende estremamente versatile. Tuttavia, come spesso accade con i dispositivi che ambiscono a fare tutto, l’esperienza d’uso ne risente sotto certi aspetti.
Uno dei primi aspetti che può creare qualche difficoltà è l’interfaccia utente. Il mix di pulsanti fisici, comandi capacitivi, manopola rotante e menu visualizzati sul display rende l’interazione non sempre immediata. A volte, capire quale tasto premere o come navigare tra le opzioni richiede qualche tentativo in più del previsto, soprattutto se non si ha dimestichezza con dispositivi del genere.
Anche la manopola, pensata per semplificare la navigazione tra le scorciatoie, si rivela meno fluida e precisa rispetto ad alternative più rifinite. L’idea è buona, ma l'esecuzione non sempre all’altezza, e può lasciare una sensazione di “plasticoso” sia al tatto che all’uso.
Un altro elemento che può limitare la praticità quotidiana è il fatto che il dispositivo debba essere sempre collegato tramite cavo USB‑C. Questo rende di fatto il telecomando “fisso” in una posizione, annullando la libertà di movimento che si potrebbe desiderare in un telecomando universale (anche di SwitchBot).
Sebbene la possibilità di controllare dispositivi IR e Bluetooth sia uno dei fiori all’occhiello dell’Hub 3, ci sono ancora margini di miglioramento. Ad esempio, quando si configurano scene complesse - come accendere una TV Google e poi lanciare un’app o un canale - i tempi di risposta non sempre sono sincronizzati, e può capitare che l’automazione fallisca. Lo stesso vale per l’assenza di sincronizzazione bidirezionale: se accendi un condizionatore manualmente, lo stato del dispositivo non viene aggiornato nell'app, il che può creare confusione.
Nel complesso, lo SwitchBot Hub 3 è estremamente potente e flessibile, ma richiede un certo livello di pazienza e adattamento. Non è un dispositivo da “plug and play” per tutti, ma uno strumento da domare con calma se si vogliono sfruttare tutte le sue capacità.
Punti di forza
- Funzionalità multipla sensori, IR, bridge Bluetooth, Matter e telecomando fisico in unico dispositivo
- Display e pulsanti chiari, montaggio versatile
- Pulsanti virtuali Matter fino a 30 azioni, non solo IR
- USB‑C out utile per ricariche accessorie
- Compatibilità cross-ecosistema lo standard Matter ne semplifica integrazione in Apple, Google, Alexa, Samsung
Elementi migliorabili
- Interfaccia complessa: un mix affollato di controlli (capacitivo, fisico, display), che riduce la semplicità d’uso
- Navigazione poco intuitiva: i pulsanti capacitivi non allineati con le icone e LED poco visibili rendono difficile l’uso
- Pulsanti virtuali limitati: 30 è un numero, ma scorrere liste per trovarli può essere noioso
Lo SwitchBot Hub 3 è un prodotto che non lascia indifferenti: chi è appassionato di domotica e cerca un centro di comando avanzato per la propria smart home probabilmente lo troverà estremamente stimolante. È l’ideale per utenti che vogliono un dispositivo tutto-in-uno, capace di controllare la temperatura, monitorare il movimento, gestire dispositivi via IR o Bluetooth, e allo stesso tempo integrarsi perfettamente in un ecosistema Matter, come Apple Home o Google Home.
È perfetto anche per chi ha già diversi prodotti SwitchBot e desidera centralizzare il controllo, oppure per chi vuole portare la propria casa verso un'automazione più intelligente sfruttando al massimo i trigger ambientali.
Detto questo, non è un dispositivo adatto a tutti. Chi è alle prime armi con la domotica o cerca soluzioni semplici, plug-and-play e poco “tecniche”, potrebbe sentirsi sopraffatto dalla quantità di funzioni, opzioni e impostazioni. Il rischio è di trovarsi con un dispositivo avanzatissimo che però viene sfruttato solo in minima parte, o peggio, frustrante da usare nel quotidiano.
In sintesi, il pubblico ideale per lo SwitchBot Hub 3 è quello degli utenti esperti o “power user” della smart home: persone che amano personalizzare, configurare, integrare diversi ecosistemi e sono disposte ad affrontare una certa complessità per ottenere il massimo controllo. Per tutti gli altri, esistono alternative più semplici e dirette, anche all’interno dello stesso ecosistema SwitchBot.
Chi lo apprezzerà:
- Utenti profondamente inseriti nell’ecosistema SwitchBot e Matter, che vogliono sensori, telecomando IR e controllo Bluetooth integrati.
- Chi desidera monitor ambientale integrato con automazioni (es. luce notturna al movimento).
- Chi preferisce un dispositivo “tutto in uno” con display e manopola.
Chi dovrebbe pensarci due volte:
- Chi cerca semplicità d’uso: molte funzioni e controlli aumentano la curva di apprendimento.
- Chi preferisce telecomandi portatili cordless.
- Chi cerca un vero “telecomando universale” per Matter: le 30 azioni non si traducono in usabilità immediata.
Lo SwitchBot Hub 3 è un dispositivo estremamente ambizioso, un hub Matter con sensori, telecontrollo IR, bridge e interfaccia fisica completa. Su carta è un coltellino svizzero della smart home, tuttavia questa polifunzionalità porta con sé una complessità che ne limita l’accessibilità nel quotidiano