Sebbene per LG la serie “Gallery” abbia sempre rappresentato il riferimento di innovazioni e prestazioni ambito OLED, in termini di vendite è invece sempre stata la serie C quella di maggior successo, in virtù di un rapporto qualità / prezzo capace di soddisfare anche gli appassionati più esigenti, ma con un occhio al portafoglio.
La formula non cambia neppure quest’anno, con la nuova serie G5 che introduce i nuovi pannelli OLED WRGB “Meta 3.0 - Primary RGB Tandem” abbinati al processore Alpha 11 AI di seconda generazione, mentre la nuova serie C5 utilizza l’ultima evoluzione di pannelli WRGB “tradizionali” 4K Ultra HD 10 bit nativi (quindi niente Meta 3.0, né tanto meno la soluzione con le microlenti che caratterizzava le serie G4 e G3) e il processore Alpha 9 AI Gen8.
Come sempre, la serie C5 è disponibile nelle diagonali da 42, 48 (con prestazioni sempre leggermente inferiori in termini di picchi di luminanza rispetto ai fratelli maggiori), 55, 65, 77 e 83 pollici. Tutti assicurano il supporto HDR nei formati HDR10, Dolby Vision e HLG e, per gli appassionati di gaming, il refresh-rate arriva a 144Hz, anche in VRR e anche in Dolby Vision. La nuova serie C5 viene proposta a prezzi di listino che partono dai 1.299 Euro del modello da 42 pollici, fino ad arrivare ai 4.999 Euro del taglio da 83 pollici, con il 55 pollici oggetto della nostra prova venduto attualmente a 1.699 Euro.
Trattandosi della serie C ci aspettavamo un affinamento delle prestazioni della serie C4 del 2024, ma una volta acceso il nuovo C5 da 55 pollici e, soprattutto misurato, ci siamo subito resi conto del balzo in avanti in termini di luminosità generale. Il miglioramento è stato particolarmente evidente in SDR, ma anche in HDR il passo in avanti è stato tale da avvicinare quasi (ho detto quasi) le prestazioni della serie G4 dello scorso anno. Tutto perfetto quindi? Scopriamolo insieme leggendo questa recensione.
SOMMARIOCARATTERISTICHE TECNICHE E DOTAZIONEDal punto di vista estetico, nessuna rivoluzione, con il C5 che rimane praticamente identico al C4 e se non fosse per la tonalità leggermente diversa della finitura posteriore in plastica riciclata con effetto “simil roccia”, risulterebbero praticamente indistinguibili. Ottimi i materiali e la sensazione di solidità generale, con il C5 che mantiene anche il piedistallo da tavolo centrale in metallo e le cornici esterne sottilissime. Chi volesse, invece, appenderlo a parete potrà utilizzare staffe con attacco VESA 300x200mm.
Sul fronte connettività ritroviamo quattro ingressi HDMI tutti in versione 2.1 da 48 Gbps, con pieno supporto gaming fino a 120Hz / 144Hz, anche in Dolby Vision, Variable Refresh Rate anche nei formati proprietari Nvidia G-Sync e AMD FreeSync Premium, Auto Low Latency Mode e gaming HDR con supporto al tone mapping HGiG pensato proprio per i videogiochi.
Non mancano neppure il supporto eARC di trasmissione segnali audio sulla porta HDMI 2 e la compatibilità con la funzionalità HDMI 2.1 Quick Media Switching che, in presenza di sorgenti compatibili, permette di agganciare la corretta cadenza di visualizzazione (24, 25, 30, 60 fotogrammi al secondo, ad esempio) senza la comparsa della fastidiosa schermata nera di cosiddetto “hand shaking”.
In HDR, come sempre, oltre al supporto HDR10 e Dolby Vision (anche in modalità IQ per sfruttare il sensore di luminosità ambientale e con elaborazione “Precision Detail”), il C4 supporta anche l’HLG di broadcasting televisivo (usato da Rai 4K e anche da Sky 4K), mentre continua a mancare il supporto al formato HDR10+.
A completare la dotazione abbiamo poi tre porte USB 2.0, una porta Ethernet (100 Mbps) e connettività wireless Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.3 per connettere cuffie wireless, ma anche il proprio game pad per giocare senza console sfruttando le funzionalità cloud gaming integrate nativamente nel sistema operativo webOS 25 (ora anche con supporto Xbox Game Pass). Connettività wireless e Ethernet che consentono anche trasmissioni Miracast, AirPlay 2 e Chromecast. Scontata, infine, la presenza dei connettori d’antenna digitale terrestre (DVB-T2 HEVC Main 10) e satellitare (DVB-S2) con pieno supporto interattività web HbbTV di ultima generazione e relativo slot per eventuale modulo CAM.
Sebbene il C5 ci sia stato spedito con il rinnovato e sottile telecomando “Magic Remote” privo di tasti numerici, in Italia i TV OLED di LG vengono sempre venduti con lo stesso precedente telecomando, eccezion fatta per il tasto microfono ora sostituito dal tasto AI e dal tasto di selezione ingressi sostituito con quello per accedere all’Home Hub (dove potrete poi selezionare gli eventuali ingressi HDMI). Rimane quindi ancora privo di retroilluminazione, è dotato di rotellina centrale, è sempre Bluetooth e il microfono integrato consente anche la calibrazione ambientale degli altoparlanti TV in configurazione 2.2 canali con una potenza complessiva di 40W.
Sotto alla scocca troviamo il rinnovato processore Alpha 9 AI giunto all’ottava generazione. Onestamente non sappiamo se sia più potente, ma nella gestione dell’interfaccia e nelle elaborazioni delle immagini (upscaling, miglioramento della nitidezza, gestione del moto) ci è sembrato del tutto simile a quanto ho potuto apprezzare con il C4 (che non avevamo recensito su HDBlog, ma su cui ho messo mano più volte e ne ho anche acquistato uno recentemente).
Dovrebbe invece essere più carrozzato in termini di NPU per le funzionalità IA e relativo deep-learning, soprattutto per gestire le nuove funzionalità di ricerca e suggerimenti, la modalità d’immagine IA personalizzabile, nonché quelle relative all’audio, con tanto di “Voice Remastering” per rendere più chiari i dialoghi, nonché la funzionalità upmix “AI Sound Pro” fino a 11.1.2 canali particolarmente apprezzabile attivando la funzione WOW Orchestra - anche in modalità totalmente wireless grazie al WOWCast - che permette di abbinare una soundbar di LG compatibile per combinare l’uso degli altoparlanti soundbar con quelli del televisore e ampliare così l’impatto sonoro.
Tramite HDMI e via eARC vengono riconosciute anche le tracce lossless Dolby TrueHD (anche Atmos), ma quest’anno i nuovi TV LG (quindi su tutte le serie) riperdono nuovamente il supporto alle codifiche DTS (sia lossy che lossless): un vero peccato. Il TV è anche compatibile con lo standard di trasmissione audio wireless senza perdita WiSA fino a 2.1 canali (richiede sistemi di altoparlanti compatibili da acquistare a parte) e, infine, tramite Bluetooth è possibile abbinare cuffie wireless regolandone il volume d’ascolto in maniera indipendente rispetto a quello degli altoparlanti del TV (che possono anche essere silenziati).
La smart TV webOS 25 è praticamente identica alla già piacevole e fluida versione precedente, ma integra ora in bella evidenza l’App per accedere ai canali TV via antenna (come da normativa AGCOM che entrerà in vigore a giugno). Rimangono anche attive un bel po’ di pubblicità (per fortuna in buona parte disattivabili via sotto menù), ma è soprattutto nell’integrazione dell’intelligenza artificiale che si celano le principali novità: il TV è in grado di riconoscere a voce il nostro profilo utente (anche senza telecomando) e relative personalizzazioni “Home Screen”, è sempre presente il “Chatbot” di assistenza sull’utilizzo del televisore ed è stato integrato Copilot di Microsoft per ricerche più generiche.
Ma in Europa (a differenza di Corea del Sud e Stati Uniti) dobbiamo per ora accontentarci di un assistente basato sul “linguaggio naturale” e non LLM, che ne penalizza in buona parte l’efficacia e l’utilità di interazione e ricerche.
Ci sono davvero tutte le App di entertainment e sport richieste per il mercato italiano, diverse funzionalità per lo Smart Working (con accesso alle principali applicazioni di Microsoft e Google, nonché la possibilità di accedere anche a un PC Windows o Mac da remoto) e una sezione dedicata al gaming e alle piattaforme di cloud gaming come GeForce Now, Amazon Luna, Utomik e ora anche Xbox Game Pass. Su fronte gestione dispositivi Smart Home / domotica webOS 25 è anche compatibile Matter e integrato nell’ecosistema LG ThinQ proprietario. Ricordiamo, infine, che LG garantisce per il sistema operativo 5 anni di aggiornamenti.
Una volta collegata una console videogiochi o un gaming PC si attiva la modalità “Gioco” e la relativa interfaccia “Game Optimizer” che raggruppa tutte le funzionalità in grado di soddisfare le aspettative dei videogiocatori più esigenti. Si va da una serie di preset di visione ottimizzati per il tipo di gioco, controlli su alte e basse luci, gestione del VRR, ottimizzazione dell’input lag e anche opzioni Multi View per riprodurre in split screen la vostra sessione gaming, affiancata a un video Youtube di aiuto, ad esempio.
Durante l’uso delle principali applicazioni come Netflix, Amazon Prime Video, Rai Play, Disney+ o AppleTV+ è sempre stato possibile sfruttarne tutte le potenzialità audio-video, incluse quindi riproduzioni in 4K Ultra HD, HDR / Dolby Vision / HLG e audio Dolby Digital+ / Dolby Atmos (anche tramite canale di ritorno audio eARC). L’interfaccia prevede anche un media-player integrato in grado di riprodurre contenuti multimediali sia da HDD esterni USB, che da eventuale NAS su rete locale DLNA / UPnP. Lo scraping è risultato sempre veloce e privo di impuntamenti e non ha evidenziato problemi nel riprodurre una molteplicità di formati video a qualsiasi risoluzione o da qualunque codec (anche AV1), container e anche in HDR10 e Dolby Vision. Per l’audio, invece, tutto ok con le tracce Dolby (anche Atmos in Dolby Digital+), ma tutto rimarrà muto con eventuali tracce DTS.
LE MISURE E I CONSIGLI PER REGOLARE LA TVVenendo all’uso, la prima installazione risulta facile e veloce e, superate le ormai inevitabili approvazioni legate alla privacy, l’interfaccia vi proporrà subito una personalizzazione delle impostazioni di visione, che verranno poi associate al preset basato sugli algoritmi di intelligenza artificiale. Completata la procedura ed entrati nelle impostazioni, ritroverete comunque i soliti numerosi preset e un’ampia versatilità di regolazioni.
La navigazione del menu principale mantiene la grafica della generazione precedente e all’interno di “Immagine” ritroviamo ancora le modalità “Vivace”, “Standard”, “Risparmio Energetico”, “Cinema”, “Sport”, “Game Optimizer”, “Filmmaker Mode”, “ISF Esperto (Stanza luminosa)” e “ISF Esperto (Stanza buia)” in SDR; “Vivace”, “Standard”, “Home Cinema”, “Cinema”, “Game Optimizer” e “Filmmaker Mode” in HDR10; in Dolby Vision rimangono le stesse modalità previste per l’HDR10, ad eccezione di “Cinema” sostituita semplicemente da “Filmmaker Mode” (a garanzia di una riproduzione senza alcuna elaborazione anche in Dolby Vision). A proposito di Filmmaker Mode, da quest’anno anche questo preset può sfruttare il sensore di luminosità del televisore per adattare i parametri di luminanza, temperatura colore e gamma alle varie situazioni di luminosità ambientale (diurne e serali): vi basterà abilitare l’opzione “Filmmaker Mode Ambient Light” all’interno del menù “Luminosità” delle Impostazioni Avanzate.
Per i meno esperti, di fabbrica vengono abilitate le elaborazioni di intelligenza artificiale, seppur dalla resa personalizzata tramite l’iniziale guida “Picture Wizard”. IA che interviene su quasi tutti gli aspetti delle immagini, inclusa la luminanza in funzione della quantità di luce in ambiente e il risparmio energetico. Possono indubbiamente tornare utili durante l’uso televisivo quotidiano, ma andranno invece disattivati nel caso volessimo riprendere il controllo delle regolazioni e raggiungere una qualità di visione ottimale e rigorosa. In particolare, consiglio di disattivare il “Risparmio Energetico” posto all’interno del menu “Generale” e “Impostazioni AI Brightness” presente nel menu “Servizio AI”.
Vi suggerisco, inoltre, di non utilizzare mai i preset “Vivace” e “Sport”, entrambi troppo saturi, freddi e abbondantemente scorretti. Anche “Standard” e “Risparmio Energetico” sono lontani dalla qualità richiesta alla riproduzione di contenuti “cinematografici” ma possono comunque risultare validi per la visione dei canali televisivi intervenendo sulle impostazioni di temperatura colore (rendendole più “calde”), del gamma e dello spazio colore, modificando la regolazione da “nativo” a “automatico”.
Se invece vi apprestate a vedere film o serie TV dalle App di streaming o, ancora meglio, da sorgenti di qualità come un lettore Blu-ray o Ultra HD Blu-ray, a quel punto le modalità d’immagine più corrette risultano essere “Cinema”, “Filmmaker Mode” e i due preset “ISF Esperto”. Tra l’altro su Amazon Prime Video e AppleTV+, sarà il TV stesso a proporvi di passare al “Filmmaker Mode” tramite un pop-up.
Come di consueto con i suoi modelli OLED, LG ci consegna già di fabbrica questi quattro preset molto ben calibrati. In SDR si va davvero molto vicini all’eccellenza, in virtù di scostamenti misurati con il software Calman e il nuovo colorimetro C6 HDR5000 di Portrait Displays sempre molto contenuti e comunque impossibili da cogliere a occhio nudo. Come negli anni precedenti, le differenze impostate e volute riguardano semplicemente le impostazioni di gamma (che oscillano tra i 2.2 di “Cinema” e “ISF Giorno” e i 2.4 di “Filmmaker Mode” e “ISF Stanza Buia”) e luminanza (l’intensità luminosa a schermo).
Per quanto riguarda il bilanciamento del bianco sono tutti davvero ottimi, con DeltaE medi di appena 1,6 (quindi abbondantemente sotto al valore 3, soglia di percezione visiva degli scostamenti dal riferimento), eccellenti coperture e saturazioni intermedie dei colori gamut REC709. Alla luce di questi risultati, in SDR non toccate nulla e limitatevi semplicemente a scegliere uno tra i preset “ISF Stanza Buia” o “Filmmaker Mode” per la visione notturna dei film e uno tra i preset “Cinema” o “ISF stanza luminosa” per la visione cinematografica diurna o stanza illuminata. Se scegliete la modalità Filmmaker, abilitate l’opzione “Ambient Light” e ci penserà direttamente l’elettronica del televisore ad adattare le immagini in maniera ottimale in funzione della luminosità ambientale.
In HDR, invece, non vi è alcun dubbio, grazie ai preset “Cinema” e “Filmmaker” che riescono a centrare perfettamente l’ideale cinematografico sia per bilanciamento del bianco, sia per tracking della curva di tone mapping, con picchi di luminanza HDR che sfiorano i 1200 nit in finestre che vanno dall’1 al 10%. L’ABL – il limitatore di luminosità che serve a proteggere il pannello ed evitare il burn-in - interviene a circa 200 nit (con schermata bianca “a pieno schermo”) e la copertura gamut DCI-P3 sfiora il 100%, mentre quella BT2020 si attesta a 75%.
Ma al di là di questi “numeri” che già di per sé evidenziano come in HDR le prestazioni del C5 siano significativamente superiori a quelle del C4 (di un 20% circa), ciò che più sorprende è la sostanziale vicinanza con il top di gamma G4 dello scorso anno (tranne sui picchi luminosi di porzioni di immagine più contenute) e questo, ancor di più in SDR, con il C5 capace di superare i 600 nit di picco in finestra al 10%, di mantenerne comunque 500 in finestra al 50%, per poi diminuire a circa 300 nit a pieno schermo. Insomma, durante la riproduzione di scene molto luminose a pieno schermo, ancora “soffre”, ma il passo in avanti è evidente e del tutto inaspettato.
Inoltre, in HDR, il C5 si distingue anche per l’eccellente tracking EOTF di tone mapping, tanto da poter quasi del tutto rinunciare all’utilizzo dell’algoritmo di tone mapping dinamico (l’opzione “Mappatura Dinamica dei Toni” che trovate nel menu “Immagine” -> “Luminosità”). Solo per eventuali contenuti in HDR10 con grading oltre i 4000 nit l’elaborazione può tornare utile per preservare una dinamica ottimale sia alle alte che alle basse luci (anche fino a 10.000 nit).
Sebbene con l’esemplare in prova non fosse onestamente necessario, ho voluto comunque verificare il comportamento dell’elettronica in fase di calibrazione. Risultato finale? La luminanza SDR (abbassando il valore di “Luce OLED”) è stata riportata a più consoni valori di poco inferiori ai 120 nit (per la visione in stanza buia), con conseguente necessità di intervenire sulla linearità del bilanciamento del bianco che, grazie ai controlli fino a 22 punti, mi ha consentito di ottenere un DeltaE medio sceso ad appena 0,1, con ulteriori (minimi) benefici in termini di resa dei colori. A dir poco commovente!
In HDR, non ho neanche perso tempo: un’eventuale calibrazione non avrebbe apportato vantaggi utili o visivamente riscontrabili.
Anche in modalità gaming, le regolazioni di fabbrica sono molto buone, con una prevalenza di impostazione “fredda” (tipica degli OLED di LG) che si adatta comunque piuttosto bene alle sessioni ludiche. Non mancano, comunque, ampi margini per ottimizzare la visione in funzione delle necessità del gioco e del vostro gusto. In HDR dobbiamo però evidenziare prestazioni di picco leggermente inferiori rispetto alle modalità “classiche” (si nota anche a occhio).
L’elettronica prevede, ovviamente, anche elaborazioni “TruMotion” dedicate alla gestione del moto, con algoritmi di interpolazione dei fotogrammi e anche la possibilità di attivare il BFI (Black Frame Insertion – inserimento dei fotogrammi neri). Se da un lato l’interpolazione prevede sia dei preset, sia la possibilità di regolare manualmente la “Fluidità” (De-Judder) e l’”Effetto mosso” (De-Blur), l’inserimento dei fotogrammi neri dell’”OLED Motion Pro” opera esclusivamente a 60Hz.
Il vantaggio in termini di risoluzione in movimento, contrasta però con una consistente perdita di luminosità (quasi dimezzata in HDR) e l’insorgenza di un fastidioso “flickering” che rende, come sempre, inutile la funzione (onestamente, non capisco perché venga ancora inserita). Con la sola interpolazione attiva, gli interventi sono sicuramente apprezzabili (specie con il “Movimento Cinematico” dedicato alla visione dei film), a patto però di non esagerare, pena la comparsa di artefatti.
LA PROVA DI VISIONE E CONCLUSIONIL’avrete già capito: il nuovo C5 mi ha sorpreso e ha complessivamente superato le mie aspettative. Specie in termini di luminosità generale e resa dei colori in HDR, raggiunge quasi le prestazioni dei precedenti top di gamma “Gallery” e tutto ciò senza ufficialmente ricorrere a pannelli con microlenti o stack “RGB Tandem” a quattro strati.
Come di consueto, i pannelli OLED WRGB garantiscono un contrasto “infinito” e un livello del nero tombale in qualsiasi circostanza, che sia al buio o diurna, ma nel confronto con il C4 ho notato una resa diversa del rivestimento anti-riflessi: leggermente migliorata per quanto riguarda la luce diffusa (molto utile in contesti diurni), ma peggiorata nel mitigare i riflessi dei punti luci (una lampada o i raggi di sole da una finestra, ad esempio). Molto buono anche l’angolo di visione e solo in posizioni più laterali sarà possibile notare un leggero viraggio alle tinte verdi.
In termini di riproduzione in SDR, con i preset più corretti e adatti alle visioni cinematografiche al buio (Filmmaker Mode e ISF Stanza Buia), il nuovo C5 riprende le già eccellenti prestazioni delle serie precedenti, ma è soprattutto in contesti diurni che si apprezzano le migliorate performance “luminose” in parte sui picchi, ma soprattutto a pieno schermo. Sia chiaro, da questo punto di vista, non siamo ancora ai livelli degli LCD MiniLED, ma il nuovo “fascia media OLED” di LG garantisce, in tal senso, un buon compromesso.
Grazie alla bontà del processore Alpha 9 Gen8, già con i segnali televisivi, la qualità dell’upscaling (aiutato anche dall’IA e relativi algoritmi di “deep learning”) riesce a restituire un quadro dal buon dettaglio e piuttosto convincente. Ovviamente molto dipenderà anche dalla condizione di partenza e dal bitrate scelto dall’emittente in riproduzione: provate, ad esempio, a riprodurre il canale digitale terrestre Sky TG 24 (ancora in “Standard Definition” e con un bitrate decisamente basso), avvicinatevi allo schermo e noterete quanto le elaborazioni di nitidezza possano risultare invasive, con un “effetto lifting” sui visi e una resa “simil acquarello” generale. E questo nonostante le scritte siano molto più nette e dettagliate: insomma, i miracoli ancora non esistono.
Per aiutare a restituire al meglio le sfumature colore (specie a 8 bit), l’elettronica è dotata di una funzionalità di “Gradazione Colore” pensata per ridurre l’eventuale insorgenza di banding. La gestione con l’impostazione al minimo è decisamente apprezzabile mentre, come sempre, all’aumentare dell’intervento si riduce anche il dettaglio. Funzionalità che aiuta anche a gestire meglio i primi step della scala dei grigi molto compressi (specie con alcuni contenuti in streaming), con vantaggi nella riproduzione delle porzioni d’immagine più buie, seppur non ancora del tutto esenti da difetti.
Niente da ridire sulla gestione dei materiali cinematografici con cadenza a 24 fotogrammi al secondo e chi volesse ridurre leggermente i microscatti nei panning (insiti in questo tipo di materiale) potrà attivare la modalità “Movimento Cinematico” del TruMotion, capace di un intervento migliorativo in termini di fluidità e dettaglio privo di “esasperazioni” e dalla resa che mantiene comunque l’effetto “cinema like”.
Davvero superlativa la resa delle immagini in HDR e Dolby Vision, grazie a un intervento di tone-mapping molto equilibrato e preciso. I quasi 1200 nit di picco di cui è capace il C5 si fanno apprezzare sulle porzioni più luminose delle immagini, ma è soprattutto in termini di luminosità generale del quadro che ho notato un sensibile vantaggio rispetto al C4 e questo soprattutto per quanto riguarda la luminanza dei colori. Ed è probabilmente per questo che il tone-mapping statico risulta ora anche più efficace. Saranno davvero rari i casi in cui potreste sentire il bisogno di ricorrere all’algoritmo di “Mappatura Dinamica dei Toni” (che non vi consiglio quindi di attivare, a meno che non vogliate ottenere una resa più “pompata” sui toni medi, ma meno corretta e rigorosa).
Oltretutto non sono mai incappato nel fastidioso intervento dell’ABL, che in passato abbassava la luminosità generale del quadro durante lunghe sequenze tendenzialmente buie. Difetto definitivamente risolto? Non ci metto ancora la mano sul fuoco, ma ci va sicuramente vicino. In compenso, come per l’SDR, anche in HDR (meno in Dolby Vision) è possibile riscontrare qualche difetto nella gestione delle sfumature alle bassissime luci con materiale a basso bitrate (in streaming) sotto forma di leggero banding e posterizzazioni. Anche in questo caso l’opzione “Gradazione Colore” aiuta, ma non del tutto.
Anche le sessioni in HDR sono largamente personalizzabili e il C5 garantisce, come sempre, anche la compatibilità Dolby Vision fino a 144Hz. A proposito di personalizzazioni, il nuovo C5 prevede la possibilità di regolare manualmente il punto di roll-off dei metadati statici HDR per bypassarne il tone-mapping. Trattasi di una funzionalità che può tornare utile proprio con i videogiochi in HDR e o per chi volesse cimentarsi con la color correction HDR delle proprie riprese. E non a caso viene definita come un’impostazione “professionale”.
La sezione audio in configurazione 2.2 canali risulta adeguata all’insonorizzazione di un ambiente di medie dimensioni. Di fabbrica non mi ha per nulla soddisfatto la risposta in frequenza, ma per fortuna vengono in soccorso la calibrazione ambientale automatica (tramite il microfono del telecomando) e soprattutto la gestione dell’intelligenza artificiale nel restituire maggior impatto, coinvolgimento sonoro e chiarezza dei dialoghi. Entro certi limiti, si può anche alzare tranquillamente il volume, ma chi ambisse a sonorizzazioni più “piene” dovrà inevitabilmente valutare l’acquisto di una soundbar.
Con il nuovo C5, LG ha realizzato un televisore OLED di fascia media davvero convincente, capace di alzare ulteriormente l’asticella prestazionale e, come sempre, ricco di funzionalità. In particolare, sorprendono le calibrazioni di fabbrica sia SDR, che HDR / Dolby Vision e chi ricerca la migliore riproduzione “cinematografica” possibile non dovrà far altro che selezionare il profilo “Filmmaker Mode”, attivare la nuova opzione “Ambient Light” e godersi immagini che rasentano l’eccellenza sia in contesti bui che diurni. Completissimo anche il comparto gaming, con tanto di supporto HDR, Dolby Vision e VRR fino a 144Hz e sempre fluida e ricca di App e personalizzazioni l’interfaccia Smart TV webOS (con aggiornamenti garantiti fino al 2030).
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