Recensione Xiaomi 15T Pro, devo ammetterlo, mi ha sorpreso!

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HDblog.it Sep 24, 2025 · 16 mins read
Recensione Xiaomi 15T Pro, devo ammetterlo, mi ha sorpreso!
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Ogni anno, puntuale come un orologio svizzero, Xiaomi inaugura la seconda parte della sua stagione con la serie T. E anche questa volta la strategia non cambia: il nuovo Xiaomi 15T Pro non è un “mezzo top di gamma pompato”, ma un vero flagship dal prezzo ritoccato verso il basso, pensato per chi cerca prestazioni e completezza senza dover arrivare ai listini stellari dei modelli Ultra. Dopo due settimane in sua compagnia posso dire che questo smartphone ha parecchio da dire. Vi racconto tutto quello che dovete sapere in questa recensione.

INDICEDESIGN E MATERIALI

Xiaomi porta avanti la filosofia della serie T con una ottimizzazione mirata, più che una rottura. 15T Pro riprende le linee del suo predecessore ma le lima dove serviva: il frame resta in lega di alluminio, la back cover in fibra di vetro satinato, e nella finitura silver il colpo d’occhio è elegante senza scadere nel “kitsch”. Il gruppo fotocamere, abbandona il doppio scalino visto sul 14T Pro e ne guadagna in pulizia visiva; lo spessore complessivo del blocco si riduce leggermente e l’insieme appare più compatto e coerente.

Anche la squadratura dei bordi è stata accentuata: i profili diventano più netti, senza però risultare taglienti in mano. È una scelta che migliora il grip e, esteticamente, modernizza il linguaggio formale del prodotto. A protezione del display c’è Gorilla Glass 7i, dichiarato più resistente ai graffi rispetto alla versione standard. In mano il 15T Pro convince per solidità strutturale: quell’effetto “monoblocco” dato dall’alluminio e dal vetro satinato restituisce una sensazione premium, e il trattamento opaco della back cover, oltre a essere gradevole alla vista, smorza riflessi e impronte.

Le dimensioni sono generose, e non potrebbe essere altrimenti con un display che arriva a 6,83 pollici: la diagonale comanda l’ingombro e lo si percepisce subito quando si cerca di raggiungere l’angolo opposto con il pollice. Il peso di 210 grammi si fa notare ma è ben distribuito; è il compromesso di una scocca robusta, della batteria più capiente, della ricarica wireless e, soprattutto, della certificazione IP68, un plus reale nella vita di tutti i giorni, non solo un badge da scheda tecnica.

C’è poi il carrellino per la doppia NanoSIM ma non manca il supporto eSIM; quando in uso, la scheda virtuale sostituisce una delle due fisiche, una flessibilità che torna utile a chi si muove spesso tra piani o operatori diversi, specie nei viaggi fuori dalle zone in cui il roaming è gratuito.

Frontalmente, inserito nella parte bassa dello schermo, abbiamo anche il sensore per lo sblocco tramite riconoscimento dell’impronta. È di tipo ottico, ma nonostante ciò permette di sbloccare lo smartphone rapidamente e con una buonissima precisione. Insomma, l’esperienza che ci si aspetta da un qualsiasi smartphone in questa fascia di prezzo.

77.9 x 162.7 x 7.96 mm
6.83 pollici - 2772x1280 px 75.3 x 161.3 x 8.35 mm
6.73 pollici - 3200x1440 px 78 x 163.2 x 7.5 mm
6.83 pollici - 2772x1280 px 71.2 x 152.3 x 8.08 mm
6.36 pollici - 2670x1200 px

Infine, lungo i lati trovano posto i tasti di accensione e regolazione del volume, oltre allo speaker principale (supportato nell’audio stereo dalla capsula auricolare), i microfoni, il carrellino per le SIM e la USB-C di tipo 2.0. Sì ok non sarà velocissima nel trasferimento dei dati cablato ma personalmente penso di non trasferire più dati con il cavetto ormai da anni.

DISPLAY

Il display è da sempre uno degli elementi su cui Xiaomi concentra le maggiori attenzioni nella serie T, e con il 15T Pro il salto di qualità rispetto al mercato di riferimento è evidente. Parliamo di un AMOLED LTPO da 6,83 pollici, con risoluzione 2772 x 1280 pixel e refresh rate dinamico fino a 144 Hz. Sulla carta, un valore da gaming phone, nella pratica un limite quasi sempre fissato a 120 Hz, che resta comunque il compromesso migliore per fluidità ed efficienza energetica. Il passaggio tra i vari step di refresh è rapido e naturale: lo smartphone è capace di adattarsi alle condizioni di utilizzo in tempo reale, scendendo fino a 30 Hz quando è in standby con always-on attivo e spingendo al massimo quando si scorrono contenuti o si gioca.

La profondità colore a 12 bit e il supporto al PWM Dimming a 3840 Hz collocano questo pannello tra i migliori per comfort visivo. Se siete sensibili allo sfarfallio, questo dettaglio fa davvero la differenza: non si avverte mai quel fastidioso affaticamento che alcuni OLED, soprattutto economici, tendono a causare dopo lunghe sessioni al buio. Anche la resa cromatica è convincente, con neri assoluti e una copertura cromatica che restituisce immagini ricche di sfumature, vicine a quelle dei top di gamma più costosi.

Il dato che più colpisce, però, è quello della luminosità: Xiaomi dichiara un picco di 3200 nit in HDR, raggiungibile solo in condizioni molto specifiche, mentre nell’uso reale ci si assesta intorno ai 1600 nit. Valore più che sufficiente per garantire visibilità perfetta anche sotto il sole diretto. Molto buono anche il lavoro sulle cornici: sottilissime e simmetriche, un dettaglio non banale. Xiaomi mostra qui una cura estetica che contribuisce a rendere l’esperienza più immersiva: film, giochi e contenuti social riempiono quasi totalmente la parte frontale del telefono. Insomma, è un pannello che rende assolutamente giustizia ad uno smartphone che ha velleità concrete da top di gamma.

Parlando poi anche di audio, a completamente del giudizio sulla multimedialità, posso tranquillamente dire di essere di fronte ad una soluzione più che soddisfacente. Il volume è molto alto e anche ai livelli più alti mantiene un buon controllo delle frequenze, senza distorcere o creare artefatti. I bassi non raggiungono la profondità di soluzioni con doppio speaker dedicato ma comunque riescono a restituire un suono sufficientemente pieno. Un giudizio che rimane identico anche parlando di vivavoce e di audio in capsula per le chiamate. Le voci risultano chiare sia in ingresso che in uscita grazie anche agli algoritmi di soppressione dei rumori ambientali e al lavoro dei tre microfoni sparsi sulla scocca.

FOTOCAMERE

Ma passiamo ad uno degli argomenti più interessanti di questa recensione, ovvero il comparto fotografico. Xiaomi ha sempre utilizzato la serie T come banco di prova per portare in una fascia di prezzo più “umana” alcune delle tecnologie sviluppate per i suoi top di gamma assoluti. Il 15T Pro non fa eccezione: sul retro ospita un sistema a tripla fotocamera che si ispira in maniera molto diretta a quello dei top di gamma di quest’anno, Xiaomi 15 e 15 Ultra.

La protagonista è la fotocamera principale da 50 megapixel, con sensore Light Fusion 900 e stabilizzazione ottica OIS. È la stessa base vista lo scorso anno, ma con un set di lenti ottimizzato. Il risultato? Foto convincenti praticamente in ogni condizione. Di giorno, i colori sono fedeli e bilanciati, con un’ottima gestione delle alte luci e un HDR efficace senza artifici. L’autofocus è rapido, preciso, e la profondità di campo naturale permette di ottenere ritratti con un bokeh morbido e realistico. L’unico limite si chiama shutter lag: c’è un ritardo percepibile tra la pressione del tasto e lo scatto effettivo. Attivando la modalità “Action” il problema si attenua, ma si paga con una leggera perdita di qualità.

Accanto alla principale troviamo la ultra wide da 12 megapixel. È chiaramente il sensore meno brillante del trio: di giorno si difende bene, con colori coerenti alla principale e un campo visivo ampio utile nelle situazioni di viaggio o paesaggi. Ma appena la luce cala, la qualità precipita: dettaglio ridotto, rumore evidente e perdita di definizione ai bordi. È una debolezza nota, e purtroppo non è una sorpresa; resta comunque una lente “di supporto” da usare con consapevolezza.

La vera sorpresa è invece il nuovo teleobiettivo periscopico da 50 megapixel, con zoom ottico fino a 5x. È senza dubbio il fiore all’occhiello del comparto fotografico. Le immagini catturate sono ricche di dettaglio, con una resa che si avvicina a quella del 15 Ultra, pur con un hardware meno spinto. Nei ritratti riesce a isolare il soggetto in maniera naturale, con una compressione prospettica gradevole che dona profondità agli scatti. Anche per la street photography si rivela subito il modulo più divertente: durante la mia prova è diventato in poco tempo il sensore preferito per immortalare scene urbane “a distanza”. In notturna mantiene prestazioni più che dignitose grazie alla modalità notte, che però richiede una mano ferma o un soggetto statico, perché i movimenti vengono gestiti con più difficoltà.

Per quanto riguarda i video, il salto rispetto allo scorso anno è evidente. Tutte e tre le fotocamere supportano ora la registrazione in 4K a 60 fps con HDR10+, garantendo coerenza di qualità indipendentemente dalla lente utilizzata. La stabilizzazione ottica e digitale lavorano bene insieme, e le clip risultano fluide anche in movimento. I colori restano naturali, senza saturazioni eccessive, e l’audio catturato dai tre microfoni è chiaro e fedele. C’è la possibilità di registrare in 8K, riservata alla fotocamera principale, ma per l’utente medio è una presenza poco rilevante, anche perchè i risultati migliori restano quelli in 4K a 30 o 60 fps.

Nel complesso, il comparto fotografico del 15T Pro rappresenta un passo avanti importante rispetto al 14T Pro. La fotocamera principale conferma la sua solidità, la ultra wide resta l’anello debole ma comunque funzionale, mentre il nuovo tele periscopico alza l’asticella e porta in dote una versatilità che lo rende un vero valore aggiunto in questa fascia di prezzo. Resta una leggera differenza di qualità rispetto a Xiaomi 15, specie in termine di dettaglio e gestione dell’HDR. La “colpa” è dell’ISP Mediatek, attualmente più acerbo e meno performante di quello Qualcomm. Non mi fraintendete, sono differenze che noterete principalmente se osservate le immagini sullo schermo del PC o su una TV. Insomma, dettagli un po’ da “nerd” e che, probabilmente, la maggior parte degli utenti non noterà se ci si mantiene nella sfera della condivisione social.

HARDWARE E PRESTAZIONI

Se lo scorso anno il 14T Pro aveva stupito per la sua reattività, il nuovo Xiaomi 15T Pro conferma e rafforza quella sensazione. Al centro c’è il nuovo MediaTek Dimensity 9400+, affiancato da 12 GB di RAM LPDDR5X e da uno storage UFS 4.1 che può arrivare fino a 1 TB. Sulla carta è un hardware da vero flagship, e nei fatti si comporta esattamente così: la rapidità con cui il sistema reagisce a ogni input lascia pochissimo spazio ai difetti. Non si percepiscono micro-lag, nemmeno in contesti stressanti come editing video o multitasking estremo, ed è questo il segnale più chiaro di quanto sia maturata l’offerta MediaTek.

Nell’uso quotidiano, il 15T Pro scivola tra applicazioni, social e browser con una fluidità assoluta. La differenza la si nota soprattutto in scenari più pesanti, come l’editing di filmati 4K, ad esempio con CapCut: l’export è velocissimo e non si percepisce mai quel rallentamento tipico di smartphone meno performanti e con hardware di fascia più bassa. Ma è nel gaming che il Dimensity 9400+ mostra i muscoli. Con titoli complessi come Genshin Impact a dettagli massimi, il framerate rimane costante anche dopo oltre mezz’ora di gioco continuativo, senza cali percepibili né throttling evidente.

Un aspetto particolarmente riuscito è la gestione termica. Xiaomi ha lavorato bene sulla dissipazione, sfruttando sia la struttura in metallo sia una camera di vapore interna. Questo significa che il calore viene diffuso in maniera uniforme: non ci sono hotspot bollenti concentrati in un punto, ma piuttosto un tepore generale che si avverte sulla cover posteriore. Le zone che tendono a scaldare di più sono quelle vicino al modulo fotocamere, ma restano sempre in un range accettabile. Nei test più intensi, le temperature interne non hanno mai superato i 40-42 gradi, mentre all’esterno è raro andare oltre i 35. Sono numeri che fanno la differenza sia in termini di comfort, sia di efficienza energetica.

Ed è qui che entra in gioco un tema spesso sottovalutato: il rapporto tra calore e autonomia. Una gestione termica equilibrata non serve solo a migliorare il comfort d’uso, ma protegge anche la batteria e garantisce prestazioni stabili nel tempo. Sul 15T Pro questo equilibrio è evidente: lo smartphone non si surriscalda nemmeno durante le sessioni più pesanti, e questo contribuisce a mantenere costante la qualità dell’esperienza d’uso.

Molto bene, infine, anche la connettività. Abbiamo il chip proprietario Surge T1 che ha già dimostrato la sua efficacia e che gestisce la parte radio ottimizzando le transizioni tra celle e la stabilità della connessione con risultati ottimi. E infatti durante il mio utilizzo, sempre con eSIM, la ricezione si è dimostrata solida in tutte le situazioni, con un’ottima capacità di aggancio e mantenimento del segnale anche in aree più critiche. Non manca poi il WiFi 7, così come il Bluetooth 6.0 e, ovviamente l’NFC.

Inoltre, questa nuova generazione di smartphone è la prima ad utilizzare la tecnologia Astral Communication. un sistema di comunicazione radio proprietario che funziona come una sorta di “walkie talkie” tra utenti Xiaomi 15T e 15T Pro. È una funzione che si attiva anche in assenza di rete cellulare e che consente di comunicare con altri dispositivi compatibili in situazioni di emergenza o in zone completamente prive di copertura, con un raggio di 1,9km per 15T Pro e 1,2 km per 15T.

AUTONOMIA

E dato che l’abbiamo citata non possiamo non soffermarci un attimo a parlare anche dell’autonomia. Uno dei cambiamenti più significativi rispetto al modello precedente riguarda proprio la batteria. Lo Xiaomi 15T Pro integra ora una unità da 5500 mAh, ben 500 mAh in più rispetto al 14T Pro. Non è solo un incremento numerico: questo upgrade, unito alla maggiore efficienza del Dimensity 9400+ e al refresh rate dinamico del display LTPO, si traduce in un miglioramento concreto sulla durata dell’autonomia.

Nell’uso reale, anche con una giornata intensa fatta di foto, navigazione, social, chiamate e uso massiccio di Android Auto Wireless, il 15T Pro riesce ad arrivare a sera con ancora un buon margine di autonomia, spesso superiore al 30%. È un risultato che lo colloca nella parte alta della classifica dei i top di gamma, specie considerando che molti concorrenti, a parità di utilizzo, faticano ad arrivare al dopo cena. Con un uso più blando, quello che io definisco “da weekend”, il 15T Pro può coprire tranquillamente due giorni di utilizzo senza ansia da presa di corrente. È chiaro che in scenari di stress come il gaming prolungato o l’uso della fotocamera in registrazione video 4K HDR l’autonomia cala più rapidamente, ma resta comunque allineata alle aspettative di un cosiddetto power user.

Sul fronte ricarica si arriva fino a 90W con il cavo e 50W via wireless, con un tempo medio di circa 45 minuti per passare da 0 a 100%. Non è il valore record visto su altri modelli della casa, che offrono ricariche fino a 120W di potenza, ma rappresenta comunque un buon compromesso tra velocità e salvaguardia della batteria. Anche una ricarica parziale è molto utile: in circa 15 minuti si recupera tranquillamente energia sufficiente per affrontare diverse ore di utilizzo.

SOFTWARE

C’è poi da dire che, rispetto al passato, è ormai molto più difficile trovare bug o problemi software che possono portare ad impuntamenti, rallentamenti o ad una esperienza d’uso frustrante. In queste settimane di utilizzo devo anzi dire che mi sono trovato di fronte ad un’interfaccia che, pur non raggiungendo il livello di One UI o iOS, trasmette comunque una sensazione di solidità che è abbastanza nuova dalle parti di Pechino. Certo, non smetterò mai di combattere la mia battaglia contro i bloatware, ma per il resto siamo ormai di fronte ad una UI matura, che piaccia o meno a livello grafico (su questo il giudizio resta assolutamente soggettivo).

Sul fronte intelligenza artificiale, al momento le funzioni disponibili non vanno oltre ciò che ormai conosciamo bene: suggerimenti contestuali, assistenza alla scrittura, editing fotografico e riconoscimento scene. Nulla di particolarmente innovativo o esclusivo. È qui che entra in gioco la futura HyperOS 3.0, che Xiaomi ha già annunciato e che promette un’integrazione AI più profonda e funzionale. Al momento della recensione, però, non è ancora disponibile, quindi un giudizio definitivo dovrà essere rimandato.

CONSIDERAZIONI

E chiudiamo con un capitolo di considerazioni, partendo come sempre dal prezzo. Xiaomi ha deciso di mantenere invariata la strategia di prezzo rispetto allo scorso anno. Lo Xiaomi 15T Pro nella configurazione da 256 GB parte da 799 euro di listino, ma già al lancio non mancano promozioni interessanti: la più significativa è l’extravalutazione di 100 euro sull’usato, che porta il prezzo effettivo a 699 euro. Inoltre, Xiaomi ci ha fornito un codice sconto esclusivo da usare su mi.com, che vi permette di ottenere un’ulteriore sconto di 150 euro a carrello, ve lo lascio scritto qui sotto. Con questo codice si arriva sostanzialmente ad un prezzo potenziale di 549 che, per uno smartphone che vi offre quanto detto sopra non è assolutamente male, anzi, a mio parere lo spedisce direttamente nella sfera di quelli che definiamo Best Buy, senza nemmeno aspettare il calo fisiologico dello street price.

La strategia è chiara: offrire un prodotto che per caratteristiche e prestazioni si colloca un gradino sotto i flagship più costosi, ma con un prezzo che lo rende estremamente competitivo. Ed è qui che il 15T Pro mostra la sua forza. Il design sobrio, i materiali e la robustezza, il display AMOLED di ottimo livello, le prestazioni e l’efficienza del Mediatek 9400+, la resa delle fotocamere e l’autonomia della batteria da 5500 mAh sono tutti elementi difficili da ritrovare tutti insieme in uno smartphone sotto i 600 euro. Alla fine, 15T Pro non è il telefono più sottile, né il più leggero, e sicuramente non è quello più innovativo del mercato. Ma è un telefono solido, completo e affidabile, che mantiene la promessa della serie T: dare accesso a un’esperienza da flagship con un prezzo più razionale.

PRO E CONTRO Display molto luminoso e di qualità Prestazioni da top di gamma Buona autonomia Teleobiettivo sopra la media della fascia di mercato Il software è più maturo, ma non ancora perfetto La USB 3.2 sarebbe stata la ciliegina, peccato! Ancora su Android 15, anche se l'aggiornamento è in arrivo

VOTO: 8.5

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