Un imprenditore greco ha proposto un’idea ambiziosa per la logistica lunare: una mega rete in grado di catturare pacchi lanciati dall’orbita lunare, evitando l’uso di lander tradizionali . L'obiettivo è rendere le spedizioni sul suolo lunare più sicure, efficienti e convenienti, ma ci sono ancora molte incognite da superare.
A differenza dei lander convenzionali, che alzano nuvole di regolite – polvere abrasiva che danneggia tute e strumenti – questo sistema meccanico eliminerebbe il lancio propulsivo, preservando così l’ambiente circostante . La polvere lunare, infatti, è uno dei principali problemi legati all’atterraggio sulla Luna.
Il cuore dell’idea è un sistema chiamato Momentum Absorption Catcher for Express Deliveries on Non‑Atmospheric Somata (MACEDONAS), sviluppato da Charis Kosmas di Lunar Cargo. La rete comprenderebbe una “cattura” sostenuta da corde elastiche e un meccanismo deceleratore che rallenta il carico dopo l’impatto, permettendo l’atterraggio in un’area di atterraggio protetta .
Secondo Kosmas, il sistema assicura un risparmio economico consistente: niente carburante, niente serbatoi, più spazio utile per la merce e una stima di efficienza triplicata rispetto ai sistemi tradizionali .
La rete rappresenta però solo una parte di un più vasto sistema integrato: il primo stadio prevede un orbiter che dispiegherebbe una “ruota” composta da fili metallici e un nucleo cilindrico – il concetto si chiama Oversized Payload Lander on Non‑Atmospheric Somata (OPLONAS) . Questa struttura girerebbe su se stessa in orbita, poi atterrebbe rotolando dolcemente sulla superficie lunare, riducendo al minimo l’impatto.
La ruota conterrebbe carico, motori e batterie: una volta a terra, i fili flessibili potrebbero fungere da scudo da irregolarità del terreno e la ruota stessa servirebbe per trasportare merci alla destinazione finale con attrito ridotto . Finito lo scopo logistico, il nucleo cilindrico potrebbe trasformarsi in habitat umano, mentre il filo riciclabile costruirebbe componenti per la rete MACEDONAS .
La tecnologia si basa su materiali intelligenti che assorbono lo slancio e poi si riportano, tramite corrente elettrica, alla configurazione iniziale, pronta per un nuovo carico . È riutilizzabile ed evita i detriti da impatto e l’eiezione di polvere. Un altro vantaggio è la scalabilità: si parla di consegnare oggetti da pochi grammi fino a carichi di tonnellate, anche se i dettagli sulla “mothership” e il controllo dell’orbita rimangono vaghi .
Kosmas ha già ottenuto brevetti in Europa e mira alla protezione intellettuale anche negli Stati Uniti. Tra i riconoscimenti, il “Moon Market Award” della Moon Village Association nel 2024 . Inoltre, Lunar Cargo ha avviato collaborazioni e sviluppi tecnici con partner europei .
Restano tuttavia sfide importanti: il lancio in orbita della struttura, la precisione della cattura, il comportamento della rete dopo impatti ripetuti e l’inserimento nel quadro normativo dello spazio.