Questa misura, ideata per assicurare condizioni più favorevoli a cittadini in situazioni di particolare fragilità economica o sociale, era stata contestata da alcune aziende del settore energetico, tra cui Enel, Edison e Illumia, che hanno ottenuto l’accoglimento del proprio ricorso davanti al TAR.
Secondo quanto emerso da stime fornite dalla stessa Arera, il ritorno a questa forma di servizio protetto avrebbe potuto generare un risparmio annuale fino a 113 euro per ogni utente rientrante nella categoria dei vulnerabili. Il modello era stato concepito come un’opzione volontaria, con l’intento di offrire un’alternativa più vantaggiosa rispetto al mercato libero o al regime di maggior tutela.
Nella motivazione della sentenza, i giudici hanno rilevato una carenza nell’analisi preventiva dell’impatto da parte dell’Autorità: Arera, infatti, non avrebbe effettuato una stima del numero di utenti interessati né valutato adeguatamente le ripercussioni economico-finanziarie che i fornitori del servizio in regime di tutela graduale avrebbero dovuto sostenere, in assenza di misure compensative.