I rifiuti radioattivi sono materiali che contengono elementi instabili capaci di emettere radiazioni ionizzanti, potenzialmente pericolose per l’uomo e per l’ambiente. Si originano da diverse attività, come la produzione di energia nucleare e l'uso medico e industriale di radioisotopi.
Anche se in Italianon esistono più centrali nucleari attive, il problema non è affatto superato. Sono infatti ancora presenti rifiuti a bassa, media e alta attività in decine di siti temporanei distribuiti sul territorio nazionale. Una situazione che impone con urgenza la costruzione del Deposito Nazionale, infrastruttura prevista da anni ma mai realizzata.
L’obiettivo è garantire una sistemazione sicura e duratura dei rifiuti radioattivi, riducendo i rischi ambientali e sanitari e consentendo il decommissioning degli impianti nucleari dismessi. Tuttavia, ogni tentativo di localizzazione ha incontrato forti resistenze da parte delle comunità locali, alimentate dal cosiddetto effetto Nimby ("Not in my backyard")
STRATEGIA CONDIVISANel corso dell’audizione del 25 giugno 2025 davanti alle Commissioni VIII e X della Camera, il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto ha fatto il punto sulla situazione. Ha riconosciuto che “le comunità locali avvertono un senso di minaccia” rispetto alla localizzazione del Deposito Nazionale, e che per superare l'effetto Nimby servono “voci autorevoli” e una comunicazione chiara e trasparente sugli obiettivi e sulle garanzie.
Attualmente, ha spiegato il Ministro, non sono arrivate autocandidature da parte dei territori, e si è in attesa del parere di scoping della Commissione Tecnica VIA-VAS. Una volta completata la VAS, la Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) sarà approvata con decreto MASE-MIT. Seguiranno indagini tecniche da parte di Sogin, una campagna informativa e infine l’Autorizzazione Unica, prevista per il 2029. L’entrata in esercizio del Deposito è attesa per il 2039.
L’intervento del Ministro ha toccato anche il delicato tema del decreto ministeriale sulle aree idonee alle rinnovabili, recentemente contestato dal TAR del Lazio. Pichetto ha annunciato una revisione rapida del provvedimento, ribadendo l’importanza di un approccio costruttivo e condiviso tra Stato, Regioni e cittadini per accelerare la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi del PNIEC, abbattendo al contempo il costo dell’energia.