Il sacco dell'indifferenziato degli italiani nasconde un tesoro di materie prime che, invece di essere recuperato, viene perso per sempre. A lanciare l'allarme è un nuovo studio condotto da Erion, il principale sistema no profit italiano per la gestione dei rifiuti da prodotti elettronici, in collaborazione con IPLA e il Politecnico di Milano. La ricerca, basata su 38 campionamenti in 15 città italiane tra il 2024 e il 2025, mette in luce una realtà preoccupante, cioè che tonnellate di rifiuti tecnologici e non solo vengono smaltite nel modo sbagliato.
I dati in questione mostrano un "potenziale straordinario di recupero", come sottolineato da Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization. Tuttavia, Fluttero avverte che è necessaria una "riflessione urgente sui metodi attuali" e serve un "approccio sistemico" per trasformare questo potenziale in una reale opportunità.
Per invertire questa tendenza, lo studio propone una duplice strategia. Da un lato, è fondamentale investire in campagne di comunicazione mirate per sensibilizzare i cittadini sui benefici e le corrette modalità di conferimento di questi rifiuti specifici. Dall'altro, è necessario potenziare le infrastrutture di raccolta sul territorio, rendendole più accessibili e capillari per intercettare i cittadini dove vivono e lavorano.
I risultati completi e le soluzioni concrete saranno presentati ufficialmente il 14 ottobre 2025 al Museo dell'Ara Pacis a Roma. L'evento sarà un punto di partenza per orientare interventi mirati e ripensare le strategie nazionali, cosa che vuole trasformare un problema in un'opportunità per l'economia circolare.