Riforma diritti TV, la dura reazione dei club di Serie A e il chiarimento del ministro

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HDblog.it Jun 12, 2025 · 1 min read
Riforma diritti TV, la dura reazione dei club di Serie A e il chiarimento del ministro
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Non poteva che essere polemica - a tratti anche dura - la reazione della Lega Serie A alla notizia che si è diffusa ieri sull'esistenza di una bozza di riforma del settore dei diritti TV sullo sport, e in particolare sul maggiore campionato di calcio italiano. La bozza di legge, letta in anteprima da Radiocor, è basata sul superamento della legge Melandri in vigore dal 2009, misura che tra le altre cose vieta la concessione in esclusiva a un solo broadcaster dei diritti per la trasmissione in TV delle competizioni.

Il tema "caldo" è proprio quello della cessione dei diritti in esclusiva, con tanto di modifica dei criteri per la ripartizione dei proventi ai club. Diritti in esclusiva per 3 anni a una sola emittente - ad esempio solo Dazn o solo Sky - , con la possibilità per la Serie A di concessioni più lunghe, e il 50% dei ricavi diviso in parti uguali tra i club mentre la restante parte "pesata" da una parte sui meriti sportivi degli ultimi anni e dall'altra sulla valorizzazione dei giovani italiani. Il criterio attuale dipende fortemente dal bacino tifosi, il che avvantaggia le squadre con il seguito più ampio, a prescindere da qualsiasi valutazione di merito. E questo, evidentemente, non piace ai top club.

Dura la reazione dei club di Serie A, con i presidenti infastiditi per non essere stati coinvolti nella definizione di un'eventuale riforma hanno chiesto le dimissioni del ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi.

La Lega Serie A ha diffuso un comunicato critico, sottoscritto anche dai maggiori club come Inter, Milan e Juventus, in cui lamenta la mancanza di confronto, esprime un'opposizione "netta" alla redistribuzione dei proventi ad altri sport "che vada a sottrarre ulteriori risorse fondamentali allo sviluppo e alla sostenibilità della Serie A", e affonda il dito nella piaga della pirateria, esprimendo "enorme preoccupazione" nei confronti di un fenomeno che secondo le stime sottrae ogni anno ai bilanci delle squadre oltre 300 milioni di euro.