l rapporto tra Ring, l'azienda di dispositivi intelligenti di proprietà di Amazon, e le forze dell'ordine è sempre stato un tema delicato, segnato da accese discussioni sulla privacy degli utenti. Solo nel 2023, la compagnia ha dovuto patteggiare una cifra di circa 5,4 milioni di euro con la Federal Trade Commission statunitense per risolvere accuse secondo cui le sue telecamere avrebbero permesso a dipendenti e hacker di spiare illegalmente gli utenti. In passato, erano emerse anche inchieste giornalistiche, come quella di Motherboard del 2019, che suggerivano come l'azienda aiutasse la polizia a convincere i cittadini a condividere i propri filmati. Proprio in questo contesto complesso e denso di precedenti, si inserisce l'ultima novità che segna un cambio di rotta significativo.
Ring ha infatti avviato una nuova collaborazione con Axon, azienda leader nelle tecnologie per le forze dell'ordine e produttrice dei noti Taser. Questa partnership reintroduce, di fatto, la possibilità per la polizia di richiedere ai possessori di dispositivi Ring i filmati registrati dalle loro telecamere.
La mossa inverte la decisione presa dall'azienda appena l'anno scorso, quando aveva dismesso la funzione "Request for Assistance" (Richiesta di Assistenza), che permetteva proprio questo tipo di interazione attraverso l'app Neighbors. All'epoca, la scelta era stata motivata dalla volontà di tutelare la privacy, pur mantenendo una controversa clausola per le "emergenze" che consentiva ancora alle autorità di ottenere filmati senza un mandato.
Con il nuovo sistema, le richieste non passeranno più direttamente dall'app di Ring, ma saranno gestite attraverso la piattaforma di gestione delle prove digitali di Axon. Una volta inviata la richiesta, l'utente avrà la piena facoltà di accettare o rifiutare la condivisione del video. In caso di consenso, il filmato verrà crittografato e aggiunto in modo sicuro al fascicolo del caso in questione. Axon ha inoltre specificato che Ring non condividerà alcuna informazione sugli utenti che decidono di non aderire alla richiesta.
A dare un volto a questa nuova strategia è Jamie Siminoff, fondatore di Ring, tornato in Amazon lo scorso aprile per guidare i team dedicati a Ring, Blink e altre tecnologie per la casa smart. Siminoff ha dichiarato che l'integrazione con Axon "favorirà una connessione vitale tra i nostri vicini e le agenzie di pubblica sicurezza", offrendo un modo per collaborare e rendere i quartieri più sicuri. La visione sembra guardare anche oltre, poiché alcune fonti hanno rivelato a Business Insider che si starebbe esplorando un'integrazione per consentire, previo consenso dell'utente, anche lo streaming in diretta dai dispositivi Ring.