Riscaldamento globale ha lati positivi per un report. C'è lo zampino di Trump?

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HDblog.it Aug 05, 2025 · 2 mins read
Riscaldamento globale ha lati positivi per un report. C'è lo zampino di Trump?
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Il rapporto, redatto in meno di due mesi sotto l'ala di Donald Trump da un gruppo di cinque autori noti per le loro posizioni scettiche sulla climatologia, è stato secondo molti esperti eseguito senza rispettare alcun processo di revisione scientifica imparziale. “Se fosse stata scelta una squadra diversa, sarebbe emerso un rapporto totalmente differente”, ha commentato Andrew Dessler, climatologo della Texas A&M University. Secondo Zeke Hausfather, climatologo presso Stripe, gli autori hanno escluso la gran parte della letteratura scientifica rilevante, offrendo una visione distorta della realtà.

Tra i punti più controversi, il rapporto mette in risalto i benefici della CO2 per la crescita delle piante e sottolinea il fenomeno del "greening globale", omettendo però le ben più gravi conseguenze delle emissioni sull’aumento di siccità, caldo estremo e stress delle colture. “Prendono una parte incontestabile della scienza, ma ignorano il quadro completo su come il cambiamento climatico incide davvero sulla vegetazione”, ha spiegato Ben Sanderson, climatologo in Norvegia. L’IPCC, infatti, evidenzia un’elevata probabilità di impatti negativi sulla qualità delle colture e sulla stabilità della produzione agricola.

Il rapporto critica inoltre i modelli climatici, accusandoli di sovrastimare le emissioni e le temperature future. Gli scienziati rispondono che IPCC e altri organismi hanno già corretto queste discrepanze, dando priorità ai modelli più affidabili e che, anzi, il riscaldamento osservato negli ultimi anni è perfettamente in linea con le previsioni dei modelli più recenti.

Altra accusa mossa dagli esperti riguarda la minimizzazione delle tendenze negli eventi climatici estremi. In base al rapporto, non sarebbero emersi trend significativi nell’aumento di uragani, siccità e ondate di calore. “I modelli climatici probabilmente sottostimano persino l’impatto del riscaldamento umano”, dichiara Michael Mann, docente all’Università della Pennsylvania. Jim Kossin, ex NOAA, sottolinea come sia invece evidente l’aumento nell’intensità degli uragani, e che il rapporto ignori dati fondamentali sulle tempeste.

Per quanto riguarda la salute pubblica, il documento viene definito impreciso: afferma che la mortalità da caldo è dovuta principalmente a colpi di calore, mentre le statistiche citate dagli esperti indicano come cause più comuni malattie cardiache, renali e respiratorie. Infine, il rapporto sostiene che le politiche climatiche degli Stati Uniti abbiano un impatto trascurabile sul contrasto globale al riscaldamento, una posizione nettamente respinta dalla comunità scientifica. Secondo Daniel Schrag (Harvard), la leadership degli USA nel ridurre le emissioni stimola la transizione verso tecnologie pulite a livello globale, influenzando anche giganti come la Cina. Seppur in fase di consultazione pubblica, il timore degli scienziati è che il nuovo rapporto possa essere utilizzato come base per smantellare ulteriormente le protezioni climatiche negli Stati Uniti, rischiando di isolare il Paese dalla lotta internazionale contro il cambiamento climatico.