RoboFalcon2.0, l'automa che decolla come un vero uccello

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HDblog.it Sep 21, 2025 · 2 mins read
RoboFalcon2.0, l'automa che decolla come un vero uccello
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Un robot che prende ispirazione dai falchi e che riesce a staccarsi da terra come un uccello vero: è questa la novità annunciata da un gruppo di scienziati in Cina, che hanno presentato il prototipo RoboFalcon2.0, pubblicato sulla rivista Science Advances.

Cn questa prova tecnologica non si voleva creare solamente un velivolo sperimentale, ma capire meglio la biomeccanica del volo naturale e aprire la strada a droni più agili, silenziosi e sostenibili.

La grande differenza rispetto agli altri robot volanti sta nel sistema alare reconfigurabile. RoboFalcon2.0 non utilizza eliche o rotori, ma un movimento complesso chiamato “flapping-sweeping-folding” (FSF), cioè battere, aprire e richiudere le ali in sequenza, proprio come fanno i falchi e altri uccelli durante il decollo e nelle fasi di volo lento. Questa combinazione non solo genera portanza, ma consente anche di controllare l’assetto in beccheggio, un passaggio fondamentale per riuscire a sollevarsi senza aiuti esterni.

Le prove in galleria del vento hanno mostrato che spostare le ali in avanti con un’ampiezza fino a 25 gradi amplifica un vortice lungo il bordo anteriore, aumentando le forze aerodinamiche e stabilizzando il volo. Nei test sul campo, il robot — che pesa appena 800 grammi e ha un’apertura alare di 1,2 metri — è riuscito a decollare da terra autonomamente: prima si inclina sulle zampe di supporto, poi batte le ali con forza e passa gradualmente al volo in avanti, imitando con sorprendente realismo il comportamento degli uccelli.

Dal punto di vista energetico, il consumo durante il decollo è elevato, ma gli scienziati hanno fatto notare che la curva ricorda molto da vicino l’alto costo metabolico che i volatili pagano al momento di spiccare il volo. Una somiglianza che rafforza l’idea che RoboFalcon2.0 sia un modello utile per studiare i meccanismi del volo naturale.

Il sistema alare decouplato, realizzato con una struttura leggera e resistente, permette anche di ricreare traiettorie inclinate tipiche di oche, avvoltoi o martin pescatori. Tuttavia non mancano i limiti: il robot riesce a volare bene a basse velocità, ma perde stabilità in beccheggio quando accelera, soprattutto perché manca di una coda funzionante come timone.

Nonostante ciò, il risultato resta notevole. Finora i robot alati si erano concentrati soprattutto sull’imitazione degli insetti, con microdroni che librano a mezz’aria o dispositivi lanciati con catapulte. RoboFalcon2.0 segna un passo avanti perché mostra per la prima volta un decollo autonomo a scala “da uccello”, un traguardo che può avere ricadute in settori pratici.

A differenza dei droni a rotore, macchine ispirate agli uccelli potrebbero combinare discrezione ed efficienza. Per ora RoboFalcon2.0 resta un banco di prova, ma la sua fedeltà nel replicare i gesti del volo naturale apre nuove possibilità per l’aviazione bio-ispirata.