Robot risolve il cubo di Rubik in 0,103 secondi: surclassato il precedente primato | Video

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HDblog.it May 23, 2025 · 1 min read
Robot risolve il cubo di Rubik in 0,103 secondi: surclassato il precedente primato | Video
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Alla Purdue University, quattro studenti di ingegneria hanno infranto ogni previsione e un importante record mondiale. Il loro robot, battezzato “Purdubik’s Cube”, ha completato un cubo di Rubik in soli 0,103 secondi: più veloce di un battito di ciglia e di qualsiasi reazione umana misurabile. Il primato apparteneva fino a poco tempo fa alla giapponese Mitsubishi, che nel maggio 2024 aveva lasciato tutti a bocca aperta con il suo sofisticato TOKUFASTbot, capace di risolvere il celebre rompicapo in 0,305 secondi.

Il team di studenti, composto da Matthew Patrohay, Junpei Ota, Aden Hurd e Alex Berta, ha portato avanti il progetto nell’ambito dell’Elmore Family School of Electrical and Computer Engineering. In pochi mesi hanno sviluppato da zero un sistema meccanico e software in grado di ridisegnare i limiti della velocità robotica. Il risultato è stato un colpo magistrale: una macchina capace di vedere, calcolare e muoversi così rapidamente che l’intera soluzione del cubo è praticamente invisibile all’occhio umano. Non ci credete? Guardate voi stessi il video!

Il nuovo robot ha richiesto anche una revisione dei componenti fisici del cubo di Rubik stesso. A quelle velocità, infatti, le strutture standard del gioco non reggono lo stress meccanico: i pezzi si spezzano, letteralmente. Il team ha quindi creato un nucleo interno personalizzato per sostenere le sollecitazioni estreme, modificando anche i singoli blocchi colorati per aumentare la resistenza e ridurre l’attrito.

La loro impresa, oltre che per la performance, ha suscitato attenzione per la sua origine: un gruppo di studenti universitari che ha superato una multinazionale dotata di risorse industriali imponenti. Il TOKUFASTbot di Mitsubishi, ricordiamo, sfruttava avanzati servomotori compatti, algoritmi AI per il riconoscimento dei colori e tecnologie di controllo del movimento usate comunemente negli impianti produttivi dell’azienda.

La sfida, quindi, non era solo meccanica ma anche concettuale: dimostrare che con ingegno, collaborazione e creatività è possibile competere con i giganti del settore. Come ha commentato Milind Kulkarni, responsabile del dipartimento ECE, i ragazzi hanno semplicemente pensato: “Possiamo fare di meglio”.