Un piccolo robot oceanico, grande quanto una tavola da surf, ha scritto un nuovo capitolo nella storia della meteorologia. Il 28 settembre, uno dei C-Star della NOAA è riuscito a entrare direttamente nell’occhio del ciclone Humberto, una tempesta di categoria 5, raccogliendo e trasmettendo in tempo reale dati dal cuore del fenomeno atmosferico più pericoloso del pianeta. È la prima volta che un veicolo di superficie non presidiato riesce in un’impresa simile.
I C-Star sono imbarcazioni di quattro piedi (circa 1,2 metri) sviluppate da Oshen in collaborazione con la University of Southern Mississippi. Non hanno motori tradizionali, ma si muovono grazie al vento e accumulano energia solare per alimentare i sensori. Ogni due minuti inviano aggiornamenti su vento, pressione atmosferica, temperatura, umidità e condizioni della superficie marina. Non solo: sono in grado di scattare foto e registrare video, permettendo agli scienziati di osservare da vicino l’evoluzione delle tempeste tropicali.
Durante Humberto, tre di questi robot hanno fatto ingresso nella tempesta a intervalli di dodici ore. Uno in particolare ha registrato una pressione minima di 955 millibar e raffiche superiori ai 240 chilometri orari, dati che hanno confermato l’attraversamento della temibile eyewall, la barriera di nubi che circonda l’occhio del ciclone. I meteorologi del National Hurricane Center hanno subito utilizzato queste informazioni nei loro bollettini ufficiali.
Il progetto, che prevede l’impiego di sette unità nel corso della stagione degli uragani 2025, serve sia a testare la resistenza dei robot in condizioni estreme, che a valutarne la rapidità di dispiegamento. Pochi giorni prima di Humberto, due C-Star erano stati trasportati in meno di 48 ore dalla costa del Mississippi fino al North Carolina per monitorare l’uragano Imelda.
Secondo Greg Foltz, oceanografo del laboratorio NOAA di Miami, i C-Star aprono la strada a un uso più sistematico di flotte autonome per la raccolta di dati marini. Ogni informazione catturata viene inviata al Global Telecommunications System della NOAA, la rete che alimenta i modelli di previsione in tutto il mondo. Questo significa che i dati raccolti non restano confinati agli Stati Uniti, ma diventano immediatamente disponibili ai centri meteorologici internazionali.
La CEO Anahita Laverack ha sottolineato come il successo abbia superato le aspettative, confermando il valore di una rete diffusa di sensori mobili che, con costi ridotti, possono offrire una copertura continua e dettagliata su ampie porzioni di oceano. Per adesso, i C-Star continuano la loro navigazione in Atlantico, inseguendo due delle forze più potenti della natura: il vento e il mare.