Un aggiornamento recente dei driver Nvidia ha attirato l’attenzione degli appassionati di retrocomputing: la possibilità, almeno teorica, di utilizzare le nuove e potenti GPU RTX 5000 su vecchie CPU Intel Core 2, rilasciate oltre 15 anni fa. Una notizia che sembra aprire scenari affascinanti per chi ama recuperare e rimettere in funzione hardware datato, ma che nasconde limitazioni tecniche piuttosto pesanti.
Tutto ruota attorno a un’istruzione chiamata POPCNT ("Population Count"), utilizzata per contare i bit attivi in un valore binario. Questa funzione è considerata essenziale per numerose operazioni nei software moderni e, fino a poco tempo fa, la sua assenza nelle vecchie CPU escludeva categoricamente l’uso delle ultime GPU Nvidia. Con la rimozione di questo requisito nei nuovi driver GeForce, Nvidia ha formalmente sbloccato l’accoppiamento tra processori storici e schede grafiche d’avanguardia.
A testare per primo questa possibilità è stato l’utente Bob Pony, che ha condiviso la sua esperienza sulla piattaforma X. Con una configurazione formata da un Intel Core 2 Quad Q9450 e una RTX 5060 Ti, Pony è riuscito a far partire Windows 11, dimostrando che il sistema operativo riconosce correttamente l’hardware. Ma l'entusiasmo iniziale ha presto lasciato spazio alla frustrazione: i giochi più recenti, in particolare quelli che sfruttano il ray tracing, si rifiutano di partire, segnalando errori o bloccandosi in fase di avvio.
La ragione è semplice: anche se il driver non richiede più POPCNT, molti videogiochi moderni lo fanno. Le istruzioni mancanti a livello CPU impediscono alle applicazioni più esigenti di funzionare correttamente. Il risultato è che, nonostante la presenza di una GPU capace di elaborare grafica all’avanguardia, il processore non è in grado di supportare le richieste software.
Non si tratta del primo caso in cui questa istruzione crea ostacoli: con la versione 24H2 di Windows 11, Microsoft aveva già introdotto POPCNT tra i requisiti minimi, mettendo fuori gioco un’intera generazione di processori, anche se in passato era possibile installare il sistema operativo aggirando ufficialmente i vincoli.
Tuttavia, non tutto è da buttare. L’abbinamento tra GPU moderne e CPU vintage potrebbe comunque avere un senso per chi vuole giocare a titoli meno recenti o mediamente esigenti, approfittando dell’hardware disponibile senza inseguire sempre l’ultima novità. Inoltre, la community potrebbe organizzarsi per stilare un elenco dei giochi compatibili con queste configurazioni ibride, trasformando un limite in uno stimolo alla sperimentazione.