Ryanair ha annunciato che presenterà ricorso contro la sanzione da 1,34 milioni di euro imposta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). La compagnia irlandese ha affidato ai propri legali il compito di impugnare quella che definisce una decisione infondata. Al centro della contestazione c’è un presunto “business plan” che, secondo l’AGCM, Ryanair avrebbe omesso di fornire nel corso di un’indagine sul proprio modello distributivo.
L’indagine dell’AGCM
Come riportato nel Bollettino 32 del 18 agosto 2025 (lo stesso nel quale vengono comminate multe a Enel X ed Enel X Way per abuso di posizione dominante nel settore delle colonnine di ricarica), l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato un’indagine su Ryanair per possibili pratiche anticoncorrenziali nella vendita dei biglietti aerei. Al centro del procedimento vi è l’ipotesi che la compagnia abbia abusato della propria posizione dominante imponendo alle agenzie di viaggio un modello distributivo restrittivo, limitando la libertà commerciale degli intermediari.
Secondo l’AGCM, Ryanair avrebbe costretto le agenzie a rispettare condizioni rigide per accedere all’offerta dei voli, impedendo l’aggiunta di supplementi non autorizzati e mantenendo il pieno controllo sui prezzi visibili ai consumatori. Alcune risposte fornite dalla compagnia durante l’istruttoria sono state giudicate incomplete, portando a una proroga dell’indagine fino a dicembre 2025. Sebbene sia stato aperto anche un procedimento cautelare, l’Autorità ha deciso di non adottare misure provvisorie. L’operato di Ryanair viene analizzato nel quadro di una più ampia attività di vigilanza sul mercato aereo italiano.
La dura replica di Ryanair
Secondo quanto riportato dalla compagnia, i documenti citati dall’Autorità non costituirebbero un piano industriale, ma semplici report interni utilizzati a fini di monitoraggio. Ryanair sottolinea di aver collaborato pienamente con l’AGCM durante tutta la durata dell’inchiesta, compresa una visita non annunciata presso gli uffici di Dublino avvenuta nel marzo 2024, ritenuta dalla compagnia priva di esiti concreti. In quella circostanza, fa sapere l’azienda, il personale dell’Autorità avrebbe dedicato più attenzione agli spazi ricreativi aziendali che agli elementi oggetto dell’indagine.
La compagnia aerea rivendica la legittimità del proprio modello di distribuzione diretta, basato su canali digitali e accordi con agenzie di viaggio online autorizzate e agenzie fisiche. Un sistema, afferma Ryanair, che garantisce trasparenza delle tariffe e impedisce ai consumatori di pagare prezzi gonfiati. A sostegno della propria posizione, l’azienda cita una sentenza della Corte d’Appello di Milano che, nel gennaio 2024, avrebbe definito il modello distributivo “indubbiamente vantaggioso per i consumatori”.
Nel comunicato nel quale vengono spiegate le ragioni del ricorso in appello contro la decisione dell’AGCM, la compagnia ha attaccato duramente l’operato del Garante, definendo l’intera vicenda come un “disperato tentativo di pubbliche relazioni da parte dell’AGCM per coprire il fallimento della loro ‘visita’ non annunciata presso gli uffici di Ryanair a Dublino”.
La questione è ora destinata a spostarsi sul piano giudiziario. Nel comunicato della compagnia aerea si legge che Ryanair
“attende con impazienza di smascherare il fallimento imbarazzante di questa “indagine” dell’AGCM quando il caso approderà finalmente in Tribunale. Faremo anche ricorso contro questa sanzione infondata e guidata da logiche di pubbliche relazioni, che siamo certi sarà annullata dai giudici. Nessuno si lascerà ingannare da questo patetico tentativo dell’AGCM di multare Ryanair dopo che il loro “blitz pomeridiano” è fallito in modo così clamoroso”.