Sam Altman: 1 milione di GPU online entro fine anno, ma non basta

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HDblog.it Jul 22, 2025 · 2 mins read
Sam Altman: 1 milione di GPU online entro fine anno, ma non basta
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Sam Altman, il N.1 di OpenAI, ha annunciato che l'azienda renderà operative oltre 1 milione di GPU entro la fine anno. Una legione di schede grafiche per alimentare i modelli d'intelligenza artificiale dell'azienda: da ChatGPT a Sora, l'AI in grado di generare video fotorealistici.

Ma è solo l'inizio. Le ambizioni del colosso delle AI sono sconfinate. "Sono orgoglioso del mio team, ma ora sarà meglio che si mettano a lavoro per capire come centuplicare questo risultato lol", si legge in un tweet pubblicato dal CEO.

Il riferimento ai 100 milioni di GPU, apparentemente scherzoso (si veda quel lol finale), tocca in realtà un argomento su cui Altman è intervenuto in passato: la necessità di aumentare la capacità di calcolo necessaria a gestire le sue AI. Quanto costerebbero 100 milioni di GPU? Secondo le stime degli analisti, una simile infrastruttura avrebbe un costo faraonico: si parla di oltre 3.000 miliardi di dollari, praticamente il valore di tutte le azioni di Apple o Meta in circolazione.

Lecito domandarsi se le ambizioni di OpenAI siano concretamente raggiungibili. Prendiamo Stargate, il colossale progetto da 500 miliardi di dollari annunciato in pompa magna assieme al governo americano e ad Oracle. Secondo le ultime indiscrezioni, l'iniziativa starebbe faticando a decollare, tant'è che le parti coinvolte ora valutano di ridimensionare gli obiettivi a stretto termine: invece di una vasta rete di nuovi data center, ora OpenAI pensa di costruirne uno di dimensioni contenute entro la fine dell'anno. Poi si vedrà.

Altman non aveva fatto mistero che OpenAI oggi sta facendo difficoltà a reperire le risorse di cui ha bisogno. Ad esempio, quando le capacità di ChatGPT di realizzare immagini nello stile dello Studio Ghibli erano diventate virali, il manager aveva annunciato che l'uso intensivo della nuova funzione stava "friggendo le GPU" di OpenAI. Per ovviare a ciò, l'azienda sta ricorrendo a soluzioni poco ortodosse: tra le altre cose, ha dovuto dirottare il potere computazionale destinato alla ricerca e in alcuni casi è costretta a limitare la qualità di alcuni dei suoi servizi destinati ai consumatori.

Ma OpenAI non è l'unica azienda in gara per vincere questa costosissima guerra delle AI. La competizione c'è e si fa sentire. Secondo il responsabile del Cyber Security Laboratory dell'University of Louisville, Roman Yampolskiy, l'AGI verrà raggiunta per prima dall'azienda che dispone di più risorse economiche e computazionali. Se c'è un'azienda che sta spendendo più di tutte per raggiungere la cosiddetta AI generale, quella non è OpenAI ma Meta, che sta rubando i migliori talenti alla concorrenza promettendo loro stipendi superiori a quelli di un calciatore di Serie A. Alla fine il problema di OpenAI continua ad essere sempre lo stesso: capire come raccogliere il capitale necessarie intanto per sopravvivere e in secondo luogo continuare la sua espansione. Su questo fronte, Meta e Google giocano su un terreno decisamente meno accidentato.