La polizia ha già effettuato perquisizioni presso il campus di Asan, sede strategica di Samsung Display, per raccogliere prove e chiarire l’entità della vicenda. L’indagine è nelle fasi iniziali, ma le autorità sospettano che più dipendenti possano aver collaborato alla cessione di informazioni riservate relative alle ultime innovazioni nel settore dei display. Al momento, il nome della compagnia cinese coinvolta non è stato reso noto, e non è chiaro se lo sarà mai.
Non si tratta di un episodio isolato: Samsung è già stata vittima in passato di spionaggio tecnologico. Nel 2020, due ex ricercatori furono colti sul fatto: avevano trasmesso ad aziende cinesi i segreti legati alla tecnologia OLED di Samsung; nel 2023 un altro dipendente venne arrestato con l'accusa di aver sottratto e rivenduto segreti industriali per un valore stimato di oltre 300 milioni di dollari.
Il governo sudcoreano considera casi come questo una minaccia non solo per l’azienda ma per l’intero ecosistema industriale nazionale. Samsung, insieme ad LG, rappresenta infatti un pilastro per l’economia del Paese, con una leadership indiscussa nei settori dei semiconduttori, dei pannelli display e dell’elettronica di consumo. Per questo motivo, Seul vuole rafforzare la sua collaborazione con le aziende strategiche, contribuendo a rafforzare la loro sicurezza e vigilando attivamente sulle fughe di informazioni che potrebbero indebolire l'economia nazionale.
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