A novembre partirà il satellite Sentinel-6B, frutto della collaborazione tra NASA ed ESA, con il compito di monitorare il livello dei mari e fornire dati preziosi per le previsioni meteo marine. La sua missione non riguarda solo la scienza, ma tocca direttamente la vita di chi lavora e viaggia per mare, un settore che muove gran parte del commercio mondiale e che dipende da previsioni affidabili per ridurre i rischi legati a tempeste, correnti e mare mosso.
Il Sentinel-6B andrà a raccogliere il testimone dal suo gemello, il Sentinel-6 Michael Freilich, in orbita dal 2020. Entrambi sono dotati di altimetri di nuova generazione, strumenti capaci di misurare con grande precisione altezza delle onde, velocità del vento e variazioni di livello del mare. Questi dati vengono poi inseriti nei modelli che i meteorologi utilizzano per produrre bollettini marini e avvisi di sicurezza per le navi. Non si tratta solo di prevenire i danni di una tempesta: anche l’interazione tra grandi correnti oceaniche, come la Corrente del Golfo, e sistemi d’onda può creare condizioni insidiose perfino in assenza di vento forte, con il rischio di perdita di container o avarie gravi.
Come ha ricordato Avichal Mehra, vice direttore del Centro Previsioni Oceaniche del National Weather Service statunitense, “l’oceano diventa sempre più trafficato, ma anche più pericoloso”. La posizione delle correnti, infatti, cambia continuamente: sapere con precisione dove si trovano permette alle navi di scegliere rotte più sicure. Deirdre Byrne, ricercatrice della NOAA, sottolinea come i satelliti siano gli unici strumenti in grado di fornire un quadro completo di questi fenomeni, superando i limiti dei sensori oceanici distribuiti in mare.
Oltre alla sicurezza immediata, Sentinel-6B ha un valore scientifico che va ben oltre. Dal 1992 una costellazione di satelliti misura senza interruzioni il livello del mare dallo spazio, creando una banca dati unica e affidabile che oggi rappresenta lo standard globale. Grazie a questo archivio di oltre 30 anni, gli scienziati possono osservare come cambiano i mari e comprendere meglio l’impatto dei cambiamenti climatici. “Ogni nuova missione deve essere calibrata rispetto alle precedenti, così da garantire una precisione al centimetro che non si perde nel tempo”, spiega Severine Fournier, del Jet Propulsion Laboratory.
Oltre a NASA ed ESA, partecipano EUMETSAT, la NOAA, la Commissione Europea e l’agenzia spaziale francese CNES. Il contributo tecnico e finanziario di ciascun partner ha reso possibile non solo la costruzione del satellite, ma anche lo sviluppo degli strumenti scientifici, come il radiometro avanzato per misurare l’umidità atmosferica o il sistema di occultazione radio GPS per analizzare l’atmosfera terrestre.