Scoperta storica: mappata l’attività cerebrale durante le decisioni

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HDblog.it Sep 06, 2025 · 2 mins read
Scoperta storica: mappata l’attività cerebrale durante le decisioni
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Scienziati di Princeton, insieme a un consorzio internazionale di 22 laboratori, hanno realizzato qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile: osservare l’attività cerebrale durante il processo decisionale a livello di singolo neurone, e farlo su tutto il cervello di un mammifero. Lo studio getta nuova luce su come prendiamo decisioni, anche nelle situazioni più banali della vita quotidiana.

L’esperimento ha visto protagonisti 139 topi, impegnati in un compito apparentemente semplice: muovere una piccola ruota per spostare verso il centro dello schermo un cerchio a strisce bianche e nere. Se ci riuscivano, ricevevano una goccia d’acqua zuccherata come ricompensa. Alcuni stimoli erano chiari e facili da individuare, altri invece appena percettibili, costringendo gli animali a basarsi su aspettative e memoria. Un contesto ideale per osservare non solo decisioni immediate, ma anche processi legati all’esperienza.

Per registrare ciò che accadeva nel cervello, i ricercatori hanno utilizzato elettrodi ad alta densità capaci di monitorare centinaia di neuroni alla volta. Ogni laboratorio partecipante si è concentrato su una regione diversa, ma i dati sono stati poi unificati attraverso protocolli e metriche condivise. Il risultato è stato un database colossale: oltre 600.000 neuroni mappati in 279 aree cerebrali, un archivio che oggi costituisce una risorsa aperta alla comunità scientifica.

Il dato forse più sorprendente emerso riguarda la distribuzione dell’attività: non esistono poche zone “specializzate” nelle decisioni, ma un coinvolgimento diffuso di gran parte del cervello, incluse regioni che fino a poco tempo fa si pensava servissero esclusivamente al movimento. Come ha sottolineato la neuroscienziata Ilana Witten di Princeton, “il cervello prende decisioni continuamente, e lo fa in modo corale, con molte aree che contribuiscono in parallelo”.

Coordinare 22 laboratori sparsi per il mondo, con protocolli identici e dati compatibili, è stato un enorme sforzo organizzativo. Alejandro Pan Vazquez, tra gli autori dello studio, ha parlato di “innovazione sul fronte collaborativo” prima ancora che scientifico: un approccio che potrebbe diventare modello anche per altre discipline.

Per la neuroscienza, questa mappa rappresenta un trampolino di lanci e gli studiosi hanno già chiarito che non si tratta di un punto di arrivo, ma di un inizio: ora i dati raccolti potranno essere esplorati per verificare ipotesi, scoprire nuovi schemi e collegare meglio i processi cognitivi ai circuiti neurali. “È un dataset unico, che mettiamo a disposizione del mondo perché altri possano spingersi oltre”, ha commentato Witten.

Engel, un’altra delle coordinatrici del progetto, ha ricordato che si tratta di un’impresa collettiva senza precedenti, e che la sfida più affascinante è davanti: capire come da questo intreccio di segnali nascano decisioni complesse, e in ultima analisi, comportamenti. In altre parole, come il cervello riesca a trasformare un piccolo segnale visivo — un cerchio appena visibile su uno schermo — in un gesto volontario, un atto deliberato. La ricerca è stata pubblicata su Nature e può essere consultata in FONTE.