Scoperto in Svizzera un rettile marino di 240 milioni di anni con pelle intatta

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HDblog.it Oct 01, 2025 · 1 min read
Scoperto in Svizzera un rettile marino di 240 milioni di anni con pelle intatta
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Un ritrovamento paleontologico senza precedenti è emerso dalle rocce del Monte San Giorgio, in Svizzera, un sito riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Qui, un team dell’Università dell’Insubria ha riportato alla luce lo scheletro quasi completo di Lariosaurus valceresii, un antico rettile marino vissuto 240 milioni di anni fa, nel pieno del Triassico medio. A rendere straordinaria la scoperta non è solo l’ottimo stato di conservazione dello scheletro, ma soprattutto la presenza di pelle e squame, preservate come sottili pellicole carboniose. È il primo caso noto per questa specie.

Il Monte San Giorgio, un tempo una laguna tropicale con acque stagnanti e povere di ossigeno, ha creato condizioni eccezionali per la fossilizzazione. In assenza di scavengers e con la presenza di tappeti batterici, gli organismi morti potevano conservarsi con tessuti molli ancora riconoscibili. Grazie a questo raro processo, i paleontologi hanno potuto analizzare non solo l’anatomia scheletrica ma anche dettagli della superficie corporea dell’animale.

Dalle osservazioni, condotte anche con microscopio elettronico, è emerso che il corpo era ricoperto quasi interamente di squame, diversamente dai plesiosauri, discendenti di questa linea evolutiva, che le conservavano soltanto agli arti. La pelle ha permesso di identificare chiaramente mani e piedi palmati, una caratteristica che rivela molto sullo stile di vita acquatico del rettile.

Ma non è tutto: dietro le spalle e lungo il tronco sono state individuate aree muscolari sviluppate, segno che le zampe anteriori svolgevano un ruolo cruciale nella propulsione. Secondo i ricercatori, il Lariosaurus si muoveva in acqua con un movimento “a volo remato”, simile a quello delle foche moderne, usando le pinne anteriori per scatti rapidi e manovre veloci. Questo dato contrasta con l’idea finora diffusa che i notosauri sfruttassero soprattutto la coda per nuotare.

Dopo la grande estinzione di massa del Permiano, avvenuta 252 milioni di anni fa, i mari erano privi di gran parte della fauna predatoria e ricchi di nuove nicchie ecologiche. Specie come il Lariosaurus poterono quindi svilupparsi rapidamente e occupare ruoli da predatori costieri, sfruttando le abbondanti risorse alimentari.

Il fossile, studiato e pubblicato sullo Swiss Journal of Palaeontology, rappresenta oggi una testimonianza rara che getta nuova luce sui primi rettili marini.