Nuovo anno scolastico (con annesse novità), ma la scuola pubblica rimane indietro su edilizia, sostenibilità e servizi. Lo evidenzia il rapporto Ecosistema Scuola 2025 di Legambiente, contenente i dati relativi al 2024 e in più un focus sui cambiamenti significativi degli ultimi 25 anni. Per quel che concerne l'efficientamento energetico e la manutenzione in ottica green, emergono ritardi preoccupanti, soprattutto perché in ballo c'è più che il semplice impatto ambientale dell'edilizia scolastica. Ad esempio, la presenza di amianto costituisce un rischio serio per la salute degli studenti, e anche quello del "comfort climatico" è un tema che ha stretta attinenza col benessere di chi tra quelle mura trascorre almeno cinque ore al giorno.
Riguardo all'amianto, la percentuale di edifici in cui viene rilevato si è stranamente alzata al 10%. Il dato 2018-2020 era molto più basso (4%), ma ciò non implica necessariamente che le condizioni delle strutture siano peggiorate. Piuttosto, è probabile che le ultime rilevazioni siano state più accurate o che i Comuni siano stati più trasparenti.
Sul fronte sostenibilità, solo il 6,5% degli istituti si fregia della classe energetica A, mentre il 66,6% non merita più di una E/F/G. L'adozione di impianti di produzione rinnovabile è ancora marginale (21%), con forti disparità tra le Isole, ferme al 10,8%, e il resto del Paese.
In generale, comunque, il tasso di adozione continua ad aumentare. Se nei primi anni 2000 nessuna scuola disponeva di rinnovabili, nel 2024 il 20% ha già installato fonti pulite. Si rende solo necessario un "nuovo slancio", poiché a questo ritmo si arriverà al 100% soltanto tra 70 anni.
Di seguito il commento di Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola di Legambiente:
Per garantire edifici sicuri, sostenibili e adeguati ai bisogni educativi, la scuola pubblica italiana ha bisogno di investimenti regolari e consistenti nella manutenzione straordinaria e in quella ordinaria. Seppure da anni vengono stanziati nuovi fondi per l'edilizia scolastica questi continuano a risultare estremamente frammentati, sia per fonte che per livello di governo, generando una dispersione che ostacola la pianificazione strategica e la trasparenza nell'allocazione delle risorse. Per questo chiediamo, in primis, che venga definito un piano e una strategia nazionale per la manutenzione delle scuole prevedendo risorse certe, procedure semplificate e criteri di riparto equi, capaci di affrontare con urgenza i casi più critici e garantire il diritto allo studio in ambienti sicuri, accessibili e salubri. Allo stesso tempo è importante anche replicare le buone pratiche già attive nel Paese, come raccontiamo nel nostro report, e che hanno per protagoniste scuole attente alla sostenibilità.