La primavera 2025 si è conclusa con un bilancio allarmante, ossia siccità diffusa, fiumi in secca e raccolti a rischio in molte aree d'Europa e del Mediterraneo. Un quadro aggravato dalla scarsa piovosità tra marzo e maggio, accompagnata da temperature anomale che, in alcune regioni, hanno superato i 2,5°C rispetto alla media stagionale.
Il fenomeno ha colpito in maniera eterogenea il continente. Mentre Islanda, Norvegia meridionale, Francia settentrionale e i Paesi alpini registrano un innalzamento termico preoccupante, il sud Europa, i Balcani, il Maghreb e il Medio Oriente continuano a vivere una siccità prolungata e severa.
Secondo il Combined Drought Indicator (CDI), numerose aree agricole mostrano segnali evidenti di stress idrico, con impatti diretti sulla produttività delle colture e sulla disponibilità di risorse naturali. Il Rapporto "Drought in Europe 2025" del Joint Research Centre evidenzia come la carenza di pioggia abbia abbassato i livelli di umidità del suolo, soprattutto in Europa orientale e nell’area baltica.
In particolare, le zone mediterranee sono colpite da deficit idrici che limitano la crescita delle piante e mettono in crisi l’intera filiera agroalimentare. Lo scenario varia però da regione a regione. Il bollettino MARS di maggio 2025 segnala che, nonostante un grave deficit pluviometrico nel nord-ovest del continente (Belgio, Germania, Polonia), le temperature più fresche hanno attenuato lievemente gli effetti negativi.
In controtendenza, Spagna, Portogallo, Italia e Grecia hanno beneficiato di piogge abbondanti che hanno migliorato lo stato delle colture, portando a previsioni di rese superiori alla media. Tuttavia, in questi Paesi si registrano ritardi nelle semine a causa dell’eccesso di pioggia. Situazione drammatica invece in Marocco, Algeria, Ucraina orientale e Cipro, dove i raccolti sono compromessi.
Il monitoraggio di GEOGLAM conferma le difficoltà per grano, mais e soia, con un’Europa settentrionale ed orientale meno resiliente. Le prospettive per l’estate 2025 non sono incoraggianti: caldo intenso e condizioni asciutte potrebbero peggiorare il quadro.
Per rispondere a questa emergenza crescente, l’UE ha presentato la strategia per la resilienza idrica, puntando su prevenzione, gestione del rischio e investimenti sostenibili. Un passo essenziale per adattare l’agricoltura europea alla nuova normalità climatica.