Il governo ha approvato lo slittamento dei versamenti fiscali per milioni di partite IVA. Con il Decreto Fiscale del 12 giugno 2025, cambia il calendario: chi rientra nei nuovi criteri avrà più tempo per pagare le imposte, senza sanzioni.
Le nuove date riguardano IRPEF, IRAP, IVA e imposta sostitutiva, e si applicano anche ai forfettari e ai soggetti che usano gli ISA (le “pagelle fiscali”). Vediamo come funziona, chi è coinvolto e cosa bisogna tenere d’occhio.
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Tasse Partite IVA 2025: scadenze rinviate al 21 luglio, chi è coinvolto e cosa cambia
Il Decreto Fiscale approvato il 12 giugno 2025 dal Consiglio dei Ministri ha confermato una proroga attesa da milioni di contribuenti con partita IVA. Slittano infatti i termini per i versamenti delle imposte dirette, IRAP e IVA per chi applica gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), inclusi i forfettari e i contribuenti minimi.
Una misura che risponde alle richieste delle categorie professionali e tiene conto delle novità introdotte dal nuovo concordato preventivo biennale.
Quando si pagano le tasse nel 2025
Cosa prevede il rinvio: nuove scadenze senza e con maggiorazione
Il calendario delle scadenze fiscali si modifica in questo modo:
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Il termine originario del 30 giugno 2025 per i versamenti delle imposte (IRPEF, IRES, IRAP, IVA) slitta al 21 luglio 2025, senza alcuna maggiorazione.
Il 20 luglio cade di domenica, per questo la scadenza effettiva è fissata al giorno successivo. -
Chi non riesce a rispettare la scadenza del 21 luglio potrà versare tra il 22 luglio e il 20 agosto 2025, con una maggiorazione dello 0,4% a titolo di interesse.
A chi si applica la proroga
La proroga si applica esclusivamente ai soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli ISA (indici sintetici di affidabilità fiscale). Sono inclusi:
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I contribuenti che applicano gli ISA
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I contribuenti in regime forfetario
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I cosiddetti contribuenti “minimi”
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I soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale, anche per il versamento dell’imposta sostitutiva sul maggior reddito dichiarato
Questa platea riguarda oltre 4,6 milioni di partite IVA, secondo le stime del Ministero dell’Economia.
Perché c'è stato lo slittamento?
Il rinvio è stato fortemente richiesto dai commercialisti e dalle associazioni di categoria, preoccupati dalle tempistiche molto strette tra la pubblicazione delle istruzioni relative al concordato preventivo e le scadenze fiscali originarie.
Il Vice Ministro dell’Economia Maurizio Leo ha confermato in conferenza stampa che il differimento punta a favorire la compliance volontaria e la corretta applicazione delle nuove regole. Anche il Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, ha espresso soddisfazione, definendo la proroga un segnale di collaborazione tra professionisti e amministrazione finanziaria.
Attenzione: a chi è concessa la proroga e chi resta fuori
Il differimento non è generalizzato. Non riguarda le partite IVA non soggette a ISA o che esercitano attività escluse dall'applicazione degli indici. Chi rientra in queste categorie deve attenersi alle scadenze ordinarie, salvo ulteriori interventi normativi.
Collegamento con il concordato fiscale
La proroga riguarda anche chi ha aderito al nuovo concordato preventivo biennale, introdotto per semplificare la gestione fiscale delle partite IVA. In particolare, il rinvio si applica anche al versamento dell’imposta sostitutiva calcolata sul maggior reddito dichiarato in sede di concordato.
Questo raccordo tra proroga e concordato serve a evitare sovrapposizioni e ritardi in un anno fiscale già segnato da numerose novità operative.
Altre novità nel Decreto Fiscale
Nel provvedimento approvato il 12 giugno trovano spazio anche ulteriori misure fiscali, tra cui:
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La deducibilità delle spese di trasferta estera (vitto, alloggio, viaggio) anche se pagate con mezzi non tracciabili
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Una riduzione dell’aliquota IVA sulle opere d’arte, che passerà dal 22% a una percentuale inferiore (da definire)
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Il possibile rinvio della sugar tax, in attesa di coperture economiche
La proroga fiscale di luglio 2025 può essere una boccata d’ossigeno per milioni di partite IVA, professionisti e microimprese. Ma attenzione: non si tratta di un rinvio generalizzato, e restano obblighi e scadenze da rispettare con precisione, soprattutto per chi non rientra nei criteri ISA o non aderisce al concordato.