Sostenibilità ambientale: cresce impegno delle imprese, adattamento resta limitato

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HDblog.it Sep 22, 2025 · 4 mins read
Sostenibilità ambientale: cresce impegno delle imprese, adattamento resta limitato
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La quarta edizione del report del Capgemini Research Institute, “A world in balance 2025: Unlocking resilience and long-term value through environmental action”, mette in luce come la sostenibilità resti al centro delle strategie aziendali nonostante l'incertezza globale. Secondo l'indagine, l'82% delle organizzazioni prevede di aumentare gli investimenti in sostenibilità ambientale nei prossimi 12–18 mesi, con un incremento di 8 punti percentuali rispetto al 2024.

Tre quarti delle aziende considerano infatti la sostenibilità una strategia fondamentale per rafforzare la competitività, favorire l'innovazione e consolidare la resilienza di lungo periodo. Tuttavia, lo studio rileva un divario significativo tra la percezione di essere preparati e la capacità effettiva di adattarsi alla crisi climatica, segnalando che molte imprese confondono la pianificazione con una vera adattabilità.

LE PRIORITÀ AZIENDALI TRA OPPORTUNITÀ E VINCOLI

Le motivazioni che spingono le aziende a investire in sostenibilità restano in primo luogo legate alla conformità normativa, seguita dal valore per il business in termini di redditività, risparmio sui costi ed efficienza operativa. Due terzi dei dirigenti dichiarano però di subire una pressione crescente nel dimostrare progressi credibili e supportati da evidenze scientifiche, mentre solo il 21% ha elaborato piani di transizione dettagliati con obiettivi intermedi e chiara allocazione del capitale.

Tra gli ostacoli principali emergono vincoli di budget, sistemi di misurazione e dati ancora insufficienti e l'organizzazione in compartimenti a silos. Sul piano esterno, quasi due terzi dei dirigenti riconoscono che la geopolitica continua a rallentare investimenti e progetti legati alla sostenibilità, un dato invariato rispetto allo scorso anno.

GLI IMPATTI DELLA CRISI CLIMATICA

Il report evidenzia come le imprese siano già colpite in modo concreto dalla crisi climatica: oltre sette dirigenti su dieci segnalano interruzioni nelle catene di fornitura, problemi di produzione e scarsità di materie prime, mentre due terzi prevedono difficoltà nella gestione dei rischi assicurativi e finanziari. Sebbene la maggior parte dichiari di dare priorità all'adattamento climatico, più della metà considera la propria azienda poco preparata a gestire gli effetti concreti del cambiamento climatico. Solo il 38% ha aggiornato le proprie infrastrutture, il 31% ha spostato la produzione in aree meno vulnerabili e appena il 26% ha riprogettato i propri prodotti.

“Anche se le normative sulla sostenibilità esercitano oggi una pressione minore sulle organizzazioni, i leader aziendali continuano a considerare la sostenibilità un motore fondamentale di valore per il business. Tuttavia, in un contesto di incertezza globale e di budget limitati, molte aziende si trovano a fare i conti con la realtà”, osserva Monia Ferrari, Amministratore Delegato di Capgemini Italia.

“I rischi climatici sono un argomento sempre più presente nell'agenda aziendale: su questo tema i leader devono adottare un approccio pragmatico e operativo, implementando con urgenza misure concrete e finanziate di transizione e adattamento. Questo non solo rafforzerà la resilienza, ma stimolerà anche innovazione e competitività.”

L'AI TRA OPPORTUNITÀ E IMPATTO AMBIENTALE

Lo studio mette in evidenza anche il ruolo crescente dell'intelligenza artificiale nelle strategie di sostenibilità: quasi due terzi dei dirigenti affermano che le loro aziende utilizzano strumenti di AI per sostenere la propria transizione verde, soprattutto nell'elaborazione dei dati e nella riduzione dei consumi di risorse. Tuttavia, l'AI ha un proprio impatto ambientale.

Il 57% dei dirigenti riconosce che la questione dell'impatto ambientale della Gen AI è ormai presente nelle discussioni dei consigli di amministrazione, ma meno di un terzo ha adottato misure concrete per ridurlo. Inoltre, la quota di dirigenti convinti che i benefici della Gen AI superino i costi ambientali è scesa dal 67% nel 2024 al 57% nel 2025, segnalando una crescente cautela.

CONSUMATORI PIÙ SCETTICI E DIVARIO DI CREDIBILITÀ

Dal lato dei consumatori, emerge un crescente scetticismo. Oltre sei su dieci (62%) ritengono che le aziende pratichino il greenwashing, un dato in forte aumento rispetto a un terzo nel 2023 e a più della metà nel 2024. Più di tre quarti degli intervistati chiedono un maggiore impegno delle imprese nella riduzione delle emissioni di gas serra, mentre solo un quarto considera i prodotti sostenibili economicamente accessibili. Appena il 16% dichiara di avere a disposizione informazioni sufficienti per orientare le proprie scelte in materia di sostenibilità.

Il report del Capgemini Research Institute fotografa così un contesto in cui, accanto alla volontà dichiarata delle aziende di investire di più, permane un forte scollamento tra intenzioni, capacità di attuazione e fiducia dei consumatori, con ricadute cruciali sulla credibilità e sulla resilienza a lungo termine delle imprese.