Una svolta significativa per le strategie belliche sottomarine è stata segnata da una recente operazione della US Navy. Per la prima volta, un sottomarino a propulsione nucleare ha lanciato e, soprattutto, recuperato un veicolo subacqueo senza pilota (UUV) direttamente attraverso un tubo lanciasiluri standard. Questo successo tecnologico, ottenuto dal sottomarino d'attacco USS Delaware (SSN 791) di classe Virginia, apre la strada a un nuovo modo di condurre missioni segrete, estendendo la portata e la furtività della flotta senza esporre a rischi aggiuntivi l'equipaggio o il sottomarino stesso.
Il protagonista di questa impresa è il "Yellow Moray", un drone basato sul collaudato modello REMUS 600. Questo robot, dalla forma simile a un siluro, è progettato per operare in totale autonomia una volta rilasciato in acqua. Può immergersi fino a 600 metri di profondità e, grazie a una dotazione di sensori avanzati come sonar ad apertura sintetica, può mappare i fondali, individuare mine o raccogliere dati di intelligence in ambienti ostili o inaccessibili per un sottomarino da quasi 8.000 tonnellate.
L'operazione, svoltasi nell'area di competenza del Comando Europeo degli Stati Uniti (EUCOM), ha visto l'USS Delaware eseguire con successo tre cicli completi di lancio e recupero dello stesso drone. Ciascuna missione del Yellow Moray è durata tra le sei e le dieci ore, dimostrando non solo la fattibilità del concetto, ma anche l'affidabilità del sistema in un contesto operativo reale e la sua capacità di essere riutilizzato più volte nel corso di un singolo dispiegamento. Questo elimina la necessità di impiegare sommozzatori per le delicate fasi di recupero, una procedura che in passato limitava la flessibilità e la segretezza di tali operazioni.
Curiosamente, il percorso verso questo traguardo non è stato privo di ostacoli. Un primo tentativo effettuato a febbraio in un fiordo norvegese si era concluso con un fallimento, poiché il drone non era riuscito a rientrare correttamente nel tubo lanciasiluri. Dopo aver recuperato il veicolo con una nave di supporto, i tecnici avevano scoperto un componente danneggiato. Anziché annullare la missione, il team ha spedito il robot negli Stati Uniti per le riparazioni, per poi rispedirlo in Europa e completare con successo i test successivi. Questo imprevisto ha messo in luce la capacità di adattamento e la rapidità logistica delle forze sottomarine statunitensi.
Secondo il Vice Ammiraglio Rob Gaucher, Comandante delle Forze Sommergibili, questa nuova capacità permette di "estendere la nostra portata" e di affidare al drone compiti "noiosi, sporchi e pericolosi", riducendo i rischi per i sottomarini e il personale. L'integrazione di sistemi autonomi come il Yellow Moray, sviluppato in collaborazione con Australia e Regno Unito nell'ambito dell'accordo AUKUS Pillar II, segna un passo concreto verso un futuro in cui la guerra sottomarina sarà sempre più un dominio ibrido, dove l'uomo e la macchina collaborano per garantire un vantaggio strategico nelle profondità oceaniche.