C'è un nuovo veterano dello spazio, un pezzo di ingegneria che più di ogni altro ha sfidato la gravità per poi tornare a casa. Si tratta del primo stadio del razzo Falcon 9 con sigla B1067, che durante la scorsa giornata ha completato con successo la sua ventinovesima missione, un traguardo mai raggiunto prima da nessun altro booster orbitale. Questo incredibile record di riutilizzo è stato il fiore all'occhiello di una notte già di per sé storica per l'azienda di Elon Musk, che ha contemporaneamente celebrato il suo cinquecentesimo lancio con il collaudatissimo Falcon 9.
La missione, partita ieri alle 08:28 del mattino (ora italiana) dal Launch Complex 40 della Cape Canaveral Space Force Station in Florida, non era solo una passerella per celebrare le cifre tonde. A bordo del razzo viaggiavano infatti altri 27 satelliti destinati a infoltire la mega-costellazione Starlink. Questi nuovi arrivati si uniscono agli oltre 7.900 satelliti già attivi in orbita bassa, che compongono la più grande rete della storia per la fornitura di accesso a internet a banda larga e servizi di connettività diretta ai cellulari anche nelle aree più remote del pianeta.
Mentre lo stadio superiore del razzo proseguiva la sua corsa verso lo spazio per rilasciare il prezioso carico circa 55 minuti dopo il decollo, il protagonista della giornata, il booster B1067, ha iniziato la sua ormai quasi abituale manovra di rientro. Dopo essersi separato, ha eseguito una discesa controllata atterrando con precisione millimetrica sulla piattaforma drone "A Shortfall of Gravitas", che lo attendeva nelle acque dell'Oceano Atlantico. Questo successo segna il 472° recupero di un primo stadio dal 2015, consolidando una pratica che ha profondamente modificato l'economia dei viaggi spaziali.
Questo doppio traguardo non è un evento isolato, ma il culmine di un percorso iniziato il 4 giugno 2010 con il primo volo in assoluto di un Falcon 9. Da allora, il lanciatore ha attraversato cinque importanti revisioni, arrivando all'attuale modello Block 5, un cavallo di battaglia in grado di trasportare satelliti, sonde planetarie e astronauti con un'affidabilità quasi assoluta: su 500 missioni, solo una manciata non ha raggiunto il pieno successo.