Dawn Aerospace ha annunciato che il suo velivolo spaziale supersonico Aurora ha completato un volo di prova fino a 20 chilometri di quota per testare un innovativo sistema di sorveglianza satellitare. L’esperimento, condotto in Nuova Zelanda con la collaborazione di Scout Space, segna un passo importante verso un nuovo approccio alla Space Domain Awareness (SDA) che non dipende più esclusivamente dai satelliti in orbita.
Il 17 luglio l’Aurora, senza pilota e dotato di propulsione a razzo, è decollato da una pista convenzionale del Tāwhaki National Aerospace Centre, ha superato Mach 1,03 e 20,km di altitutdne prima di planare e atterrare sullo stesso tracciato. A bordo c’era il “Morning Sparrow”, un pacchetto ottico con doppio sensore (grandangolare e a campo stretto) capace di creare immagini stereoscopiche. Questa configurazione permette di ottenere dati tridimensionali sugli oggetti osservati, con la possibilità di modificarne componenti e impostazioni fino a pochi istanti prima del decollo, cosa impossibile con un satellite già montato su un razzo.
Per Scout Space, che con questa missione è diventato il primo cliente commerciale di Aurora, la dimostrazione ha confermato che un veicolo riutilizzabile e lanciabile da pista può garantire tempi rapidi per operazioni di intelligence sensibili, aggirando i lunghi cicli di preparazione e lancio tipici delle missioni spaziali tradizionali. L’obiettivo a medio termine è trasformare questi voli suborbitali in un servizio operativo capace di monitorare la Very Low Earth Orbit (VLEO), una fascia orbitale bassa sempre più affollata da piccoli satelliti lanciati rapidamente.
Secondo il CEO di Scout Space, Philip Hover-Smoot, disporre di piattaforme ad alta quota pronte al decollo in poche ore apre nuove prospettive nella sorveglianza spaziale: consente di individuare e analizzare in tempi ridotti satelliti “imprevisti” e di fornire a governi e operatori commerciali un’alternativa più veloce rispetto a telescopi terrestri e costosi sensori orbitali.
Per Dawn Aerospace, invece, il volo dimostra la validità di un progetto concepito per trattare il “quasi-spazio” come un normale livello dell’aviazione. Il CEO Stefan Powell ha sottolineato che piattaforme come Aurora possono integrare gli strumenti SDA già esistenti, offrendo un accesso tattico ripetibile alle quote prossime allo spazio. Pur fermandosi ai limiti inferiori della stratosfera, il test ha mostrato che un velivolo supersonico a razzo può fornire velocità e altitudine sufficienti per osservazioni significative della VLEO, mantenendo la flessibilità operativa di un aereo.
Le prossime missioni metteranno alla prova la capacità del Morning Sparrow di tracciare e fotografare obiettivi orbitali in movimento, con l’intento di perfezionare algoritmi di tracciamento e tempi di consegna dati.