SPID, fondi bloccati e costi in arrivo: cosa sta cambiando per cittadini e gestori

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HDblog.it Jun 09, 2025 · 3 mins read
SPID, fondi bloccati e costi in arrivo: cosa sta cambiando per cittadini e gestori
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La promessa di uno SPID gratuito per tutti, sostenuta negli anni dai governi che si sono succeduti, rischia di infrangersi a partire dal prossimo luglio. Alcuni tra i principali fornitori dell'identità digitale pubblica — strumento oggi indispensabile per accedere alla stragrande maggioranza dei servizi della Pubblica Amministrazione — hanno già annunciato l'introduzione di costi annuali per gli utenti. Una decisione maturata nel contesto di un'incertezza finanziaria causata dal mancato versamento di 40 milioni di euro di fondi pubblici, previsti da un decreto del 2023 ma ancora bloccati a causa di lungaggini burocratiche.

Secondo quanto confermato da AGID, l'Agenzia per l'Italia Digitale, il ritardo è da attribuire a un “rimpallo tra ministeri”, con il decreto sbloccato solo formalmente a marzo 2025 ma ancora privo di esecuzione concreta. Il tempo, però, stringe: il 9 luglio scade la convenzione tra lo Stato e i provider SPID, e da quel momento si apre una finestra di tre mesi per decidere se rinnovarla per altri due anni o uscire dal servizio.

INFOCERT E ARUBA APRONO LA STRADA AL CANONE

Dopo oltre un decennio di gratuità, Infocert ha annunciato l'introduzione di un canone annuo di 5,98 euro (IVA inclusa) per il mantenimento dello SPID, con decorrenza dal 28 luglio 2025. Una decisione che segue quella già presa da Aruba, che dallo scorso maggio ha reso il servizio gratuito solo per il primo anno, prevedendo poi un costo annuale di 4,90 euro più IVA. In entrambi i casi, la misura si applicherà anche agli utenti già registrati, non solo ai nuovi.

Infocert ha giustificato l'iniziativa con la necessità di garantire la sostenibilità economica del servizio: "Pur essendo diventato essenziale per il Paese, presenta da anni un forte squilibrio tra costi sostenuti e ricavi generati". L'azienda ha dichiarato di aver investito tra i 20 e i 30 milioni di euro nello sviluppo e nella gestione dello SPID, operando finora in perdita.

Al momento, l'identità digitale resta gratuita solo presso alcuni provider, in particolare Poste Italiane, che gestisce la maggioranza delle identità attive. Ma non è escluso che anche altri operatori possano introdurre un canone, specialmente se i fondi statali continueranno a non essere erogati.

UN SISTEMA SEMPRE PIÙ CRUCIALE

Nel solo 2024 lo SPID ha gestito oltre 1,2 miliardi di accessi ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione, rappresentando oltre il 90% delle autenticazioni. Il suo ruolo è diventato strutturale: consente ai cittadini di ottenere certificati, consultare pratiche fiscali e sanitarie, accedere ai bonus e interagire con enti pubblici senza dover ricorrere agli sportelli fisici.

Eppure, il sistema alternativo più citato, la Carta d'Identità Elettronica (CIE), resta marginale per quanto riguarda gli accessi online: nel 2024 sono stati solo 52 milioni, a fronte di 48,2 milioni di carte emesse. Nonostante gli sforzi del governo per spingere su questo strumento, le abitudini consolidate e la maggiore semplicità d'uso dello SPID continuano a renderlo la scelta preferita dalla maggioranza degli utenti.

CODACONS CONTRO LO STATO

Il rischio che milioni di cittadini debbano presto pagare per continuare a usare un servizio che era stato garantito come gratuito ha suscitato la reazione delle associazioni dei consumatori. Il Codacons ha definito "gravemente lesiva dei diritti dei cittadini" la possibilità di introdurre un canone, dopo anni in cui lo Stato ha promosso attivamente l'adozione dello SPID.

"Una scorrettezza che aprirebbe la strada ad azioni legali contro lo Stato Italiano", si legge in un comunicato dell'associazione, che ha già annunciato l'intenzione di promuovere una "valanga di cause risarcitorie" contro lo Stato e contro l'Agenzia per l'Italia Digitale, qualora non si arrivi a una rapida soluzione.

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