Ogni anno viene sprecato un terzo del cibo prodotto, per un valore superiore a 1.000 miliardi di dollari. Secondo i ricercatori, la produzione alimentare attuale utilizza il 34% delle terre libere dai ghiacci e, se i trend attuali continueranno, la percentuale salirà al 42% entro il 2050. Tra le soluzioni proposte vi sono incentivi economici mirati, promozione delle donazioni alimentari e porzioni più contenute nei ristoranti, azioni che potrebbero salvare circa 13,4 milioni di chilometri quadrati di terra, equivalenti a un'area pari a quasi tutta l'Europa e parte dell'Asia.
Lo studio sottolinea l'importanza di politiche favorevoli all'acquacoltura sostenibile, in grado di ridurre la pressione sulle terre e la deforestazione. L'allevamento di pesce sostenibile è già praticabile e può aumentare notevolmente la produzione alimentare, contribuendo anche al recupero dei terreni degradati. Implementando queste misure, si potrebbero salvare ulteriori 17,1 milioni di chilometri quadrati di terra, un'area complessiva simile a quella dell'Africa.
Inoltre, oltre il 90% delle aziende agricole nel mondo sono piccole o familiari, molte delle quali già adottano pratiche sostenibili. Lo studio evidenzia la necessità di supportare queste realtà, in modo da facilitare l'accesso a tecnologie agricole sostenibili e incrementare la produzione senza compromettere il sostentamento delle famiglie.
Secondo gli autori, tutte queste strategie sono realistiche e attuabili. Infatti, come spiega il professor Fernando Maestre della KAUST, esperto mondiale di degrado del territorio e autore principale dello studio: