Stampante 3D del MIT: trasforma gli scarti alimentari in oggetti utili

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HDblog.it Jul 30, 2025 · 2 mins read
Stampante 3D del MIT: trasforma gli scarti alimentari in oggetti utili
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E se fosse possibile trasformare gli scarti alimentari quotidiani, come le bucce di banana, i fondi di caffè o persino i gusci d'uovo, in oggetti di uso comune, solidi e funzionali? Questa non è più una visione futuristica, ma la concreta realtà sviluppata da un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT).

Il loro progetto, chiamato FOODres.AI Printer, rappresenta un passo significativo verso un'economia domestica realmente circolare, dove ciò che consideriamo rifiuto diventa una risorsa preziosa.

Il funzionamento di questa speciale stampante 3D è stato pensato per essere intuitivo e accessibile a chiunque, anche a chi non ha alcuna esperienza con la stampa tridimensionale. Il processo inizia con un gesto che compiamo tutti i giorni: usare lo smartphone. Attraverso un'applicazione dedicata, l'utente scatta una foto ai propri scarti alimentari. A questo punto entra in gioco un'intelligenza artificiale che, grazie al riconoscimento delle immagini, identifica la tipologia di materiale disponibile. In base a ciò che "vede", l'app suggerisce una serie di "ricette", ovvero degli oggetti che è possibile stampare, come tazze, sottobicchieri, piccole ciotole o altri utensili.

Una volta scelto il progetto, la macchina si mette all'opera. Preleva gli scarti e, aggiungendo degli additivi naturali, li trasforma in una pasta bioplastica malleabile, pronta per essere stampata.

Un sistema di estrusione riscaldato a tre assi, una sorta di ugello robotizzato di precisione, deposita il materiale strato dopo strato, modellando l'oggetto desiderato. Con la semplice pressione di un pulsante, al termine del processo, è possibile aprire uno sportello laterale e recuperare la propria creazione, personalizzabile nel colore e nella texture a seconda del materiale di partenza.

Se consideriamo la situazione ambientale, invenzioni del genere potrebbero realmente fare la differenza. Solo nel 2019, gli Stati Uniti hanno generato 66 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, la cui destinazione principale sono le discariche, dove contribuiscono al cambiamento climatico con emissioni di CO2​ paragonabili a quelle di 42 centrali a carbone. La FOODres.AI Printer propone una soluzione a monte, creando un ciclo chiuso direttamente all'interno delle mura domestiche o di una comunità. Il designer Biru Cao, uno dei protagonisti del progetto, sottolinea come questo strumento vada oltre il semplice riciclo, coinvolgendo attivamente le persone in pratiche ecologiche quotidiane.

Il team di ricerca guarda già al futuro, con l'obiettivo di avviare un progetto pilota a Cambridge. Le stime sono ambiziose: si punta a salvare circa 6,8 milioni di chilogrammi di cibo e a coinvolgere oltre 2000 famiglie.

Questo dispositivo è parte di una tendenza più ampia che vede la stampa 3D espandersi ben oltre la plastica e i metalli, abbracciando materiali biodegradabili, cibo vero e proprio (dalla carne sintetica alle cheesecake), e persino materiali per applicazioni mediche come tessuti e vasi sanguigni sintetici.