Forse non tutti sanno che molto prima che Disney+ espandesse la galassia lontana lontana con serie acclamate come Andor e The Mandalorian, esisteva un progetto ambizioso ma decisamente sfortunato, un sogno nel cassetto di George Lucas destinato a rimanere tale: Star Wars: Underworld. Annunciata nel 2005, subito dopo l'uscita de La Vendetta dei Sith, questa serie televisiva live-action prometteva un cambiamento epocale per il franchise, un'immersione in un mondo che non ruotava attorno al destino degli Skywalker. L'idea era quella di esplorare i bassifondi criminali della capitale galattica, Coruscant, nel periodo oscuro tra la caduta della Repubblica e gli eventi di Una Nuova Speranza.
Il progetto non era una semplice bozza, ma un'opera in fase avanzata di sviluppo. Per ben cinque anni, un team di scrittori di altissimo profilo, tra cui talenti del calibro di Ronald D. Moore, celebre per il suo lavoro su Star Trek e sul reboot di Battlestar Galactica, si riunì al leggendario Skywalker Ranch. Il risultato di questo sforzo colossale fu una raccolta di oltre sessanta sceneggiature complete, alcune delle quali arrivate alla terza stesura. Secondo il produttore Rick McCallum, queste storie erano "cupe, sensuali, violente" e avrebbero spinto il pubblico a riflettere. Immaginate un lato di Star Wars molto più maturo e complesso, un vero e proprio thriller noir fantascientifico.
Le trame trapelate nel corso degli anni suonano oggi stranamente familiari, quasi profetiche. Si parlava di esplorare i primi anni dell'Impero sotto il pugno di ferro dell'Imperatore Palpatine, di raccontare il primo incontro tra Han Solo e Lando Calrissian, e di dare spazio a icone come Boba Fett. Uno degli archi narrativi più attesi prevedeva persino un duello finale tra Obi-Wan Kenobi e un redivivo Darth Maul proprio nel cuore corrotto di Coruscant. Queste idee, in forme diverse, sono poi state riprese e sviluppate nelle produzioni Disney degli ultimi dieci anni, dimostrando la fertilità del concetto originale.
Ma allora, cosa fermò un progetto così promettente e con così tanto materiale già pronto? La risposta si riassume in due ostacoli insormontabili per l'epoca: il denaro e, infine, la Disney. Come rivelato da McCallum, i costi di produzione erano semplicemente astronomici. Ogni singolo episodio avrebbe richiesto un budget di circa 40 milioni di dollari, equivalenti a quasi 37 milioni di euro, una cifra insostenibile per il mercato televisivo di allora. Il progetto fu quindi temporaneamente "messo su uno scaffale", in attesa che la tecnologia permettesse di abbattere i costi. Poi, nel 2012, arrivò la svolta: George Lucas decise di vendere la Lucasfilm alla Walt Disney Company. La nuova proprietà aveva una visione differente per il futuro del franchise, una visione che non includeva Underworld, che fu definitivamente cancellato insieme alla sua controparte videoludica, l'altrettanto atteso Star Wars: 1313.
Di Star Wars: Underworld oggi non resta che un affascinante "cosa sarebbe potuto essere". Esiste online un breve filmato di prova, una clip di alcuni minuti realizzata per testare gli effetti visivi, che offre uno sguardo fugace su quel mondo perduto. Siete curiosi di vederla? Eccola a seguire!