Alla fine il programma è stato rispettato e nelle prime ore del 28 maggio SpaceX ha effettuato un nuovo volo di prova del suo gigantesco razzo Starship, portando a termine un lancio significativo nonostante il finale fallimentare. Il test, denominato Flight 9, ha rappresentato un passo avanti nella campagna di sperimentazione dell’azienda guidata da Elon Musk, poiché lo stadio superiore è effettivamente riuscito a raggiungere lo spazio.
Il decollo è avvenuto alle 19:37 (ora della costa orientale degli USA), quando da noi era l'01: 37, dalla base Starbase in Texas. Nonostante il successo iniziale, il volo si è concluso con la perdita di entrambi i segmenti del razzo.
Ricordiamo che Starship è composta da due elementi: il booster Super Heavy e lo stadio superiore, chiamato semplicemente "Ship". Entrambi sono pensati per essere completamente riutilizzabili e alimentati da motori Raptor, 33 per il primo e sei per il secondo.
Il booster, già impiegato nel volo 7, era stato sottoposto a un processo di manutenzione che ha previsto la sostituzione di soli quattro motori su 33. Era stato programmato un rientro controllato con splashdown nel Golfo del Messico, ma l’esplosione del razzo ha interrotto prematuramente la manovra dopo appena sei minuti e venti secondi dal lancio.
Le novità tecniche sperimentate includevano una diversa angolazione durante il rientro in atmosfera, per aumentare la resistenza aerodinamica e ridurre la velocità di discesa. SpaceX ha confermato che i dati raccolti saranno fondamentali per migliorare le future versioni di Super Heavy.
Anche lo stadio superiore ha fatto registrare progressi: ha raggiunto una traiettoria suborbitale sopra l’Atlantico, superando le prestazioni dei voli precedenti. Tuttavia, un guasto al sistema del serbatoio del carburante ha provocato la perdita del controllo dell’assetto e l’abbandono di alcune fasi previste, tra cui il rilascio di otto prototipi di satelliti Starlink e un'accensione del motore in orbita. Poco dopo, Ship ha iniziato a ruotare fuori controllo ed è andato distrutto sopra l’Oceano Indiano durante il rientro.
Tra le sperimentazioni condotte a bordo, SpaceX ha testato diverse tipologie di piastrelle per lo scudo termico, comprese versioni con sistemi di raffreddamento attivo, per analizzare il comportamento dei materiali in condizioni estreme.
Elon Musk ha commentato il volo via social, parlando di un netto miglioramento rispetto ai test precedenti e indicando la perdita di pressione nel serbatoio principale come causa del fallimento durante la fase di rientro. Ha anche lasciato intendere che i prossimi tre test di Starship potrebbero avvenire con cadenza di circa tre o quattro settimane.
Nonostante la distruzione dei due moduli, il test ha segnato tappe tecniche fondamentali, specialmente per quanto riguarda il recupero e il riutilizzo dei componenti. Obiettivo dichiarato da SpaceX resta quello di costruire un sistema di lancio totalmente riutilizzabile per missioni dirette verso la Luna, Marte e oltre.