Stellantis, 2.000 operai cinesi per la Gigafactory spagnola. La notizia che sta facendo discutere

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HDblog.it Sep 29, 2025 · 1 min read
Stellantis, 2.000 operai cinesi per la Gigafactory spagnola. La notizia che sta facendo discutere
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Questa è una notizia che nelle ultime ore sta facendo molto discutere. Il Financial Times ha riportato che dalla Cina sarebbero in arrivo 2 mila operai che lavoreranno alla costruzione della Gigafactory di Stellantis a Saragoza, in Spagna, frutto di una joint venture con CATL. Le attività di produzione dell’impianto di batterie dovrebbero partire entro la fine del 2026 e per metterlo in funzione sembra che servirà questa forza lavoro proveniente dalla Cina. Si parla di costruzione e messa in funzione e questo significa che successivamente questi operai dovrebbero tornare nel loro Paese. Pare che per realizzare lo stabilimento siano necessari operai specializzati che solo il Paese del Dragone sarebbe in grado di offrire. CATL, leader indiscusso del settore delle batterie per le auto elettriche, è un’azienda cinese ed è quindi probabile che voglia sfrutta tutte le sue competenze per portare avanti il progetto con Stellantis. La stima di quanti operai cinesi saranno coinvolti è del Finantial Times visto che CATL non ha detto nulla. Tuttavia, pare che il colosso cinese sia alla ricerca di terreni dove andare a creare alloggi. Certo è che la notizia ha sollevato subito molte polemiche da parte soprattutto di alcuni organi di stampa.

LE POLEMICHE SONO “SERVITE”

La Gigafactory spagnola di Stellantis prevede un investimento di poco più di 4 miliardi di euro. Una parte di questi soldi arriverà direttamente dal Governo spagnolo che utilizzerà fondi europei. Le polemiche sollevate sono facilmente intuibili. In breve, fondi europei che finiscono a vantaggio della Cina e di 2.000 operai di questo Paese. Il tutto mentre le fabbriche di Stellantis nel Vecchio Continente fanno fatica ad andare avanti e sono soggette a brevi stop produttivi a causa del calo della domanda. I casi delle fabbriche italiane sono certamente tra i più noti ma questi mini stop stanno colpendo anche altri stabilimenti europei del Gruppo.