Steve “Woz” Wozniak è una delle figure più importanti della storia dell’informatica, e negli scorsi giorni, proprio in occasione del suo settantacinquesimo compleanno, ha ricordato a tutti quanto unica sia stata e sia tutt’ora la sua personalità nel panorama della Silicon Valley, dominata da queste figure di guru iper-miliardari apparentemente informali e alla mano, ma con potere ed ego smisurati. L’occasione è stata in concreto un commento pubblicato su Slashdot relativo a un articolo che chiedeva aggiornamenti sulla sua causa legale contro YouTube per via delle truffe basate sulle sue sembianze.
In risposta all’articolo un utente, andando un po’ off topic, osservava come la scelta di Wozniak di vendere tutte le proprie azioni Apple già negli Anni ‘80 gli abbia precluso dei guadagni da capogiro, indicandola come una “pessima decisione”; Wozniak stesso ha risposto, attraverso un account che era stato confermato e verificato già più di dieci anni fa, spiegando che lui vive secondo un sistema di valori diverso, e che “potere e ricchezza non sono la mia ragione di vita”.
Mi diverto un sacco e sono felice. Ho finanziato molti musei e gruppi artistici importanti a San Jose, la mia città natale, e mi hanno intitolato una strada per la mia bontà. Ora parlo in pubblico e sono arrivato in cima. Non ho idea di quanti soldi abbia, ma dopo 20 anni di attività potrebbero essere 10 milioni di dollari più un paio di case. Non cerco mai di evadere le tasse. Mi guadagno da vivere lavorando e pago circa il 55% di tasse complessive. Sono la persona più felice del mondo. La vita per me non è mai stata una questione di risultati, ma di Felicità, che è Sorrisi meno Broncio. Ho sviluppato queste filosofie quando avevo 18-20 anni e non mi sono mai svenduto.
Wozniak è considerato il genio pratico dietro al successo di Apple, laddove Steve Jobs fu un genio da un punto di vista più commerciale e di immagine pubblica. Fondò Apple con Jobs e ne uscì definitivamente dopo solo nove anni, anche se già qualche anno prima iniziò a indicare in modo piuttosto palese (col senno di poi, quantomeno) che non era la sua strada. Nonostante sia durato relativamente poco presso Apple (e più in generale nel settore dell’informatica) e nonostante i rapporti con il vecchio amico Jobs si fossero incrinati a causa della sua uscita, è indicato ancora oggi da molti come uno dei padri del personal computer, e uno dei principali fautori della rivoluzione tecnologica che esso comportò.